Stadi inadeguati, un sindaco arrestato e una “situazione insostenibile”: il surreale caso del Sorrento, che gioca in un’altra regione da tre anni
- Postato il 20 settembre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Il Sorrento a Sorrento”. È questo lo striscione esposto nel settore ospiti dell’Arechi di Salerno in occasione di Salernitana-Sorrento di Serie C. Dal 7 maggio 2023, giorno in cui è arrivata la promozione in Lega Pro, la squadra costiera sta vivendo una situazione grottesca e insostenibile. Impossibilitato a giocare nel proprio stadio, il Sorrento ha trovato una nuova “casa” a oltre 150 chilometri di distanza, a Potenza, in Basilicata. Un impianto in un’altra regione come soluzione tampone che però dura ormai da quasi tre anni, con disagi incredibili per società e tifosi, diventando sempre più ingestibile. Ora, forse, si intravede un barlume di speranza.
Impraticabilità dello ‘stadio Italia’ e un cammino tortuoso
La promozione in Serie C nel maggio 2023 doveva essere un momento di festa dopo anni difficili (e il fallimento del 2016), invece per il Sorrento è iniziato un cammino tortuoso e un calvario ricco di problemi e difficoltà. Per l’iscrizione al campionato, uno dei requisiti richiesti dalla FIGC era (ed è ancora oggi) la documentazione strutturale da consegnare alla Covisoc. Lo “stadio d’Italia” non rispettava i paletti imposti per essere omologato per la Serie C. Per poter giocare nell’impianto di via Aniello Califano, erano necessari alcuni interventi infrastrutturali: innanzitutto portare a norma le misure del rettangolo di gioco, poi migliorare il sistema di illuminazione e il manto erboso sintetico. Il Sorrento – in quanto affittuario dell’impianto – e il Comune hanno iniziato fin da subito a cooperare. Il partenariato pubblico-privato, pensato in un primo momento, non è stato poi messo in pratica perché il PFTE (progetto di fattibilità tecnico economica) non convinceva la società. I lavori così sono slittati, costringendo a dover trovare un nuovo stadio per poter disputare gli incontri casalinghi della Lega Pro.
Nessun campo disponibile in Campania
Problemi a Sorrento, problemi in Campania. Un altro scoglio da superare è stato quello relativo all’impianto che potesse ospitare gli incontri casalinghi dei rossoneri. Ma ogni tentativo è stato vano. Vista l’impraticabilità dello stadio Italia, la prima ipotesi è stata il De Cristofaro di Giugliano. La società campana aveva dato l’ok alla condivisione del campo, ma i problemi erano logistici e di ordine pubblico. Il Comune non disponeva del numero idoneo di vigili urbani (non potevano neanche arrivare da zone limitrofe, perché in tanti comuni c’era carenza di personale).
Scartate anche Castellammare di Stabia e Torre del Greco per motivi di ordine pubblico, pure Salerno (giocava in una categoria superiore e bisognava armonizzare i calendari), Avellino e Benevento (per costi ritenuti eccessivi) non erano soluzioni percorribili. L’ultima possibile, Cava de’ Tirreni, ha spinto i tifosi della Cavese a prendere posizione e opporsi alla condivisione del Lamberti. Il “caso Sorrento” è arrivato all’attenzione anche del ministro Abodi, ma anche in questo caso c’è stato poco da fare in quanto l’ultima parola spetta sempre alle Prefetture.
La ‘soluzione-tampone’ Potenza
La soluzione tampone, nell’estate del 2023, è arrivata da Potenza. La Prefettura del capoluogo lucano ha dato l’ok, così come la società ospitante per un costo è di 10.000 euro a partita (a cui vanno aggiunti quelli relativi alla trasferta, il ritiro, gli steward e i vari costi ordinari). Il Sorrento ha giocato così al ‘Viviani’ per due anni, a oltre 150 chilometri da casa. Al di là dei costi, a farne le spese sono proprio i tifosi, costretti a organizzare vere e proprie trasferte anche quanto la propria squadra avrebbe dovuto giocare in casa. E un problema anche per Potenza, con una delle principali zone della città chiusa in occasione delle gare. O addirittura blindata, come per Sorrento-Avellino dello scorso aprile, in cui gli irpini hanno festeggiato il ritorno in Serie B tra lo sdegno dei residenti per un quartiere chiuso per ore per motivi di ordine pubblico.
I lavori e il caso-Coppola
La svolta – si fa per dire – è arrivata nel marzo 2025. A quasi due anni dalla promozione, il progetto di “riqualificazione funzionale e adeguamento ai criteri infrastrutturali della Lega Nazionale Calcio” dello stadio d’Italia (da oltre sette milioni di euro) è stato affidato, tramite bando pubblico, a un consorzio. Sono iniziati così i lavori con l’obiettivo di consegnarli entro la fine del 2025 per consentire al Sorrento di tornare finalmente a casa. L’illusione è durata poco. A maggio scorso, infatti, la Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha notificato misure cautelari tra arresti in carcere e ai domiciliari per 16 indagati, tra cui il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola. Il terremoto giudiziario ha bloccato il cantiere, in attesa della nomina del nuovo RUP (Responsabile Unico del Procedimento).
L’Immobile Academy e l’ipotesi Agerola
Dopo due anni al Viviani, il Sorrento aveva trovato un’altra soluzione tampone, più vicina a casa. Si trattava di Agerola, in cui però erano necessari alcuni lavori (tribune e illuminazione su tutti) per permettere ai costieri di giocare lì gli incontri casalinghi. Ottenuto l’ok del Comune, non è arrivata risposta dalla Prefettura di Napoli. E, anche in questo caso, altro semaforo rosso. Si è così optato per prorogare l’accordo con il Comune di Potenza e, per il terzo anno di fila, il Sorrento sta giocando in Basilicata. Dal ritiro estivo, però, i rossoneri hanno dovuto fare i conti con un altro problema: la mancanza di strutture adatte in Costiera per ospitare gli allenamenti della prima squadra e gli incontri delle giovanili. L’’aiuto’ è arrivato dall’ex Ciro Immobile, che ha permesso al Sorrento di allenarsi nell’Immobile Academy di Torre del Greco. Nonostante le difficoltà, il Sorrento si è regolarmente iscritto a tutti i campionati juniores, primavera e femminili. “Una situazione insostenibile”, sottolineano però fonti vicine alla società rossonera.
Il futuro
Una nuova svolta, intanto, c’è stata lo scorso 17 settembre. La dottoressa Rosalba Scialla, commissaria straordinaria del Comune di Sorrento dopo l’arresto del sindaco Coppola, ha nominato l’ingegnere Paola De Maio come Responsabile Unico del Procedimento della riqualificazione funzionale dello stadio d’Italia. Una notizia accolta con entusiasmo dalla società costiera e dai propri tifosi (176 a cantare sugli spalti dell’Arechi nel derby). La luce in fondo al tunnel sembra intravedersi. Per il Sorrento che vuole tornare… a Sorrento.
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