“Soffrivo di vertigini ma per i medici non dovevo preoccuparmi, poi sono collassata e ho fatto una terribile scoperta”: la storia di Glenn Lilley
- Postato il 15 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Per anni Glenn Lilley ha convissuto con attacchi di vertigini, ronzii nelle orecchie e peggioramento dell’udito, e le è stato ripetuto più volte che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Poi, nell’estate del 2021, è crollata a casa e ha ricevuto una diagnosi che le ha stravolto la vita: un tumore al cervello così aggressivo che senza un intervento chirurgico le sarebbero rimasti solo sei mesi di vita.
L’insegnante di Plymouth, oggi 73enne, si è accorta per la prima volta che qualcosa non andava nel 2017. Era tormentata da vertigini e acufene e si era fatta visitare da un otorinolaringoiatra, ma la risonanza magnetica non aveva rilevato nulla, perciò era stata mandata a casa con degli apparecchi acustici e la spiegazione che avrebbe dovuto semplicemente convivere con le vertigini.
Quattro anni dopo, mentre portava la spesa a casa, Glenn è collassata sbattendo la testa su un gradino di pietra. Suo marito John l’ha portata d’urgenza al pronto soccorso. Era così disorientata che non riusciva a ricordare il suo nome, ha detto. Inizialmente i medici hanno sospettato un ictus ma esami più approfonditi hanno portato a galla la verità: un meningioma di grado II, un tumore che si sviluppa dalle meningi, che si estendeva da dietro l’occhio sinistro fino alla nuca. Osservando la risonanza magnetica, Glenn ha detto: “Sembravano due prugne. Sono rimasta scioccata e inorridita quando i medici me l’hanno detto”.
La maggior parte dei meningiomi è a crescita lenta e classificata come grado I, ma i tumori “atipici” di grado II, come quello di Glenn, si comportano in modo più aggressivo e hanno maggiori probabilità di recidiva. Sebbene tecnicamente non siano maligni, la loro localizzazione all’interno del cranio può renderli potenzialmente letali. I tassi di sopravvivenza a cinque anni per i pazienti con meningiomi di grado II sono in genere compresi tra il 65 e il 75%, ma i risultati sono fortemente influenzati dalla quantità di tumore che i chirurghi riescono a rimuovere.
I medici hanno spiegato che il tumore di Glenn era effettivamente visibile alla sua risonanza magnetica nel 2017, ma non era stato individuato. Quando finalmente ci si è riusciti, era cresciuto così rapidamente che chemioterapia e radioterapia non erano più considerate praticabili. “Lentamente la mia mobilità è peggiorata e mi sentivo come se stessi morendo”, ha detto.
Nel settembre 2021 è stata sottoposta a un intervento chirurgico d’urgenza di 11 ore per rimuovere il tumore. L’intervento è riuscito, ma i medici hanno avvertito che c’erano buone probabilità che si ripresentasse e che ulteriori interventi avrebbero potuto causarle lesioni devastanti. La guarigione è stata lunga e lenta. Ha iniziato a camminare all’aperto prima con le stampelle, poi senza, recuperando gradualmente la sua forma fisica.
Oggi Glenn convive ancora con perdita dell’udito, vuoti di memoria e mal di testa. A fine giornata sente il viso afflosciarsi come se stesse per cadere e si asciuga continuamente naso e bocca. Ma rimane ottimista. “Sono tutte cose gestibili”, dice. “Ho avuto una vita meravigliosa e mi sento molto fortunata. Sono grata di essere ancora viva”.
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