“Sono diventata mamma a 43 anni e a chi faceva osservazioni sul non esserlo diventata prima direi di giudicare meno e augurare di più. La menopausa? Parlarne fa sentire la donna meno sola”
- Postato il 9 ottobre 2025
- Televisione
- Di Il Fatto Quotidiano
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Schietta, vera e senza peli sulla lingua. In altre parole, sincera. Valentina Persia, dopo il successo dello speciale one-shot di gennaio, tornerà con quattro nuove puntate di “Sinceramente Persia – One Milf Show”, in prima serata sul Nove e in anteprima streaming su discovery+.
Si partirà giovedì 9 ottobre per quello che, a detta della comica, rappresenta “indubbiamente una conquista ma non un traguardo”. Gli ospiti sono tanti e diversi, in ogni episodio. Nella prima puntata, ad esempio, saliranno sul palco Belén Rodríguez, Ciro Ferrara e Giuseppe Ninno “Mandrake”, youtuber e content creator con quasi 3 milioni di follower su TikTok.
Valentina Persia, con la sua coinvolgente ironia, esplorerà l’universo femminile e il rapporto tra i due sessi affrontando, senza filtri, argomenti scottanti e tematiche contemporanee come il corpo, il tempo che passa, i giovani e gli over di oggi, gli italiani, l’infedeltà. Ad affiancarla in teatro, per aggiungere anche punti di vista maschili al suo sguardo femminile pungente, ci saranno Omar Fantini, suo complice di scena, ed il giornalista Alessio Viola, per una visione più “illuministica” sui temi trattati. Non mancheranno le rubriche che hanno già conquistato il pubblico: “La pancetta del Paese”, la vox pop firmato Persia, per scoprire cosa pensano davvero le persone. “La post del cuore”, in cui Valentina risponderà ai messaggi dei suoi follower. “L’ultima? La so”, l’omaggio alla sua storica vena di barzellettista, con una storiella sempre pronta a chiudere in bellezza.
In vista delle nuove puntate di “Sinceramente Persia – One Milf Show”, Valentina Persia ha raccontato, a FqMagazine, qualche dettaglio sul programma.
Arrivi in prima serata con un tuo show a 53 anni: è una conquista, una rivincita, o semplicemente il momento giusto?
È indubbiamente una conquista ma non è un traguardo. Ho aspettato 30 anni per arrivare a quello che avrei voluto fare da sempre. Chiunque faccia questo mestiere si augura, un giorno, che gli venga affidato un programma televisivo. A me è successo adesso e spero fortemente che chi lo vedrà dirà “hanno fatto bene ad affidarglielo”. Era, quindi, il momento giusto al posto giusto, sinceramente.
Il programma si chiama “Sinceramente Persia”: l’essere sinceri è sempre un bene, o ci sono momenti in cui la sincerità rischia di ritorcersi contro?
“Sinceramente” è un titolo che mi appartiene molto perché nella mia vita è una prerogativa, è un po’ un mio marchio di fabbrica, nel bene e nel male. Anche quando sembra ti si ritorca contro. Però è quando la sera ti strucchi, ti guardi allo specchio e dici “ho detto sempre la verità”, che diventa un valore aggiunto. Perché il pubblico, quando stai mentendo, soprattutto se sei un’attrice comica, lo capisce e quindi non paga quasi mai non essere sincera.
Nello show leggerai, oscurando il nome dei mittenti, alcuni messaggi “spinti” che ricevi sui social: come reagisci quando ti arrivano?
Ci sono persone, anche parenti a casa, che mi dicono di lasciar perdere perché a chiunque mandano messaggi del genere. Quando gli haters diventano un po’ troppo pesanti, prima di bloccarli, vado a vedere il loro profilo e gli rispondo. E meno anche parecchio forte (Valentina Persia ha anche fatto riferimento a quando un utente gli aveva chiesto se fosse una cavalla. Lei aveva risposto di sì, aggiungendo però che lui non sarebbe stato il fantino, ndr).
La menopausa è spesso un tabù, anche tra le donne. Tu invece l’affronti sul palco con ironia. È terapeutico?
Parlare della menopausa a mio avviso è importante e, se trattata con i giusti argomenti, fa sentire la donna meno lontana. Perché sfatare un tabù, sia per le donne che per gli uomini, e parlarne con sincerità, aiuta a capire che non si è soli e che anche un’artista figa come me la vive. E quindi il pubblico può dire “posso diventare pure io così!”. O perlomeno ci si può provare.
Parlando di sessualità, si tende a pensare che, dopo i 50/60 anni, si “abbassi la saracinesca”. Possiamo sfatare questo mito?
Ho i muscoli talmente forti sulle braccia che la saracinesca con me non ci prova proprio.
Come vedi il rapporto con la sessualità dei giovani rispetto a quello della tua generazione?
I tempi si sono molto abbassati, perché oggi la sessualità si scopre. Una volta si chiedeva a casa, a mamma, a papà, di spiegare che cosa avviene perché non si trattava il tema al di fuori. Oggi è importante che se ne parli anche a scuola, tra i giovani. Solo che bisogna trattarla con meno violenza e quindi nell’accezione più romantica del termine. Non soltanto di “sesso” ma anche di “amore” e, soprattutto, visto il periodo storico, di “rispetto”. Che è ancora più importante.
Cosa ruberesti ai ventenni di oggi, e cosa invece gli lasceresti volentieri?
Ruberei sicuramente la sfrontatezza di affrontare il mondo e, invece, gli regalerei da parte mia il rispetto. Uno per gli insegnanti che ci sono a scuola, ma questo lo rimanderei più alle famiglie. Inoltre, gli direi soltanto di alzare la testa da questo marchingegno (il cellulare, ndr) che sicuramente ha aiutato ma, dall’altro lato, gli sta facendo perdere tanto di quello che accade intorno. Un giorno, magari, alzeranno la testa troppo tardi e diranno “mi sono perso parecchio”. Ma tanto, tanto, tanto.
Sei diventata madre a 43 anni: cosa provavi quando qualcuno ti faceva notare di non avere ancora figli?
Sono diventata mamma con tutte le cose positive e negative dell’essere madre tardi. A chi mi faceva osservazione del mio non essere ancora genitore gli direi di giudicare meno perché non si può capire che cosa sta passando quella persona. È sbagliato anche nelle coppie che si incontrano quando c’è l’usanza di chiedere “è tanto che siete insieme, ma un figlio quando?”. Perché non si può sapere che cosa stanno passando. È bene giudicare meno e augurare di più.
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