Spread ai minimi e governo stabile: l’Italia che sorprende i mercati
- Postato il 3 settembre 2025
- Di Panorama
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C’è un paradosso che meriterebbe un capitolo nei manuali di scienze politiche: l’Italia, Paese storicamente sinonimo di governi lampo e crisi lampo, oggi è il più “affidabile” d’Europa. Martedì il Tesoro ha collocato 18 miliardi di Btp, ricevendo richieste per 218 miliardi. Ventuno volte tanto. Nemmeno Apple alla prima fila del nuovo iPhone.
I mercati mandano messaggi chiari: in un continente dove i governi di Berlino, Parigi e Madrid devono fare costantemente i conti in aula parlamentare, l’Italia galleggia solida. Lo spread Btp-Bund si mantiene tra 80 e 90 punti. Nel 2011 eravamo a 550. E il differenziale con gli Oat francesi? All’epoca sfiorava 450. Oggi? Quasi zero. Il sorrisino ironico di Merkel e Sarkozy oggi non guasterebbe sui volti di Meloni e Giorgetti
Il tutto mentre portiamo sulle spalle un debito da quasi 3.000 miliardi, pari al 137% del Pil. E i mercati non battono ciglio: tra 2023 e 2024 la domanda di Btp è stata almeno tre volte l’offerta, con gli investitori esteri che hanno fatto man bassa.
Altrove è un disastro elegante. La Francia registra un deficit al 5,8% e debito al 114%, con Macron costretto a inventarsi un maxipiano di risanamento che rischia di naufragare luned’ 8 settembre in Parlamento. Berlino? Il modello tradizionale fatto di gas russo a basso costo e esportazioni di Mercedes e Audi è in crisi: la Afd ringrazia e cresce nei sondaggi. La Spagna galleggia con il Pil al 2,5%, ma Sanchez sopravvive solo grazie ai voti dei catalani indipendentisti. Londra? Starmer è già in crisi dopo un anno, mentre il maxi-piano della cancelliera Reeves rischia di naufragare contro la propria maggioranza laburista.
E allora che cosa meglio dell’Italia? Gli investitori stranieri controllano il 30% del debito in circolazione, la Borsa rivede i massimi del 2007. Perché? Politica più che economia. Giorgia Meloni guida un governo che, per la prima volta nella storia repubblicana, potrebbe coprire tutta la legislatura. Una maggioranza larga, capace di reggere sconfitte locali, imboscate parlamentari e tribunali ribelli. Nessuna riforma approvata? Nessun problema. Lo spot sugli emigrati in Albania è stato ritirato. Non importa. Andreottismo puro: “tirare a campare è meglio che tirare le cuoia”.
E poi c’è Giancarlo Giorgetti, uomo di numeri più che di chiacchiere. Avanzo primario senza strangolare la crescita (0,4%), disoccupazione al 6%, 24,5 milioni di occupati. Premiato come miglior ministro delle Finanze europeo da Bankers, tranquillizza persino Christine Lagarde.
Il confronto europeo è impietoso. Il parlamento francese spaccato in tre, Berlino traballa, Spagna vive sul filo dei voti indipendentisti, Londra galleggia alla deriva. Italia? Per la prima volta Palazzo Chigi è l’unico indirizzo in Europa dove continuità e prevedibilità non sono slogan da campagna elettorale, ma realtà. E i mercati lo sanno.