Squid Game 3: cosa ci aspetta nell’arena finale (e perché sarà spietata)
- Postato il 26 giugno 2025
- Di Panorama
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Tutto è iniziato con una filastrocca.
Non era un semplice “uno, due, tre, stella”, ma una cantilena antica, familiare a ogni bambino coreano: “무궁화 꽃이 피었습니다”, ovvero “il fiore di mugunghwa è sbocciato”. La mugunghwa, simbolo della Corea del Sud, è un fiore che non appassisce mai, che continua a fiorire anche quando tutto sembra morto. Come i giocatori della prima stagione: ostinati, disperati, aggrappati all’idea che qualcosa possa ancora sbocciare.
Poi è arrivata la seconda stagione. E con lei la giostra, e una melodia talmente ipnotica da strappare via ogni resistenza mentale. Un motivetto infantile, circolare, che sembrava non finire mai — come il gioco stesso. Non era solo colonna sonora, ma struttura: ti entrava dentro, ti lasciava stordito, complice.
Ora siamo alla resa dei conti. Il 27 giugno, Squid Game torna su Netflix con la terza e ultima stagione. E questa volta non è solo un gioco: è guerra.
Il ritorno di Gi-hun e il fallimento della ribellione
Lee Jung-jae torna nei panni di Gi-hun, il vincitore della prima stagione, l’uomo che aveva giurato di distruggere il sistema e porre fine ai giochi. Ma il finale della stagione 2 lo aveva lasciato catturato, disarmato, messo a tacere. I trailer mostrano un Gi-hun diverso: consapevole, arrabbiato, forse disposto a sporcarsi le mani.
Ha capito che la rivoluzione non si fa dall’esterno.
Il regista Hwang Dong-hyuk, in conferenza stampa, ha dichiarato che questa stagione è pensata per spingere il pubblico a riflettere: “In un mondo dove il desiderio individuale è manipolato dal sistema, è ancora possibile resistere? O diventiamo parte di ciò che volevamo combattere?”
Domande che Squid Game 3 non si limiterà a porre — le metterà in scena, una ad una.
I nuovi giochi (e le nuove trappole)
Se la prima stagione aveva trasformato i dolci dalgona e il gioco della campana in strumenti di morte, e la seconda aveva portato l’incubo su un piano più psicologico, la terza stagione promette di superare ogni limite.
Nel trailer si intravedono:
- Un’arena-labirinto, dove i partecipanti sembrano costretti a muoversi in verticale, come su una scacchiera viva.
- Una corda per saltare gigante, guidata da Young-hee e dal nuovo personaggio Chul-soo, suo inquietante “fratello”.
- Murales con simboli riconducibili a giochi tradizionali come il yutnori coreano o partite a scacchi umani.
Non sono solo prove di forza: ma vere e proprie prove di lealtà, resistenza mentale e identità che mettono a prova anche l’essere umano all’apparenza più innocente.
Il mistero del neonato: la nascita come atto di disobbedienza
Tra le scene più destabilizzanti del trailer, una: il pianto di un neonato.
Jun-hee, la concorrente incinta interpretata da Jo Yu-ri, sembra essere arrivata alle fasi finali. Il pianto del bambino suggerisce che potrebbe aver partorito… durante i giochi.
È un’immagine forte, simbolica: una nuova vita che nasce nel cuore della morte. Ma anche una domanda tagliente: se tutto è gioco, chi protegge chi è senza scelta?
Frontman, lo spin-off e le maschere che cadono
Lee Byung-hun torna nel ruolo del Frontman, figura centrale e sempre più ambigua. Dopo aver spento ogni tentativo di ribellione, ora sembra attraversare una crisi interna. Alcuni momenti del trailer lo mostrano in isolamento, senza maschera, spettatore passivo di una macchina che ormai ha perso controllo.
È stato lo stesso regista a confermare: “Stiamo lavorando a uno spin-off dedicato al Frontman, alle sue origini, ai suoi conflitti. Sarà il cuore oscuro del franchise.”
Sarà questo l’inizio di un universo narrativo più ampio? È possibile. Ma prima, la storia di Squid Game deve finire.
La foto trapelata, i ritorni inaspettati e la teoria più folle
Un dettaglio ha incendiato i social: una foto postata (e subito rimossa) da Park Gyu-young, interprete della guardia Kang No-eul, in cui appare un uomo in tuta rosa con il volto di Lee Jin-uk. Ma Kyung-seok, il suo personaggio, era stato ucciso nella seconda stagione. Sopravvissuto? Clone? Guardiano? L’ipotesi è che alcuni concorrenti non muoiano… ma vengano “riciclati” nel sistema. Un ciclo infinito, crudele, perfetto.
Il fenomeno che ha riscritto le regole globali dell’intrattenimento
Dal 2021, Squid Game ha stravolto il concetto di serie TV. Ha portato i riflettori sul K-drama, ha reso Netflix più globale, ha trasformato la Hallyu Wave da cultura di nicchia a movimento dominante. È diventato un costume di Halloween, un meme, un codice visivo. Ma soprattutto: ha parlato di noi, delle nostre paure più intime mascherate da gioco.
Ora è il momento di vedere se quella giostra si fermerà.
O se continuerà a girare.