Skymetro, scatta l’operazione Firpo: “Tre anni per nuova scuola e metro fino a Molassana”
- Postato il 12 marzo 2025
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- Di Genova24
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Genova. L’istituto Firpo-Buonarroti cede il passo allo Skymetro e vede un futuro lontano (ma non lontanissimo) da Marassi, praticamente in centro, dove il Comune vorrebbe costruire una nuova scuola con fondi pubblici o privati. Il dossier è nelle mani del Consiglio superiore dei lavori pubblici in attesa del fatidico via libera e rappresenta ormai la strada maestra per realizzare la metropolitana sopraelevata su cui si gioca buona parte della campagna elettorale del vicesindaco reggente Pietro Piciocchi in Valbisagno, che ha già pronta una sorta di slogan: “Skymetro, uno scatto per Marassi“. Nel frattempo si attende l’ufficialità del decreto che posticipa a fine 2025 il termine per l’affidamento dei lavori e si registra una nuova attività ispettiva della Corte dei conti.
L’area individuata per ospitare la nuova sede dell’istituto è quella delle officine ferroviarie di piazza Giusti, di cui Trenitalia prevede la dismissione nei prossimi anni. “Ci sono due possibilità – spiega Piciocchi -: un’integrazione di risorse nel progetto dello Skymetro o in alternativa un partenariato pubblico-privato. Stiamo stimolando diversi soggetti a fare proposte, ho condiviso il tema anche con Ance, poi l’iter dovrà seguire una regolare procedura di evidenza pubblica“.

Al momento non è chiaro quanti milioni servirebbero se fosse lo Stato a sobbarcarsi l’onere del trasferimento, ipotesi che rimane percorribile “anche dal punto di vista secondo cui le opere devono migliorare il territorio”, osserva il vicesindaco e candidato, che in ogni caso si dice tranquillo: “Non sono preoccupato per i finanziamenti, da qualche parte si trovano. E comunque il progetto merita a prescindere: il Firpo non ha adeguamento antisismico, non ha adeguamento antincendio, ha mille problemi ed è perennemente in deroga. Rivendico questa scelta perché non avrei mai fatto passare lo Skymetro tangente alla scuola e, al tempo stesso, abbiamo l’opportunità di realizzare finalmente un polo di alto livello“.
Al posto della scuola, nell’ambito di un esteso intervento di rigenerazione urbana a Marassi, sorgerebbe un autosilo con centinaia di posteggi: “Ho incaricato a tal proposito i progettisti dello Skymetro“, conferma Piciocchi. Risolto lo scoglio dell’interferenza con l’edificio, i treni attraverserebbero il Bisagno a monte della copertura. A pochi metri dalla futura stazione di piazza Romagnosi, nel masterplan che il Comune sta perfezionando, ci sarebbero lo stadio Ferraris riqualificato e un nuovo parco pubblico parzialmente ricavato al posto del carcere, che verrebbe a sua volta trasferito (probabilmente in area ex Colisa, in Valpolcevera) nell’ambito di un protocollo d’intesa col ministero della Giustizia. Da segnalare al riguardo le perplessità del garante dei detenuti.

L’istituto Firpo-Buonarroti è frequentato da quasi 900 studenti divisi in 40 classi su più indirizzi: liceo economico sociale, liceo del Made in Italy, istituto tecnico del turismo e per geometri. La prospettiva di un trasloco è destinata inevitabilmente a far discutere. “Finché non ho informazioni ufficiali non commento – riferisce la preside Annamaria Coniglio -. Quando si parlava di demolizione, le famiglie erano state rassicurate dalle smentite del Comune e hanno risposto bene anche con le iscrizioni. Di certo non è piacevole finire sui giornali per qualcosa di allarmante. Per ora non abbiamo parlato con nessuno”.
Da parte sua Piciocchi garantisce che nessuno studente verrà trasferito finché non sarà pronta la nuova sede: “Questo è pacifico, anche a costo di ritardare lo Skymetro, cosa che non avverrà perché siamo perfettamente in grado di gestire tutto in simultanea”. Il rischio di allungare ancora i tempi è dunque concreto, ma le stime sono ottimistiche: “Nella mia esperienza – prosegue il reggente – questa è un’operazione che in tre anni può essere fatta. Comunque il mio obiettivo è chiaro: entro la fine del prossimo ciclo amministrativo voglio che lo Skymetro sia completato fino a Molassana. E ci sono tutte le condizioni per farlo”.
A proposito di tempi e di ritardi, la Corte dei conti ha avviato una nuova attività di controllo concomitante sui finanziamenti ministeriali alle “metropolitane nelle grandi aree urbane” coinvolgendo in particolare il Mit, il Comune di Genova e il Comune di Milano. La proroga dei termini – non solo per lo Skymetro ma anche per diverse opere analoghe in diverse città italiane – era già finita sotto la lente della magistratura contabile che nel 2023 aveva rilevato alcune criticità: in sostanza la dilazione di due anni chiesta da Tursi non sarebbe stata adeguatamente giustificata al ministero. Alla fine, però, i rilievi della sezione centrale erano stati superati e il decreto aveva ottenuto il via libera.
“Non abbiamo nessuna evidenza di problemi, si tratta di controlli normali”, risponde Piciocchi. Se tutto andrà come spera il vicesindaco, la scadenza per assumere l’obbligazione giuridica vincolante (cioè la firma del contratto con l’appaltatore) sarà spostata dal 30 giugno al 31 dicembre 2025. L’obiettivo del Comune, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, resta quello di pubblicare il bando di gara entro le elezioni amministrative, mossa che metterebbe in difficoltà maggiori un’amministrazione subentrante interessata a bloccare il progetto. Dopodiché il tempo non mancherebbe: “Non c’è un vero e proprio termine di fine lavori – sostiene Piciocchi – anche perché le risorse del ministero sono spalmate in dieci anni. Questo non significa che andremo al 2032, perché potremo ottenere anticipazioni da istituti di credito”.
Dopo l’approvazione del Consiglio superiore dei lavori pubblici il progetto – a questo punto pesantemente rimaneggiato – dovrà tornare all’esame della conferenza dei servizi e della Via regionale, passaggi che richiederanno diverse settimane. Concluso l’iter autorizzativo, resta aperto il tema dei finanziamenti, perché i 398 milioni di euro concessi inizialmente dal Mit basterebbero per raggiungere al massimo la stazione intermedia di Ponte Carrega, senza contare il capitolo Firpo (con possibile intervento dei privati) e gli indennizzi ai proprietari delle case lungo il tracciato su cui Piciocchi ha manifestato più di un’apertura.

Resta guardingo il comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno sostenibile, che attende l’avvio della gara per far valere una richiesta di sospensiva dopo il ricorso al Tar presentato tramite Legambiente e boccia senza mezzi termini l’idea di demolire e ricostruire l’istituto Firpo-Buonarroti: “Ancora questo atteggiamento e questa modalità di procedere, senza rispetto del confronto, della città, senza avere definito nei dettagli gli annunci che si fanno. Un modo di procedere che ha determinato l’esistenza di un’opera che riteniamo sbagliata. Inoltre chi diceva che l’ipotesi di abbattere il Firpo era reale (tra i quali noi) era stato sbeffeggiato come mentitore, come è successo tante altre volte durante questi anni quando abbiamo svelato la realtà delle cose. Piuttosto che fermarsi si decide, con una settima versione del progetto, di demolire il più recente degli edifici scolastici genovesi, con annessa palestra e centro sportivo, appena dotato di nuovissimo ascensore. E ovviamente si scopre che Marassi merita un po’ di rigenerazione urbana, che è un termine che non si sposa con una sopraelevata, con un treno volante che passa attraverso una delle zone più dense di Genova come la Bassa Valbisagno”.
“Ma non solo – aggiungono gli oppositori -. Si decide di accelerare l’iter per concludere prima delle elezioni. Ma cosa vuol dire? Poiché non si riesce ad affrontare una discussione i modo serio allora si cerca di blindare l’opera lasciando inalterati e senza possibilità di rinuncia tutti i difetti e gli aspetti non risolti di questa malaugurata proposta dello Skymetro? O forse questa accelerazione è più una trovata elettorale che un serio iter amministrativo; ma i genovesi non sono luassi e non abboccheranno, ne siamo certi. È un progetto mai chiaro, come molti promossi in città. Critichiamo fortemente anche queste ultime novità, esemplificative di voler far entrare un cerchio in un quadrato senza avere nessuna competenza e visione per farlo. Critichiamo anche la mancanza del metodo del confronto e della partecipazione. Pensiamo che ci siano proposte più sostenibili, più abitabili, più centrate sul futuro di questo. Noi proponiamo il tram”.