Stadio Ferraris, ecco il piano Salis: concessione a Genoa-Sampdoria e restyling al via nel 2026
- Postato il 19 settembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Lo stadio Ferraris resterà di proprietà del Comune di Genova, ma a pagare il restyling saranno i due club, Genoa e Sampdoria, in cambio di una concessione dell’impianto per 99 anni. È il piano svelato oggi dalla sindaca Silvia Salis al Salone Nautico, in occasione della presentazione delle linee guida della giunta in materia di sport, insieme ai dirigenti delle società calcistiche.
Durante lo stesso evento Salis ha annunciato che è stata accettata dalla Uefa la candidatura di Genova per ospitare gli Europei di calcio nel 2032. “Sappiamo benissimo che è una sfida incredibile, abbiamo visto cosa è stato detto a San Siro, quindi ci rendiamo conto, ma noi vogliamo comunque sfruttare questo momento e le possibilità che dà questo volano: lasciare uno stadio nuovo, moderno, uno stadio che non solo possa accogliere i grandi eventi sportivi, ma anche i grandi eventi artistici“.
Nuovo stadio Ferraris, le tappe dell’operazione
Le tappe sono segnate: entro il 30 settembre la società Stadium costituita da Genoa e Sampdoria dovrà presentare uno studio di fattibilità insieme a un piano economico-finanziario che garantisca la sostenibilità a lungo termine. Entro la fine del 2025 dovrà essere votata in Consiglio comunale la delibera che dichiara il pubblico interesse. A giugno 2026 si conta di avere il progetto vero e proprio, in modo da avviare tra luglio e ottobre 2026 il primo lotto della ristrutturazione dello stadio Ferraris. L’iter potrà avvalersi delle semplificazioni previste dalla legge Stadi. Nel frattempo, entro ottobre 2026 la Uefa dirà se Genova rientrerà tra le sedi scelte per ospitare i match dei campionati europei Italia-Turchia 2032. La riqualificazione, però, partirà in ogni caso.
Durante i lavori l’attività sportiva non si fermerà, anche se sarà necessario ridurre la capienza. “Come è già successo in altri stadi c’è una serie di questioni tecniche necessarie per permettere l’avanzamento dei lavori – spiega la sindaca -. Credo che questa sia la soluzione meno impattante che ci permette di dare a Genova uno stadio nuovo, uno stadio nel futuro, e permettere ai campionati di andare avanti”.
L’intenzione dichiarata è realizzare un impianto aperto tutta la settimana con diversi servizi. “La possibilità di differenziare gli eventi sportivi da quelli artistici è già una grande opportunità – aggiunge Salis – e poi sicuramente ci sarà la possibilità di visitarlo e di avere al suo interno delle attività. Quello che ho chiesto io è la garanzia che siano attività sportive o comunque legate alla ristorazione a servizio degli eventi che vengono svolti lì dentro”.

Salis: “Le squadre mi hanno dato rassicurazioni, la proprietà comunale fa la differenza”
L’investimento necessario è ancora da quantificare, ma si parla di circa 100 milioni di euro a carico dei due club. La sindaca Salis in campagna elettorale aveva espresso dubbi sul coinvolgimento delle società nell’operazione perché eventuali problemi finanziari potrebbero mandarla a monte. “Innanzitutto attendiamo un piano economico finanziario, chiaramente questo è il primo passo per poter procedere – risponde oggi -. Le squadre sono sicure di questo, mi hanno dato grandi rassicurazioni, c’è una forte volontà da parte loro. Ma è in questo che la proprietà comunale fa la differenza. Rispetto al progetto che c’era prima di affidarla a una società privata di costruzioni, è importante che il garante ultimo sia il Comune”.
Tramonta quindi definitivamente il progetto di Cds Holding targato Boeri, caldeggiato fino a maggio dalla giunta Piciocchi, che prevedeva l’alienazione dello stadio Ferraris per 14 milioni di euro. Il Comune, però, avrebbe dovuto affrontare prima della vendita una serie di oneri di messa in sicurezza, tra cui quella antisismica. E questi interventi, secondo le stime della giunta Salis, sarebbero costati all’amministrazione più di quanto si potesse guadagnare con la cessione definitiva dell’impianto ai privati. Salis aveva ipotizzato anche di pagare la ristrutturazione con un mutuo. Poi, da sindaca, aveva confermato che lo stadio Ferraris sarebbe rimasto pubblico.

I dettagli economici dell’operazione saranno scritti nero su bianco nel piano che presenteranno Genoa e Sampdoria entro fine mese. Bisognerà capire ad esempio se ci sarà un canone, a quanto ammonterà, a chi spetteranno le spese di gestione e l’eventuale ruolo di soggetti terzi, che siano pubblici o privati. Il mantenimento della proprietà comunale è però il punto cardine: se i club dovessero tirarsi indietro, l’impianto resta comunque nelle mani di Tursi.
Genoa e Sampdoria: “Sarà un’opera titanica”
“Il Genoa vuole essere l’ambasciatore della città nel calcio e lo stadio per noi è un punto fondamentale – commenta Flavio Ricciardella, direttore generale del Genoa -. Non solo come impianto sportivo, ma anche come luogo di comunità speriamo al più presto sostenibile, moderno e sicuro. Già ora, ma non è collegato alla candidatura, stiamo lavorando ed entro un mese saranno realizzati oltre 500 posti in più in tribuna, 200 in più nelle gradinate e nuove aree di ospitalità”.
Raffaele Fiorella, Ceo della Sampdoria, aggiunge: “Molto spesso quando si fanno queste grandi opere è individuare se restano cattedrali nel deserto o meno, l’obiettivo è dare una struttura che sia fruibile per tutta la settimana. La reddittività, la sostenibilità di un’impresa passa attraverso questo. Il Ferraris sarà un impianto all’avanguardia sul settore calcio, ma anche al servizio della comunità sette giorni su sette. I grandi eventi ritorneranno a Genova. Ristrutturare senza chiuderlo sarà opera titanica, chiediamo scusa sin da ora per la capienza ridotta. In futuro ci saranno anche numerosi servizi intorno allo stadio rinnovati, sempre a salvaguardia della sicurezza”.
Difficile parlare di costi, per ora: “Sono indicativi al momento – spiega Fiorella – perché fino a quando non si aprirà la conferenza dei servizi e quindi sarà definita la reale struttura, si va ad approssimazione. Quindi si sta parlando di un costo intorno a un centinaio di milioni, però non abbiamo ancora il punto fermo. L’unica certezza che abbiamo è che a fine mese il progetto è pronto, il piano economico finanziario sarà pronto e quindi sarà consegnato al Comune per l’apertura dell’anno”.