Smart #5, la prova de il Fatto.it – La (non più) citycar che si prende l’autostrada
- Postato il 11 settembre 2025
- Prove Su Strada
- Di Il Fatto Quotidiano
- 3 Visualizzazioni
.png)
Ci sono viaggi che sembrano scritti apposta per misurare un’automobile. L’A4, da Milano a Padova, 245 chilometri di asfalto che conoscono bene il peso del traffico e l’umore del meteo, è uno di questi. Perfetta per capire se la nuova smart #5 – la più grande, potente e tecnologica della storia del brand – abbia davvero le carte in regola per diventare la prima vera “macchina di famiglia” firmata Smart.
Noi, quando diciamo “Smart”, pensiamo subito alla citycar che ha fatto epoca: due posti, compatta, simbolo di un nuovo modo di vivere la città. Ma il marchio ha ampliato i suoi orizzonti. Oggi viaggiare non solo è possibile, ma anche piacevole.
L’impatto, a guardarla, è spiazzante. Non più la citycar tascabile che ha fatto storia, ma un SUV pieno, con linee personali e un posteriore un po’ pesante. Ci si diverte, però, a scoprire dettagli come il tasto per aprire il bagagliaio nascosto nella “A” di SMART: un gioco di stile che strappa un sorriso.
Dentro l’abitacolo c’è aria di cambiamento. Sedili ampi, riscaldati e ventilati, materiali curati. Davanti al passeggero un grande schermo che ospita app, giochi e perfino film – ma che si spegne in marcia, per non distrarre. Dietro, spazio abbondante e poltrone reclinabili. L’auto è silenziosa, ben curata nell’insonorizzazione: i doppi vetri e i rivestimenti fonoassorbenti fanno la differenza. Non manca neppure quel gusto per i particolari che richiama la tradizione: l’apertura della tendina del tetto panoramico rievoca simboli familiari a chi ha guidato le prime smart.
Al volante la #5 sorprende per agilità, con un raggio di sterzata che non ti aspetti da uno sport utility di queste dimensioni. L’accelerazione è pronta, la guida piacevole. Solo quando si alza il livello del mantenimento di corsia, la mano elettronica diventa troppo pesante (se impostato il livello massino): un’invadenza pensata certamente per i neofiti, utile alla sicurezza, ma che ai guidatori esperti può sembrare eccessiva.
La batteria da 100 kWh, con architettura a 800 Volt, consente di viaggiare sereni. I consumi sono buoni, e l’autonomia sfiora i 600 km. Noi abbiamo ricaricato a Padova, quando avevamo ancora mezza batteria: le nuove colonnine IPlanet a 400 kW, finalmente allineate agli standard più evoluti. Anche se, va detto, potenze così alte non sempre servono: se le batterie non assorbono tutto, i numeri restano sulla carta.
E poi c’è la variante BRABUS, che porta in dote 646 cavalli, trazione integrale e uno 0-100 in 3,8 secondi: più che una smart, un piccolo manifesto su come Geely e Mercedes immaginano il futuro del marchio.
Resta il nodo del mercato. In Italia l’elettrico non supera il 5%, mentre in Europa il riferimento resta la Germania. Ma la prospettiva cambia con l’annuncio del ritorno, nel 2026, della citycar per eccellenza: la Fortwo a due posti. Con lei in gamma, le vendite nel Belpaese sono destinate a crescere e a riportare Smart al cuore delle nostre città.
Per ora, la #5 segna un punto pesante: più grande, più versatile, capace di accompagnarti da Milano a Padova con la leggerezza di un viaggio ben riuscito. Un’elettrica che sorprende, e che lancia un messaggio semplice: Smart non ha smesso di reinventarsi. A un prezzo di 47.935 euro, che scende se integrato dai contributi statali. Quando arriveranno.
L'articolo Smart #5, la prova de il Fatto.it – La (non più) citycar che si prende l’autostrada proviene da Il Fatto Quotidiano.