Spalletti alla Juventus: i rischi di una scelta senza garanzie

  • Postato il 30 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Luciano Spalletti è il nuovo allenatore della Juventus. Il primo scelto veramente da Damien Comolli, nuovo uomo forte della dirigenza bianconera che a giugno aveva subito la conferma per mancanza di tempo e alternative di Igor Tudor. Contratto di otto mesi, da tecnico interinale, con rinnovo automatico in caso di qualificazione alla Champions League che è l’obiettivo minimo imprescindibile che la società si è data e ha trasferito al nuovo tecnico. Con l’Europa che conta e i relativi ricavi, per Elkann sarà possibile provare a raddrizzare i conti che piangono. Senza, ci sarebbe da mettere mano all’ennesimo Anno Zero di una traiettoria che negli ultimi quattro anni ha bruciato progetti, stabilità, dirigenti, allenatori e una montagna di denaro.

L’ex ct della nazionale, uscito malissimo dall’esperienza alla guida degli azzurri prima all’Europeo 2024 e poi nella disastrosa prima parte delle qualificazioni al prossimo Mondiale, ha trovato il modo migliore per rimettersi in gioco. Bisogna essere sinceri: difficile trovare un’opzione migliore per la Vecchia Signora nel cuore dell’autunno – Spalletti è pur sempre l’allenatore dello scudetto del Napoli nel 2023, non un secolo fa – e impossibile immaginare un palcoscenico più lussuoso per il tecnico di Certaldo. Lui stesso lo ha spiegato quando ha ammesso di coltivare “l’ambizione di rimettere a posto quello che mi è successo ultimamente“.

Spalletti ha accettato la Juventus senza porre condizioni

Ecco perché è comprensibile che, alla chiamata di Comolli, non abbia opposto resistenze di sorta ma abbia garantito un’apertura quasi senza condizioni. L’uomo ha voglia di riscatto e scommette su se stesso e sulle sue idee. In passato ha quasi sempre avuto ragione da subentrato, guadagnandosi l’etichetta di aggiustatutto e anche conferme o avanzamenti di carriera.

La genesi di un contratto anomalo per un tecnico di quel livello è tutta qui ed è una bella storia che merita di essere seguita con passione e simpatia. Poi, però, arriva la parte pragmatica della questione e non è difficile arrivare alla conclusione che un allenatore come Spalletti che accetta una squadra come la Juventus a qualsiasi costo è un’ammissione di debolezza e non di forza.

Debole la Juventus che continua a non volere (o non potere) programmare nel lungo periodo, trattenuta dai vincoli degli errori del passato e da una cronica mancanza di visione che ne sta modificando il Dna nel profondo. Perché Comolli non ha legato Spalletti più a lungo se non attraverso un sistema di clausole? Perché non crede nella sua scelta? Difficile. Perché oggi l’orizzonte della Vecchia Signora è limitato, invece, può essere la risposta corretta e non è una consolazione per chi ama i colori bianconeri.

Conte, Allegri e Gasperini: contratti lunghi per progetti da uomini forti

E debole anche Luciano Spalletti che accetta condizioni incompatibili con il suo status. La favoletta dei tempi che cambiano e dei manager che non possono più pretendere contratti lunghi è, appunto, una favoletta. Anche Max Allegri aveva voglia e necessità di rientrare, ma dal Milan ha voluto un accordo fino al 2027 con opzione ulteriore. Antonio Conte ha sposato il Napoli nel 2024 facendo impegnare De Laurentiis fino almeno fino al 2027. Gian Piero Gasperini si è preso la Roma a patto di aprire un ciclo con scadenza, per ora, al giugno 2028.

Cosa significa? Che tecnici forti, cioè uomini forti, chiamati a destini forti (citazione spallettiana) nel calcio gettano le fondamenta anche attraverso contratti che li certifichino agli occhi di tutti, dirigenti e spogliatoio, come centrali nelle scelte future. Non qualcosa che profumi a un manager a tempo. L’unico rischio sta qui, nascosto nelle pieghe di una storia che sembra scritta apposta per esaltare il lato romantico di una doppia scelta.

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Panorama

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