Spari e granate stordenti contro i palestinesi: video-inchiesta di AP sulla fondazione Usa che distribuisce aiuti a Gaza
- Postato il 3 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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I contractor americani che sorvegliano i siti di distribuzione degli aiuti a Gaza utilizzano munizioni vere, granate stordenti e spray al peperoncino contro i civili in fila per il cibo. È quanto emerge da una video-inchiesta pubblicata da Associated Press che cita due operatori statunitensi della UG Solutions che si sono fatti avanti in condizioni di anonimato per denunciare pratiche pericolose e irresponsabili, oltre alla diffusa incompetenza del personale di sicurezza impiegato nella Striscia dalla Gaza Humanitarian Foundation, operativa dallo scorso 26 maggio. Stando ai racconti, si tratta di persone non qualificate, non controllate, pesantemente armate e dotate della massima libertà di azione. Una testimonianza che sembra confermare la “propaganda di Hamas” sulla diffusa violenza negli hot spot umanitari, spesso smentita, e che offre uno sguardo esclusivo dall’interno della Ghf.
I VIDEO – Quelle degli operatori, però, non sono solo parole. La situazione di emergenza viene anche confermata da alcuni video, forniti all’Ap e verificati grazie alla geolocalizzazione aerea e all’analisi dell’audio da parte di esperti forensi che hanno rilevato munizioni vere a circa 50-60 metri dal microfono delle telecamere. Le immagini immortalano i contractor americani sparare “colpi in tutte le direzioni” e utilizzare granate e spray al peperoncino “anche in assenza di minacce”. L’operatore che ha filmato la scena ha raccontato che gli spari partivano sia dalla torre sopra il sito, sia dal basso e venivano diretti verso i palestinesi anche quando si stavano allontanando dalla zona dopo aver ritirato il proprio cibo. In un altro video, invece, si registra la conversazione tra due addetti alla sicurezza che discutono sull’organizzazione di una dimostrazione di forza da parte di Israele e commentano la precisione dei loro colpi contro i palestinesi.
LA “CONTROL ROOM” – Stando a quanto testimoniato, i siti di distribuzione vengono monitorati da soldati israeliani e analisti americani all’interno di un centro di controllo, situato in un container sul lato israeliano del valico di Kerem Shalom verso Gaza, dove vengono costantemente proiettate le immagini delle telecamere. Alcune di queste sarebbero anche dotate di sistemi di identificazione facciale che permettono di risalire al nome e all’età della persona ripresa grazie a fonti sconosciute ai due operatori. Una versione smentita dalla Srs (American Safe Reach Solutions) che nega di aver riunito forze d’intelligence e di aver utilizzato tecniche biometriche.
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