Spalletti, Conte e Chivu: le trappole prima della sosta nazionali

  • Postato il 7 novembre 2025
  • Di Panorama
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Ultima fatica prima della sosta delle nazionali senza big match, almeno sulla carta. Classifica alla mano la sfida con maggior tasso di punti è quella che vedrà opposti Bologna e Napoli, l’unica con in campo due squadre attualmente piazzate nella zona Europa del campionato. Tutte le altre sono salite di vario grado in cui conterà molto il residuo di energia da gettare oltre l’ostacolo, soprattutto per chi è reduce dal tour de force delle coppe.

Non per questo, però, la giornata numero 11 è priva di trappole. Insidie nascoste dietro a partite apparentemente semplici ma che rischiano di trasformarsi in tagliole essendo quello attuale un torneo attraversato da una somma di imperfezioni. Per dire, il Napoli capolista e campione d’Italia è già caduto due volte e l’Inter, accreditata per avere la rosa più forte, ha conosciuto addirittura tre sconfitte. Nessuna squadra è imbattuta e solo il Milan, tra le prime sette, ha perso una sola volta. Tradotto: fin qui non sono stati fatali solo gli scontri diretti ma anche le tappe intermedie o addirittura quelle di trasferimento.

Conte e Spalletti senza margine d’errore

Ecco perché ci sono due allenatori che devono guardare con grande attenzione agli impegni dell’ultimo fine settimana prima delle nazionali. Sono Antonio Conte e Luciano Spalletti che, per motivi diversi, hanno pochissimi margini d’errore anche se gli incroci con Bologna e Torino non esprimeranno in nessun caso verdetti definitivi. Il Napoli, però, deve cambiare passo a dispetto del primo posto in classifica che occupa. Può sembrare paradossale, ma sotto i risultati in campionato cova la cenere di qualche criticità evidente e il mal di pancia di Conte non è casuale.

L’attacco, ad esempio, non trova la via della rete da tre partite (Lecce-Como-Eintracht Francoforte), più per mancanza di produzione offensiva che per carenze dei singoli. I partenopei fanno fatica, giocano male, un calcio spesso lento, prevedibile e orizzontale. Infortuni, arbitri, calendario e strutture del club – in ordine sparso gli alibi evocati da Conte nelle ultime settimane – non possono spiegare l’involuzione evidente da settembre in poi.

La Juventus di Spalletti è scattata forte dai blocchi a Cremona e poi si è accartocciata in un pareggio contro lo Sporting Lisbona forse immeritato, ma che complica la corsa europea. Alcune trovate sembrano geniali, come Koopmeiners difensore (viene da chiedersi, però, perché sia stato strapagato come centrocampista offensivo per finire lì), altre devono consolidarsi a partire dal ruolo da cucire intorno a David e Openda per i quali la parola fallimento non è prevista, se non a costo di nuovi sacrifici economici. Il derby è statisticamente una partita a segno fisso (vince sempre la Juventus), ma proprio per questo…

Chivu, Gasperini e Allegri, leggeri ma non troppo

Con circospezione si muove anche Cristian Chivu, scottato dalla controprestazione dei suoi contro i kazaki del Kairat. Il tecnico romeno ha alzato la voce avendo colto qualche segnale di rilassatezza già a Verona dove si è salvato in extremis. A San Siro è di turno la Lazio e i tre punti sono obbligati anche perché dopo la sosta si sommano derby e trasferta a Madrid contro l’Atletico di Simeone, il vero inizio della Champions League nerazzurra.

Gian Piero Gasperini punta a consolidare in campionato le cose buone viste a Glasgow, facendo lo slalom tra gli infortuni che lo stanno penalizzando in attacco. Max Allegri ha il distacco di chi si è riposato e sta ritrovando i suoi uomini (Pulisic a disposizione), ma anche una squadra che vive di alti e bassi dentro le partite. Sulla carta quella a Parma è la partita più facile tra tutte quelle assegnate dalla sorte alle big. Sulla carta. Poi si vedrà.

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Panorama

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