Sondaggio choc nelle chat di studenti: “Quale vittima di femminicidio meritava di più di essere uccisa?”
- Postato il 16 maggio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Un sondaggio choc è circolato tra le chat di Whatsapp degli studenti di una scuola di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. A rivelare il contenuto del messaggio è stata Women for Freedom, associazione umanitaria impegnata nella lotta contro la violenza e la discriminazione di genere, che in un post di Instagram ha pubblicato la foto della chat: “Giulia Tramontano, Mariella Anastasi, Giulia Cecchettin: chi si meritava di più di essere uccisa?”. Un quesito raccapricciante su cui gli studenti partecipanti dovevano rispondere.
IL POST – “È difficile perfino scriverlo. È difficile crederci. Perché questa non è solo una bravata di cattivo gusto – si legge nel post di Woman For Freedom – Non è una battuta fuori luogo, ma una mancanza totale di empatia. È uno specchio rotto in cui si riflette una parte della nostra società che ancora non capisce, o non vuole capire, quanto sia profonda la ferita del femminicidio. Ogni volta che minimizziamo, normalizziamo. Ogni volta che perdoniamo in silenzio, legittimiamo. Ogni volta che archiviamo, contribuiamo a costruire una società in cui il femminicidio non è un allarme sociale, ma una voce in più nella cronaca nera”. Forti anche le parole di Luisa Rizzon, presidente dell’associazione, che invita tutti a una riflessione più ampia: “Un sondaggio simile non può essere derubricato a scherzo. Dietro ci sono delle vite umane. La gravità di quanto accaduto non può restare tra le mura della classe. Ciascuno di noi può fare qualcosa: il cambiamento nasce proprio dai piccoli gesti, dalle parole, dall’eliminazione dei pregiudizi e degli stereotipi. Serve educazione al rispetto nelle scuole”.
LE SCUSE DELL’AUTORE – E arriva anche la risposta dell’autore del sondaggio e del suo legale. In una lettera, il giovane chiede perdono e scrive: “Mi scuso umilmente per ciò che ho scritto. Capisco il dolore, la rabbia e l’indignazione che ho provocato e, purtroppo, non ho giustificazioni né spiegazioni. Mi ci sono voluti pochi secondi per capire la gravità delle mie parole – continua – ma quando poi i miei genitori hanno appreso il fatto e ho visto l’espressione sconcertata sui loro visi, ho compreso la vera portata di ciò che avevo scritto: ho pensato a come avrebbero potuto sentirsi i genitori di quelle donne, i loro familiari e i loro amici, leggendo un simile messaggio scritto da qualcuno che nemmeno le conosceva e mi si è gelato il sangue nelle vene”. Ha poi aggiunto: “Posso solo dire che tutto questo non era nelle mie intenzioni e che, in realtà, mancava una qualsiasi intenzione o un qualsiasi senso. Ho scritto senza pensare al significato delle mie parole, al loro peso e al loro valore. Il rispetto è dovuto a tutti e la violenza non è mai giustificata, nemmeno quella delle parole. Mi dispiace“.
IL LEGALE – Anche Aldo Benato, legale della famiglia del giovane autore della chat di classe, non ha tardato a commentare l’accaduto: “È un episodio, senza dubbio da condannare, ma errare è umano. Il ragazzo si è reso conto da solo di aver sbagliato, ha chiesto scusa anche ai familiari delle vittime e ha fatto tutto quanto in suo potere per rimediare. Si è offerto anche di pagare un incontro formativo dedicato ai giovani. Ma mentre lui ha riconosciuto il proprio errore e lo sta pagando – ha aggiunto – sul web circolano commenti minacciosi e denigratori: una vera e propria campagna di condanna nei confronti di questo ragazzo”. Benato ha tenuto anche a sottolineare che “per evitare la sovraesposizione del ragazzo più di quanto accaduto, credo si sia scelto di non coinvolgere formalmente il personale scolastico”.
LE REAZIONI – Sono molte le personalità politiche che si sono espresse su quanto successo. Tra queste il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che sottolinea come questo episodio “lascia molta amarezza e dimostra un alto grado di immaturità e di insensibilità. La scuola saprà prendere i provvedimenti opportuni non solo per sanzionare comportamenti così gravi, ma anche per richiamare alla cultura del rispetto”. A questo proposito il ministro ricorda che “le nuove Linee guida sulla educazione civica prevedono per la prima volta che l’educazione al rispetto, in specie verso le donne, sia ora un obiettivo di apprendimento che deve essere imparato e su cui si dovrà essere valutati. Contemplano inoltre nuove modalità didattiche, e fra queste il peer tutoring, che riteniamo possano essere particolarmente efficaci per far crescere la maturità e la consapevolezza fra i giovani e per educare a relazioni positive e rispettose. Proprio a questo proposito Indire ha ricevuto l’incarico di formare i docenti alle buone pratiche su un tema per noi decisivo”. Per Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, “è difficile credere che una chat simile possa davvero esistere. Quanto emerso suscita sgomento e solleva interrogativi profondi sul percorso che ancora resta da compiere per contrastare la violenza di genere e promuovere una cultura del rispetto. Non sono un giurista, ma se dalle indagini dovessero emergere profili penalmente rilevanti, mi auguro che siano adottati tutti i provvedimenti previsti”.
Intanto, soltanto ieri, altre tre donne sono state uccise in Italia.
L'articolo Sondaggio choc nelle chat di studenti: “Quale vittima di femminicidio meritava di più di essere uccisa?” proviene da Il Fatto Quotidiano.