Spid a pagamento, dopo Aruba anche InfoCert introduce un abbonamento annuale. Ma ancora c’è chi lo offre gratis
- Postato il 31 luglio 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il servizio Spid diventa a pagamento. Dopo la decisione di Aruba, anche InfoCert ha comunicato ai suoi clienti la novità: il servizio italiano di identità digitale non sarà più gratuito. I due operatori hanno deciso di introdurre un abbonamento annuale. I clienti saranno tenuti a pagare 4,90 euro all’anno per la gestione dello Spid a partire dal secondo anno di abbonamento, cui va aggiunta l’Iva che porta così il costo totale a 5,98 euro a utente.
Il timore di Assoutenti è che ora altri operatori possano seguire l’esempio di Aruba e InfoCert, introducendo costi a carico dei 40,5 milioni di titolari di Spid in Italia. “Alla base di questi costi per gli utenti c’è l’insostenibilità economica del modello di Spid gratuito e i ritardi nella concessione dei finanziamenti alle società fornitrici da parte del governo, una situazione che rischia di portare ad una vera e propria commercializzazione di un servizio pubblico come l’identità digitale, oramai indispensabile per compiere una miriade di operazioni”, ha dichiarato a LaPresse il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso. “Per questo è necessario accelerare il passaggio alla Carta di identità elettronica (Cie) e la diffusione di tale strumento presso i cittadini, in modo da garantire il diritto all’identità digitale e assicurare che il servizio sia del tutto gratuito per gli italiani”, conclude Melluso.
Secondo Assoutenti, la decisione nasce dalla mancata erogazione, da parte del governo, dei fondi pubblici promessi ai provider privati. I 40 milioni di euro stanziati nel 2023 sono rimasti bloccati per mesi, causando squilibri economici per chi gestisce il servizio. InfoCert, per esempio, afferma di aver investito oltre 20 milioni di euro dal 2014 per sviluppare il servizio, senza ritorni adeguati. Per questo ora sarebbe necessario un abbonamento per coprire i costi di gestione. L’altra ipotesi sul tavolo è che alcuni operatori scelgano direttamente di smettere di erogare questo servizio. La possibilità per i provider privati di chiedere un contributo economico ai clienti era già prevista nella convenzione originaria del servizio Spid, siglata con l’Agenzia per l’Italia Digitale.
Al momento, per continuare ad avere un’identità digitale gratuitamente – salvo alcuni costi di attivazione – nel 2025, gli utenti possono rivolgersi a Poste Italiane, Lepida, Tim, TeamSystem, Namirial, Sielte, SpidItalia, Intesi Group, EtnaID.
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