Sparò e uccise il figlio, la moglie e madre della vittima non si costituisce parte civile

  • Postato il 10 ottobre 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Edoardo Borghini uccise il figlio Nicolò a fucilate. Era la sera del 19 gennaio 2025, a Ornavasso, un comune della Bassa Ossola nel Verbano-Cusio-Ossola, e subito dopo chiamò i carabinieri. Oggi la moglie, madre della vittima, non si è costituita parte civile nel processo e al termine dell’udienza lei e l’imputato si sono abbracciati. Agli atti del processo per omicidio c’è una storia di disagio e violenza perché la vittima, 34 anni, colpito per due volte, quella sera, come ha ricostruito il pm, si era mostrato “da subito verbalmente e fisicamente aggressivo nei confronti di entrambi i genitori” dopo essere rientrato a casa “ubriaco, con una concentrazione di alcol etilico nel sangue pari a 2,43 grammi/litro”. Nella scheda di soccorso redatta dagli operatori del 118 sulla madre erano state documentate una piccola ferita alla palpebra dell’occhio destro con ecchimosi dell’orbita, un morso sull’avambraccio sinistro e lividi su una coscia, oltre a segni di sangue coagulato sul collo e una piccola abrasione parieto-occipitale.

“Ciò che ha vissuto è un dramma tale che nulla le riporterà il figlio”, spiega l’avvocata Maria Grazia Medali, che rappresenta la donna. La signora, che ha espresso parere positivo al percorso di giustizia riparativa proposto dal difensore di Borghini, parteciperà alle udienze in quanto parte offesa e si sottoporrà all’interrogatorio del pm. Ha ottenuto intanto un risarcimento dal marito, che le ha intestato la casa dove vivevano insieme prima del fatto. L’ammissione al programma di giustizia riparativa può configurare il riconoscimento di una attenuante. La corte ha accolto la richiesta e Borghini potrà accedervi dopo la fase istruttoria del procedimento nella quale verranno ascoltati, oltre alla moglie e alla sorella di lei presenti in casa al momento dell’omicidio, anche altri parenti e familiari, vicini di casa, il datore di lavoro della vittima e gli operatori intervenuti sulla scena del delitto. Si torna in aula il prossimo 14 novembre e a seguire in altre tre udienze già calendarizzate tra la fine di novembre e la prima metà di dicembre.

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Il Fatto Quotidiano

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