Sportello antiviolenza, da un convegno all’Università lo sprone per andare oltre il punto d’ascolto

  • Postato il 29 novembre 2024
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  • Di Genova24
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Genova. Giovedì 28 novembre, nell’aula magna di Balbi 5, sede dell’Università di Genova, si è tenuto il convegno dal titolo “Contrasto alla violenza e alle discriminazioni in Unige”.

Sono intervenute Luisa Stagi, Arianna Pitino – presidente ed ex presidente del Comitato per le pari opportunità (Cpo) – Aldo Spalla, ex presidente del Comitato unico di garanzia (Cug) e Angela Celeste Taramasso, delegata del rettore alle pari opportunità e inclusione. Attraverso questo incontro di condivisione e confronto, il Cpo e il Cug hanno raccontato gli ultimi 6 anni del loro lavoro.

Oggetti della discussione sono stati il nuovo Piao, la carriera alias, il Gender equality plan, le linee guida sul linguaggio di genere, il piano di azioni positive – composto da 31 azioni in totale, tra cui l’attivazione di uno sportello d’ascolto (azione 11), una sensibilizzazione per un uso non sessista del linguaggio (azione 24) e contrasto alla violenza di genere (azione 26) – e molti altri.

Sullo sfondo, inevitabilmente, il tema caldo del momento: il dibattito sull’apertura di uno sportello antiviolenza all’interno dell’ateneo. Una struttura chiesta a gran voce dai collettivi studenteschi, ma anche da un gruppo di docenti e ricercatori, dopo il caso del professore di Architettura indagato per avere realizzato delle immagini pornografiche utilizzando i volti di alcune allieve. L’Università ha dichiarato di avere già attivato un iter per realizzare un punto di ascolto, ma secondo molti, questa soluzione, non è sufficiente.

“Dopo questo anno di sperimentazione del punto di ascolto – dice Luisa Stagi , sociologa e presidente del Cpo di Unige – lavoreremo per avviare un vero e proprio sportello antiviolenza. C’è stato già un lungo studio e una lunga progettazione. Le idee sono chiare, bisogna trovare le risorse e mettere a sistema le tante iniziative già presenti”.

In merito alle proteste di Cambiare Rotta dei giorni scorsi, Stagi afferma di aver preso parte a diverse assemblee del movimento. “Loro sono stati importantissimi perché sono riusciti ad attirare l’attenzione dei media, di alcuni politici e delle altre istituzioni cittadine, tra cui il consiglio comunale, che ha deliberato a sostegno di questa iniziativa – continua Stagi – la loro azione è stata fondamentale, insieme abbiamo fatto un percorso di autoinformazione per capire perché era importante una cosa invece che un’altra. Secondo me ci sarà un bellissimo dialogo e un percorso da affrontare assieme”.

Ma la creazione di un punto d’ascolto anti violenza è soltanto una delle azioni che l’Università, su sprone del Cpo, ha messo in atto. Uno dei passi più importanti è stato quello relativo al linguaggio di genere.

“Nel corso degli anni da presidente del Cpo – dichiara Arianna Pitino – ho riscontrato un cambiamento nel linguaggio e una maggiore attenzione ai titoli, soprattutto da quando sono uscite le linee guida sul linguaggio inclusivo. Questo mi sembra un bel segnale, anche se qualcuno è ancora molto restio o distratto”.

Come spiega ancora Pitino, “per alcuni studenti queste risultano tematiche completamente nuove e perciò, importante che ci siano tanti corsi su questi temi, quest’anno, ad esempio, ho insegnato in un corso di genere e sport e nella prima parte gli studenti mi guardavano con gli occhi sgranati senza comprendere bene ciò che spiegavo, mentre nella seconda parte del corso abbiamo iniziato a parlare lo stesso linguaggio”. A supporto di questo pensiero, anche Luisa Stagi afferma che “le istituzioni educative hanno un ruolo importantissimo per quanto riguarda la consapevolezza delle tematiche di genere. Consapevolezza accolta anche dalla componente maschile soprattutto dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, che rappresenta uno spartiacque dal punto di vista della presa di coscienza”.

Durante il convegno si è anche parlato della campagna #finiscequi dell’Università di Trento e sostenuta dall’Università di Genova contro il linguaggio e la cultura sessista – molestie, commenti inappropriati, discriminazioni. “Non serve solo da risonanza e per far mettere in evidenza molestie o discriminazioni che passano inosservate, ma serve anche per raccogliere materiale ed esperienze per ampliare la campagna e migliorarla – dichiara Stagi – Siamo anche stati chiamati da dirigenti scolastici che volevano riproporla nelle loro scuole”.

Uno dei diversi cambiamenti apportati dallo scorso Cpo è la modifica della Legge Gelmini: “abbiamo sollecitato il Governo per non vedere ritardata la carriera delle donne da ricercatrici a professoresse associate – spiega Pitino – È una modifica che va però presidiata perché talvolta qualche segretario amministrativo continua a ritardare la presa di servizio, cosa che per legge non deve più fare”.

“Purtroppo, però – continua Pitino –, quando succedono fatti eclatanti come quelli successi di recente nel dipartimento di Architettura, si crea quell’onda emotiva che finisce per oscurare il lavoro che viene fatto quotidianamente”.

Il convegno è stato anche occasione per il passaggio di consegne dal Cpo in carica dal 2021 al 2024, al Cpo 2024-2027.

“Auspico che venga trovato un modo per riuscire a collaborare meglio all’interno di UniGe stessa rispetto a queste tematiche – afferma Arianna Pitino – Serve sicuramente un maggior coordinamento tra i vari servizi dell’università, a tutela della non discriminazione e dell’antiviolenza. Noi abbiamo sempre fatto rete con tutti gli organi universitari, in questi anni, ma credo servirebbe un qualcosa di più istituzionalizzato”.

Autore
Genova24

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