Sondaggi Romania, Georgescu al 45% in vista delle Presidenziali. Dopo l’arresto e l’annullamento del voto guadagna consensi
- Postato il 6 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’annullamento delle elezioni dopo la sua vittoria e poi l’arresto non hanno scalfito la popolarità del leader indipendente dell’ultradestra rumena e da molti considerato vicino alla Russia, Călin Georgescu. Mentre il candidato alla presidenza si trova ancora a dover rispondere alle pesanti accuse mosse dalla Procura, le piazze rumene si sono riempite di suoi sostenitori che gridano al golpe e chiedono che gli venga permesso di partecipare alle elezioni. Un sostegno che si ritrova anche negli ultimi sondaggi diffusi da Europe Elects che danno il candidato al 45%.
Un balzo in avanti, il suo, di 22 punti percentuali rispetto al 23% racimolato alle elezioni di novembre, quando aveva chiuso al primo posto accedendo al secondo turno, in ballottaggio con la candidata europeista ma indipendente rispetto ai partiti tradizionali, Elena Lasconi, che aveva chiuso al 19%. Secondo gli ultimi rilevamenti, la giornalista esponente del partito Salviamo la Romania è in netto calo, ferma all’8% dei consensi (-11%) e non potrà così accedere al secondo turno. Anche perché, nel tentativo di arginare l’avanzata di Georgescu, Social Democratici, Partito Nazional Liberale e Unione Democratica Magiara hanno unito le forze diventando la seconda realtà politica a queste elezioni, ferma comunque al 20,3%. Decisivi saranno, se queste proporzioni rimarranno stabili fino al 4 maggio, quando i cittadini rumeni torneranno alle urne, i voti delle formazioni che rimarranno fuori. Quelli dei sostenitori di Lasconi, appunto, che sono caratterizzati da un convinto europeismo, quelli che spingono per la vittoria dell’attuale sindaco di Bucarest Nicușor Dan (13,6%) e quelli per la candidata del partito di estrema destra SOS Romania, Diana Iovanovici Șoșoacă (3,3%).
Rimane la grande incognita sulla possibilità per Georgescu di partecipare nuovamente alle Presidenziali di maggio. Il 26 febbraio scorso, proprio mentre stava andando a depositare la propria candidatura, è stato fermato per strada e arrestato dalla polizia che lo ha interrogato per cinque ore per le gravi accuse mosse nei suoi confronti, nell’ambito di un blitz in diverse aree del Paese che ha coinvolto suoi stretti collaboratori, come il mercenario Horațiu Potra. La Procura ha fatto sapere che le persone coinvolte sono indagate a vario titolo per azioni contro l’ordine costituzionale, mancato rispetto del regime di armi e munizioni, svolgimento di operazioni con articoli pirotecnici senza autorizzazione, incitamento all’odio pubblico, costituzione di un’organizzazione fascista, razzista o xenofoba, costituzione di un’organizzazione antisemita e falsificazione della dichiarazione sui finanziamenti elettorali.
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