Siria, tornano libere le quaranta donne australiane “spose Isis” segregate in un campo profughi
- Postato il 3 settembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Come riportato dal quotidiano The Australian, le quaranta donne australiane “spose Isis”, segregate in un campo profughi nel nord della Siria, si preparano a far ritorno in Australia entro Natale, grazie a un’operazione top secret giunta ormai alle fasi finali. Si ritiene che siano oltre 800 le donne occidentali che hanno raggiunto in passato zone di conflitto in Iraq e in Siria per unirsi allo Stato Islamico, dopo la dichiarazione del califfato nel 2013. Dopo la caduta dello Stato Islamico, nel 2019, diverse “spose Isis”, molte con figli piccoli, sono finite all’interno dei campi di detenzione in Siria. Nel campo di Al Roji, infatti, sarebbero detenute 14 donne con 20 minori, il più piccolo di appena cinque anni.
L’operazione top secret
Il quotidiano australiano ha riferito che le quaranta donne, con i loro figli e alcuni giovani uomini, sono pronte a essere evacuate dai campi e quindi rimpatriate. L’operazione dei funzionari del governo di Canberra è stata coordinata segretamente con le famiglie delle detenute e con alcune organizzazioni no-profit.

Nelle fasi finali di questa operazione top secret si è arrivati all’emissione dei documenti di viaggio ottenendo i permessi dalle autorità locali a guida kurda e dai Paesi confinanti. Al loro ritorno in Australia, alcune agenzie governative federali e statali inizieranno a collaborare tra loro per supportare e reintegrare il gruppo rimpatriato nella comunità. Nel 2022, il governo australiano ha organizzato il rimpatrio di 13 bambini e 4 madri, scatenando diverse polemiche in Australia. I piani per ulteriori rimpatri sono stati così sospesi fino a dopo le elezioni. Negli ultimi anni, però, l’Australia ha dovuto affrontare pressioni affinché rimpatriasse decine di suoi cittadini legati all’Isis, detenuti nei campi di detenzione nel nord-est della Siria.
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