Stadi, per De Laurentiis il Maradona è un semicesso. Scaroni: avremo l'impianto più bello d'Europa

  • Postato il 7 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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C’è chi uno stadio nuovo lo farà, ovvero Milan e Inter che hanno siglato l’atto di acquisto della Grande Funzione Urbana San Siro, che comprende l’impianto sportivo più capiente d’Italia e l’area circostante, ovvero la zona di San Siro dove sorge lo stadio e potranno intervenire per ristrutturarlo e rigenerare gli spazi urbani intorno a esso, e chi – dopo aver paventato di costruirlo in non meno di 10-15 location, da Caserta a Bagnoli – ancora non è neanche all’inizio dell’opera, ovvero il Napoli di De Laurentiis che si sfoga al Footbal Business Forum in cui è stato ospite Paolo Scaroni, pari ruolo del Milan, Declan Sharkey, global director e senior principal di Popolous e Greg Carey, globe co-head of sports franchise a Goldman Sachs.

De Laurentiis squalifica il Maradona

Non una giri di parole il patron partenopeo quando gli danno la parola. Ha sentito parlare di stadio 3.0, di modernità e avanguardia ma va giù con parole taglienti come lame quando deve descrivere la situazione che vive in prima persona a Fuorigrotta: “L’attuale stadio è un semicesso. Anche il PSG gioca in uno stadio non di sua proprietà. Ma pagando la stessa cifra che il Napoli paga al comune di Napoli loro hanno uno stadio che fattura 100 milioni l’anno. Noi paghiamo per avere lo stadio un giorno prima dell’evento, il giorno dell’evento, pulirlo il giorno dopo e riconsegnarlo. Nel ’90 al San Paolo hanno fatto un disastro totale, hanno solo rubato soldi. E io non c’ero. Ora, io dovrei rinnovare il mio stadio mentre gioco avendo un impatto economico importante. Gli altri incassano magari 14 milioni in una serata di Champions, io in quel cesso di stadio al massimo 3 milioni. E poi mi si chiede magari di comprare giocatori per essere al passo delle altre”.

Il parcheggio che manca a Fuorigrotta

Di sogni in questi anni ne ha fatti tanti in questi anni De Laurentiis: lo stadio nuovo era diventato un mantra da inserire in ogni discorso ma i fatti restano a zero. Ad angosciare il presidente del Napoli anche le difficoltà a parcheggiare a Fuorigrotta: “Voglio uno stadio anche con tanti parcheggi. Chi dice che si viene con i mezzi dice balle! La gente vuole venire allo stadio con la propria macchina, averla pulita, sicura alla fine della partita. E dobbiamo avere questo stadio dentro la città. La politica non sa nulla di calcio e ignora i lidi verso dove il calcio sta andando. Ho parlato con Saviano e mi ha detto: Ndrangheta, mafia e camorra vogliono appropriarsi dei club. Prima di fare dei club uno dice, dove andiamo? Il signor Ceferin e il signor Infantino devono stare attenti a ridurre il valore dei campionati nazionali. Perché poi rimarranno solo Napoli, Roma, Inter, Milan, Juve. Che ci facciamo con i nuovi stadi se poi gli altri non ci sono. Allora facciamo solo un campionato europeo e cambiamo le regole del gioco”.

Scaroni sogna in grande

Diverso l’umore del presidente del Milan Paolo Scaroni, che ricorda l’odissea vissuta per dire addio al Meazza: “L’inizio del percorso per il nuovo stadio è stato molto difficile, visto che a parte la burocrazia, la gente non voleva un nuovo stadio per nostalgia e ricordo di San Siro. E per questo anche la politica comunale non voleva un nuovo stadio. Forse grazie alla televisione che faceva vedere l’estero, la gente ha iniziato a pensare che si San Siro è fantastico ma pagava un deficit di comfort e così è iniziato l’ultima parte di questo viaggio verso un nuovo stadio. Ovviamente avere uno stadio pubblico dentro una città come Milano sarebbe complicato anche fuori dall’Italia, quindi la burocrazia ha avuto un ruolo marginale per questo.

RedBird è esperta in costruzioni sportive in giro del mondo e vogliamo costruire il miglior stadio del mondo. Se qualcuno vuole andare a San Siro adesso è vuoto, bisogna quasi avere paura di andare visto che è deserto. Invece vogliamo uno stadio che ogni giorno può ospitare qualcosa o comunque una sede in cui tutto può succedere con ristoranti e infrastrutture ricettive. Oggi San Siro non ha i requisiti richiesti per le top competizioni. Con I’Inter andiamo d’accordo visto che condividiamo lo stadio da 70 anni. Abbiamo scelto scelto studi di architettura a livello mondiale e abbiamo replicato un modello che in Inghilterra è stato usato per Wembley: abbattuto quello vecchio e costruire accanto quello nuovo. In più non abbatteremo completamente il Meazza, ne terremo un pezzo per ricordo, ma il nuovo stadio sarà un motivo di vanto per Milano e l’Italia”

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