Sputnik Sweetheart, un Murakami inedito per l’Italia applaudito alla sala Mercato del teatro Modena

  • Postato il 18 dicembre 2025
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Sputnik Sweetheart

Genova. Non è facile leggere i libri di Haruki Murakami e non per il lessico, spesso diretto e semplice, ma per le storie sospese tra sogno e realtà, per il realismo magico che permea le sue opere e La ragazza dello Sputnik, qui proposto come Sputnik Sweetheart, ne è un compendio. Una bella sfida, quindi, quella del Collettivo Aruanda formato da ex allievi della Scuola “Mariangela Melato” del Teatro Nazionale (si sono diplomati l’anno scorso) che è stata accolta con applausi calorosi dal pubblico alla prima del 16 dicembre alla sala Mercato del Teatro Modena di Sampierdarena (repliche sino al 23). Con questa produzione, il testo è inedito per l’Italia, il Teatro Nazionale di Genova, mostra di accompagnare e sostenere i propri allievi anche in progetti che sarebbero complessi da allestire da parte di compagnie ben più scafate. Una scommessa vinta.

La trama: K è  un giovane maestro elementare, innamorato della sua migliore amica Sumire, giovane e ribelle aspirante scrittrice. Sumire, a sua volta, si innamora di Myu, una donna elegante e raffinata, tormentata da un passato misterioso e finirà per annullarsi pur di compiacere Myu, che la assume come segretaria. K nel frattempo ha una relazione sessuale con Nimura, la madre di uno dei suoi allievi. Un viaggio in Grecia di Sumire e Myu rappresenterà un punto di svolta per tutti. 

Nonostante la trama parli di relazioni, in realtà Murakami racconta la solitudine e la difficoltà a intessere un rapporto sincero con gli altri, ma anche di sacrificio per ottenere qualcosa. Il paragone è con i satelliti, che si muovono senza effettivamente incontrarsi davvero. Murakami non dà soluzione, il finale è sospeso e così fa Sputnik Sweetheart consentendo allo spettatore di riflettere e dare la propria interpretazione.

Francesco Biagetti, che debutta alla regia, sceglie la cabina telefonica come elemento centrale della scena (completata anche da uno scivolo), in un’atmosfera rarefatta con ampio uso del fumo scenico per evidenziare gli aspetti più onirici del testo. Risolve mettendo maschere di gatti agli attori non coinvolti nei dialoghi delle varie scene, l’uso che Murakami fa di questi animali simbolici. Gli oggetti e gli abiti diventano metafore.

Le luci di Francesco Traverso danno corpo ai dialoghi tra i vari personaggi che restano appunto distanti tra loro, illuminati spesso frontalmente. Il bianco, forte, della scena del furto al supermercato da parte del figlio di Nimura, è l’unico stacco sulla realtà contingente, con il Nakamura (il guardiano del supermercato) di Alfonso Pedone che fa sorridere negli atteggiamenti più da italiano del Sud che da integerrimo giapponese. Federica Trovato (Sumire) è camaleontica; Bianca Mei (Myu) da algida ed elegante dimostra capacità notevoli nella parte del racconto del trauma che le ha fatto venire tutti i capelli bianchi e diventare incapace di amare appieno le persone; Davide Niccolini (K) sa toccare le corde giuste anche nello spettatore quando parla finalmente di se stesso con sincerità; Nicoletta Cifariello (Nimura) rende bene l’incapacità di saper gestire una relazione extraconiugale che si riflette sulla totale assenza di rapporto con il figlio.

Ma chi è La ragazza dello Sputnik? È Myu per Sumire, che fa una analogia tra lei e la cagnetta Laika, lanciata nello spazio dai sovietici con il secondo satellite artificiale Sputnik, per verificare le reazioni di un essere vivente nello spazio. Myu confonde Sputnik e beatnik, termine un po’ denigratorio con cui venivano chiamati gli esponenti della Beat generation come Jack Kerouac, mito di Sumire. Le vicende di Laika ci vengono raccontate da una voce fuori scena e anche qui il finale della storia resta sospeso.

Altre informazioni su Sputnik Sweetheart sul sito del teatro, dove sono elencati anche tutti gli eventi collaterali. Per i possessori del biglietto sconti e accesso gratuito al Museo Chiossone di Genova.

Autore
Genova24

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