Stadio criminale: audio e interviste inedite ripercorrono la storia delle curve milanesi, tra omicidi, mafie e neonazi
- Postato il 16 giugno 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dal 29 ottobre 2022 al 4 settembre 2024. Da un omicidio all’altro. Da Vittorio Boiocchi ad Antonio Bellocco. Quasi tre anni di affari, sangue, connivenze, politica e infiltrazioni. È la storia criminale delle curve di Inter e Milan fissata oggi in migliaia di pagine di atti del processo Doppia Curva. Un romanzo oscuro che l’inchiesta giornalistica di Alberto Nerazzini, in onda ieri sera su La7 nella puntata di Cento minuti, ripercorre in modo informato, attraverso gli atti, i luoghi e soprattutto i protagonisti di questa storia con un dubbio o una domanda finale. Sarà veramente finita? Oppure l’ultimo atto è ancora da scrivere e la penna è in mano al gruppo degli Irriducibili?
Loro sono gli ultimi reduci di un’epopea ultras nerazzurra forti dei legami con il neofascismo milanese e i gruppi neonazi europei. Loro possono contare su Mimmo Bosa, detto Mimmo Hammer, già capo del gruppo degli Irr nato sulle ceneri degli Skins interisti, poi uomo in più delle cosche della Comasina e volto del gruppo Hammer. Nerazzini lo incontra, prova a parlarci, lo rivede al corteo per il cinquantennale della morte di Sergio Ramelli, protetto, silenzioso, rispettato. L’indagine di Cento minuti parte dalla palestra Testudo, dalla morte di Bellocco, uno dei figli prediletti delle cosche di Rosarno, dalla furia di Andrea Beretta, che lo ha scannato quasi strappandogli il cuore dal petto. Riparte da qua e da quel patto che due anni prima diede forza alla triade del direttivo nerazzurro: Andrea Beretta, Antonio Bellocco, Marco Ferdico. Con loro al comando, la curva si fece unica e verticistica, sullo stile della Sud comandata da anni da Luca Lucci e dai suoi pretoriani. Con buona pace proprio degli Irriducibili ai quali Bellocco mostrò “l’album di famiglia”, costringendoli ad abbandonare curva e cassa, loro che invece erano i prediletti dello Zio Boiocchi.
Dalla palestra Testudo così si torna alla pioggia ghiacciata di via Fratelli Zanzottera, cinque colpi schiantano Boiocchi un’ora prima di Inter-Sampdoria. Nerazzini ne parla con l’aggiunto della Dda di Milano Alessandra Dolci che ha coordinato tutta l’inchiesta giudiziaria assieme al Procuratore Marcello Viola, al pm Paolo Storari e alla squadra Mobile prima diretta da Marco Calì e oggi da Alfonso Iadevaia. Fu quello il punto di rottura. Si scoprirà tutto tre anni dopo, quando Beretta decide di parlare e confessare di essere il mandante dell’omicidio. Lo Zio ucciso perché sosteneva che Beretta si mettesse in tasca i soldi del merchandising, Bellocco ucciso perché accusava Beretta di mettersi in tasca i soldi del merchandising. Stesso schema, stesso motivo, stesso protagonista: Beretta.
Nerazzini poi racconta Pioltello, il comune satellite a nord di Milano, la sua infiltrazione mafiosa, i clan dei Manno e dei Maiolo. Pioltello e Cambiago, la terra che fu di Beretta e Ferdico. E anche di Bellocco che qui trova lavoro e residenza e sale a Milano per dare protezione al duo Beretta-Ferdico contro gli appetiti mafiosi sulla Nord. Qui viene raccontata la figura di Francesco Polacchi, uomo di CasaPound titolare del marchio Pivert e molto legato alla curva Nord. A Beretta ma anche a Franchino Caravita, uno dei fondatori dei Boys San. Si corre svelti con le immagini. Dai condomini anonimi di Cambiago dove vive chi assunse Bellocco ai vicoli di Bollate per raggiungere la Skinhouse fino a una birreria del centro di Milano. Scorrono i nomi: da Nino Ciccarelli a Maurino Nepi, da Pino Caminiti a Giuseppe Calabrò detto U Duttiricchiu e calibro da novanta della ‘ndrangheta. Per poi salire i piani alti della politica regionale, fino a raccontare le infiltrazioni nella gestione dei parcheggi. Insomma attraverso audio originali e interviste inedite, l’indagine di Nerazzini svela il vero volto di Milano, il cui degrado sociale si rispecchia nello stadio una volta terra di aggregazione e confronto e oggi terreno di affari e malavita. Sul fronte della curva Nord ma anche della Curva Sud la cui storia criminale mette in fila ben quattro tentati omicidi a partire dal 2006.
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