Spostamento ferrovia, Stalla (Comitato Territoriale): “Qualcuno ha studiato un rapporto costi-benefici dell’opera?”

  • Postato il 14 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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binari

Savona. “Qualcuno ha studiato un rapporto costi-benefici dello spostamento a monte della ferrovia?”. Se lo chiede Franco Stalla del Comitato Territoriale di Albenga.

“Negli ultimi 30 anni abbiamo sentito, da più parti, molti slogan pro-spostamento a monte, parole che risuonavano sempre più vuote e retoriche, soprattutto a chi, come noi dei Comitati Territoriali conoscevamo a fondo il progetto e le sue ripercussioni sul territorio e sull’economia del ponente savonese, uno specchietto per le allodole per l’ opinione pubblica, per i cittadini e i turisti che non conoscevano il progetto. ‘Opera fondamentale attesa da decenni’, ‘Inevitabile raddoppio, togliere la strozzatura’, ‘velocizzare e ammodernare la linea’, ‘Avvicinare il ponente ligure all’Europa’, ‘Finalmente la ciclovia tirrenica Roma-Ventimiglia’. Queste e tante altre false narrazioni sono circolate nell’opinione pubblica per anni, in una sorta di televendita degna della miglior Vanna Marchi, articoli in cui si parlava del nulla, invece che delle reali conseguenze sulla vita dei cittadini e dei turisti che sceglieranno di venire in vacanza in Liguria”.

“Nella realtà dei fatti, con un serio, documentato e imparziale studio del rapporto costi-benefici dell’opera, nessuno capace di intendere e volere la avrebbe approvata con questo fallimentare progetto, vediamo perché: il costo stimato di 2.560 milioni di euro in realtà è sottostimato di almeno 1 miliardo di euro ovvero per spostare 29 chilometri di ferrovia, se ne costruisce una a monte di 32 chilometri che costa ai cittadini oltre 120.000 euro a metro di binari (poi chiudiamo reparti ospedalieri, punti nascite e pronto soccorso). E poi non chiamatelo ‘raddoppio’ perché è soprattutto uno spostamento, poiché da Loano ad Albenga la linea è a doppio binario dal 1936, la linea è dotata delle più moderne tecnologie, che RFI sta continuamente implementando, basterebbe ripristinare i binari di incrocio, precedenza e servizio dove sono stati stupidamente tolti a fine anni ’90 e si avrebbe già una velocizzazione della linea, ottimizzandone le performance”.

E ancora: “ Spendereste 3 miliardi per perdere la metà dei clienti? Forse a Trenitalia questo dovrebbe chiedere la società ITALFERR incaricata di realizzare l’ opera. Sì, perché dove lo spostamento a monte è stato realizzato (tratta Andora-Ospedaletti ) i passeggeri sono crollati del 30-50% con punte del 70%. Da Andora in poi i treni viaggiano semi-vuoti (infatti molti convogli da e per Milano/Torino si fermano ad Alassio, dove ci sono ancora gli utenti), ci sono molti meno treni di 30 anni fa e le stazioni dell’imperiese sono stazioni fantasma, cattedrali nel deserto. Tranne quelle di Bordighera e Ventimiglia rimaste in centro (chissà come mai). Un paese senza stazione ferroviaria è più ricco o più povero? Chiedetelo ai cittadini di Ospedaletti, di San Lorenzo, di San Bartolomeo, di Cervo, di Noli, di Varigotti o di Albissola Marina. Nella fragile costa Ligure, spesso preda del dissesto idrogeologico, vittima della tropicalizzazione del clima, togliere a intere comunità di cittadini e turisti la possibilità di spostarsi senza l’automobile è una scelta scellerata, per non dire criminale. Lasciare Borgio Verezzi, Loano, Ceriale e Laigueglia completamente senza stazione ferroviaria, così come Albenga, Borghetto Santo Spirito e Pietra Ligure che avranno stazione o semplici fermate scomodissime (come Alassio, che rischia di fare la fine di Sanremo) appare una scelta folle, miope, ben poco lungimirante, facendo soffocare il ponente savonese nel traffico veicolare”.

“Nella capitale ligure dell’agricoltura, ovvero la pianura ingauna, con le vicine pianure fertili di Borghetto, Pietra Ligure e Andora ha senso sacrificare oltre 100 ettari di suolo fertile per un’ opera controversa, costosissima, penalizzante per gli utenti. Ciò, oltre alla perdita di 1 milione di metri quadri, espone l’ economia agricola ad un calo di competitività enorme, al rischio concreto di perdita o inquinamento delle falde acquifere ( come già avvenuto in passato nel finalese e altrove) senza nessun beneficio infrastrutturale o logistico, poiché questo progetto per il trasporto di merci su rotaia vale zero”.

“Praticamente questo progetto a torto commissariato, senza la necessaria condivisione sul territorio, è la cronaca preventiva di un fallimento annunciato. Se chi ci governa vuole portare la Liguria e l’Italia in default questo è un passo in quella direzione.”

Autore
Il Vostro Giornale

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