Solo un imprevisto (e il mare) può vincere il dolore
- Postato il 8 settembre 2025
- Di Libero Quotidiano
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Solo un imprevisto (e il mare) può vincere il dolore
Il protagonista dell’intrigante, ultimo romanzo di Alberto Pezzini, Singhiozzi blues (d’altro canto il blues è sofferenza, e quale sofferenza più universale del singhiozzo?) non essendo vocato all’arte del ricamare, il lontano giorno in cui avrebbe dovuto decidere del proprio futuro, aveva scelto di abbracciare l’arte di Ippocrate. Vulgo, diventare medico. Una voglia stimolata dalla lettura di Mario Tobino, un medico capace di scrivere le cartelle cliniche come racconti.
Quello del dottore è mestiere rispettabile, per carità, ma cavallo che non vuol briglia, quindici giorni, quattordici miglia. E così Gianni Prati (questo il nome del protagonista), a un certo punto della propria esistenza, siccome amante dell’avventura, dei libri e delle storie, decide di smettere il camice e di diventare libraio di volumi antichi e preziosi e, per ciò stesso, rari. Il Nostro vive in una località di mare dove si dipana il suo percorso esistenziale, fisico e metafisico, punteggiato di cambiamenti e crossroads interiori e no. Una vita di provincia con tutto ciò che una dimensione antropologica del genere contempla.
Gianni è stato a lungo a fianco di una donna, Giulia, cui ha voluto un bene dell’anima. Ella, tuttavia, ha precocemente oltrepassato il limitar di Dite, senza per ciò stesso e verosimilmente finire all’inferno. Della scomparsa prematura di Giulia, Gianni, nonostante le numerose donne che entreranno nella sua vita, non s’è mai dato pace.
Mala scomparsa di Giulia non rappresenta la prima volta che sorella morte corporale irrompe nell’esistenza del fu dottor Prati. Che resta senza fiato quando il suo carissimo amico, Enzo, gli svela ex abrupto che ha un cancro, una di quelle bestie feroci che non ti danno scampo. A questo punto la curiosità del lettore obbliga a una domanda: Gianni di fronte a questi e altri accidenti, alla fine, si ritroverà da solo? Niente affatto. Gli amici, la vita, le emozioni, la musica, la voglia di essere anche “al di sopra delle nuvole”, gli regaleranno un’esistenza imprevista comunque degna del nome.
A proposito di amici: spicca tra di essi Manlio, un tipo un po’ strano, che si fa fare da Gianni le iniezioni perché ha una schiena ridotta ecce homo e che ogni volta che si congeda dal suo interlocutore dice che lo sta aspettando una donna per scopare (absit iniuria verbis). Esilarante.
Altrettanto intrigante la figura del misterioso personaggio che spedisce a Gianni un assegno di cinquemila euro per l’acquisto di qualcosa che rappresenterà una svolta per la vita del Nostro ma che lo porterà anche ad affrontare un altro dolore e a perdere altri amici.
Si è detto della presenza incombente, nella vita del protagonista, dei leopardiani umani affanni. Ebbene, Gianni ne soffre mali sublima, dimostrando una capacità di resistenza e resilienza e attaccamento alle cose vere e palpitanti davvero sorprendente. Tutto ciò ne fa un esempio da seguire, da ammirare e – finché è possibile - da imitare.
Il libro, edito da Indipendently Published (388 pagine, 17 euro), si legge ch’è una bellezza. Il linguaggio è brillantemente sincopato, ironico e crudo al tempo stesso, capace di scavare nell’animo umano senza pietà, ma anche con una certa dolcezza (nessuna sorpresa. Pezzini è scrittore di razza).
Insomma, dopo Il Libraio, Il Libraio Uccide e Il Gioco delle biglie rieccoci a che fare con Gianni, un tizio apparentemente destinato a vivere una vita tempestosa. Forse perché abita in un posto di mare.
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