“Sostituiti dalla tecnologia, ora accompagnano i tennisti in bagno”: una giudice di linea denuncia la nuova vita da “maggiordomi” a Wimbledon
- Postato il 11 luglio 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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Fino allo scorso anno erano i simboli del torneo più antico nella storia del tennis, oggi i giudici di linea a Wimbledon non esistono più. Al loro posto c’è la tecnologia automatizzata, vengono definitivi “assistenti di partita” e il loro compito è quello di accompagnare i giocatori in bagno. Una nuova vita da maggiordomo che ridicolizza e sminuisce un ruolo che (in pochissimo tempo) ha perso di appeal e professionalità.
Tra toilette e palline da “scartare”: la rivelazione
Dopo 148 anni gli iconici giudici di linea sul campo dell’All England Lawn Tennis Club non ci sono più. Le macchine e i robot rompono la tradizione e i pochi rimasti vengono trattati come dei semplici assistenti. “Adesso ci sono due assistenti di partita su ogni campo, ed è per questo che sul campo centrale e sul campo n.1 sono ancora seduti nella vecchia posizione di servizio: sembra che stiano chiamando la linea, ma non è così”, ha spiegato l’ex giudice di linea Pauline Eyre al Daily Mail. I maggiordomi dell’erba, oltre ad accompagnare i tennisti in bagno, aiutano gli arbitri e aprono le confezioni (i tubetti, per intenderci) con le nuove palline che verranno utilizzate in gara: “Sono lì per assistere l’arbitro con i cambi di palla, aprono i contenitori di palline e supervisionano i raccattapalle. E accompagnano i giocatori in bagno. Il motivo? Quando un giocatore ha bisogno di una pausa deve essere necessariamente accompagnato da un arbitro, perché non gli è permesso ricevere cure mediche. Quindi qualcuno li deve ‘scortare’ assicurandosi che tornino in orario”.
La sponsorizzazione Ralph Lauren
E poi c’è il fattore marketing: “Ho sempre pensato che quelle uniformi fossero più simili a dei costumi. Le ho sempre trovate un po’ buffe”. Colori che danno nell’occhio per un marchio, Ralph Lauren, totalmente sponsorizzabile. I “nuovi” giudici di linea sono anche questo: manichini alla moda per promuovere un brand. In campo non servono più, è tutta una questione estetica. “Sono lì per assomigliare a questa idea terribilmente antiquata di un maggiordomo: sono in contrapposizione ai professionisti che lavorano”.
“Abbiamo bisogno di persone, non sostituitele con le macchine”
C’è chi non la considera una tragedia. Per altri, invece, è semplicemente frustrante. È come se mancasse qualcosa: Wimbledon perde un emblema: “È il microcosmo di un problema più grande. Siamo molto bravi a utilizzare le nuove tecnologie e a valutare cosa potremmo fare, ma non siamo altrettanto bravi a capire perché lo facciamo e se sia meglio per noi come cultura”, ha sottolineato l’ex giudice di linea. “Quello che sta realmente accadendo è che l’intelligenza artificiale ci sta portando via il lavoro, le nostre competenze. E ci sta rendendo stupidi“.
Senza i giudici di linea le scene familiari del torneo londinese sembrano quasi “photoshoppate”. Una soluzione che toglie il lavoro a circa 300 persone e lo semplifica ad almeno a 80. Ma a quale prezzo? Per Eyre, la decisione del torneo di allontanarsi dalla tradizione ha avuto un costo irreparabile. “È davvero triste: la macchina non può scendere dalla sedia dell’arbitro e andare a controllare Grigor Dimitrov mentre piange in campo”, riferendosi all’infortunio rimediato contro Sinner. La sintesi è un disegno spoglio: due tennisti, qualche ball-boy e le decisioni (prive di emozioni) di una macchina. Poi, l’appello finale: “Abbiamo bisogno di persone, non sostituitele con le macchine”. Maggiordomi glorificati”, una nuova triste realtà che si allontana dalla tradizione e dal vero (e autentico) Wimbledon.
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