Spotify alza ancora i prezzi: da settembre rincaro del 9% anche in Italia
- Postato il 7 agosto 2025
- Di Panorama
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Spotify torna ad alzare il volume… dei prezzi. Da settembre scatta un nuovo aumento tariffario al piano Premium individuale in oltre 50 Paesi, Italia compresa. Il rincaro sarà di 1 euro al mese: da 10,99 si passerà a 11,99 euro, segnando un incremento del 9%. Gli utenti riceveranno in questi giorni una e-mail ufficiale con i dettagli della modifica e ovviamente potranno decidere di disdire l’abbonamento (con pochi passaggi sul proprio account). Clienti delusi, ma il titolo è volato subito in Borsa, dopo l’annuncio.
Spotify Premium: aumento del 9% in Italia da settembre
L’ultimo aumento dell’abbonamento Premium di Spotify era stato nel 2023 in Italia, quando era passato da 9,99 euro a 10,99 euro. Da quel momento la piattaforma aveva iniziato a rivedere la politica dei prezzi ovunque e l’incremento di oggi era nell’aria da tempo. Al momento si tratta di 1 euro in più per il piano individuale, ma crescono le probabilità che anche gli altri abbonamenti (Duo, Famiglia e Studente) subiscano a breve una revisione analoga, come già accaduto negli Stati Uniti lo scorso giugno. Per gli utenti statunitensi il piano Duo è salito a 16,99 dollari (+2 dollari mensili) e quello Famiglia a 19,99 (+ 3 dollari mensili). Una tendenza consolidata che riflette la strategia di lungo periodo della piattaforma svedese: monetizzare in modo più efficace un bacino utenti in continua espansione, offrendo nuove funzionalità ma a un prezzo più elevato.
Risultati deludenti e margini sotto pressione: ecco perché Spotify aumenta i prezzi
L’annuncio delle nuove tariffe arriva pochi giorni dopo la pubblicazione dei risultati finanziari del secondo trimestre, che hanno mostrato luci e ombre: +30% di nuovi abbonati netti, +12% su base annua degli utenti Premium (276 milioni), e +10% di ricavi a 4,2 miliardi di euro. Ma dietro la crescita si nascondono segnali meno incoraggianti. Il margine lordo, fermo al 31,5%, e l’utile operativo di 406 milioni si sono rivelati inferiori alle attese degli analisti, che prevedevano ricavi per 4,26 miliardi e profitti per oltre 530 milioni. A pesare in particolare una stangata fiscale sui salari, che ha inciso per ben 116 milioni di euro. Nonostante i numeri deludenti, la reazione dei mercati dopo l’annuncio dei ritocchi all’abbonamento è stata premiante: nelle contrattazioni a Wall Street, il titolo Spotify ha guadagnato oltre il 6%, segnale che gli investitori approvano la linea dura adottata dalla società. Da inizio anno le azioni hanno già messo a segno un rally del 50%. In un modello di business dove una larga parte dei ricavi viene redistribuita alle etichette discografiche, l’aumento dei prezzi appare ormai inevitabile per cercare un equilibrio più sostenibile.