Spalletti, la terapia della parola per uscire dal tunnel: "Non ho dato niente all’Italia, cosa ho detto a Gattuso"

  • Postato il 12 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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Non gli passa più. Sono passati due mesi da quando il presidente federale Gravina gli ha chiesto di farsi da parte dopo l’umiliante ko in Norvegia, mortificandolo ulteriormente nel lasciarlo in panchina per la gara con la Moldavia affidandogli l’ingrato compito di comunicare a tutti il doloroso divorzio ma per Luciano Spalletti sembra ieri. Se dopo il fallimentare europeo aveva impiegato tempo a riaversi dallo choc e a ritrovare motivazioni, l’impressione è che per l’ex tecnico del Napoli campione d’Italia ci vorrà ancora parecchio per mettere nel cassetto la delusione in azzurro.

Lo sliding doors di Spalletti

Tornando indietro probabilmente si morderebbe la lingua e direbbe sì al rinnovo col Napoli fresco di scudetto: fu il rapporto con De Laurentiis a spingerlo all’addio dopo una stagione storica e trionfale, poi arrivò la chiamata della Figc e sembrava un sogno. Per la legge del pendolo, invece, sarebbe diventata un incubo. Che lo tormenta ancora come confessa a “#Nonsolomercato” su Rai 2.

Le interviste per Spalletti da quel giorno di giugno sono diventate una terapia. L’ex ct le usa per tirare fuori tutto quello che ancora ha dentro. Ed è tanto. Spalletti non ha remore a confessare che il divorzio dall’Italia “è una cosa che non passa e che non mi passerà mai, anche perché io faccio ancora le cose per sentimento. La Nazionale per me è stato un momento in cui mi sembrava di essere in Paradiso”. E riconosce: “Ce l’ho messa tutta, ma non sono praticamente riuscito a dare niente. Sono dispiaciuto soprattutto per quelli che si aspettavano delle cose importanti per risultati e sviluppo di lavoro”.

Il rimpianto dell’ex ct

Avrà visto e rivisto le partite della sua Italia in queste settimane e ogni volta è stata un colpo al cuore: lui per primo non riconosceva in quella squadra il suo marchio ma la colpa ai giocatori mai l’ha data e mai la darà. Neanche ad Acerbi dopo il no alla convocazione. Qualche rimpianto però c’è sui convocati. Non i giovani (“Qualcuno lo avevo anche convocato, come Leoni. Pio Esposito l’ho guardato giocare e mi fa ben sperare per il futuro”) ma per altri talenti: “Per il mio corso di CT ho un cruccio, ossia di non aver portato nessuno dalla Serie B. Tornando indietro chiamerei qualcuno dalla cadetteria”.

La telefonata con Gattuso

Al suo posto ora c’è Ringhio Gattuso: “Ora andrò curiosamente a guardare le convocazioni di Rino Gattuso, a cui faccio in grosso in bocca al lupo. Ad ogni modo io sono uno di quelli che dicono che il calcio è semplice, ma bisogna dedicargli tempo. Gattuso ce la farà. L’ho sentito perché mi ha telefonato e ci ho scambiato un paio di battute. Ci stimiamo anche molto, perché è un passionale e uno che dedica molto tempo al lavoro che fa”

Futuro incerto per Spalletti

Cosa farà ora non lo sa neanche lui: “Quello che sarà lo attendo con assoluta tranquillità. Se penso a ciò che mi è successo e alla brutta figura che ho fatto credo che debba presentarsi qualcosa di clamoroso. Ho bisogno di ricreare un clima d’affetto, di essere compatto con i miei calciatori. E poi di fare risultato, perché nel calcio ciò che conta è quello”.

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