Sinner poco emozionante in campo? Trevisan lo difende e striglia chi lo critica: “Non sanno cosa sia il tennis”

  • Postato il 18 luglio 2025
  • Di Virgilio.it
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Dopo l’operazione e la lunga assenza dalle competizioni Martina Trevisan è tornata a vedere la luce in fondo al tunnel tornando sui campi dopo otto mesi di astinenza e dopo tutte le difficoltà che la sindrome di Hanglund le ha causato e che ha raccontato in occasione di un’intervista rilasciata a Fanpage, durante la quale ha parlato anche di Jannik Sinner, prendendo le sue difese da alcune accuse a suo parere insensate.

Trevisan: “Non riuscivo a camminare normalmente”

A distanza di otto mesi dall’ultima partita Martina Trevisan è tornata a giocare un match nel circuito dopo l’operazione per curare la sindrome di Hanglund. Un rientro complicato – nei suoi due primi tornei ha sempre perso al secondo turno – visti i tanti mesi di lontananza dal campo, ma che ha comunque permesso all’azzurra di ritrovare il sorriso dopo le difficoltà dovute all’infortunio come raccontato a Fanpage: “Sono stata felicissima, non vedevo l’ora di rientrare. Il problema al tallone mi aveva reso impossibile non solo giocare ma anche camminare normalmente. Ho provato ogni tipo di trattamento e terapia pur di evitare l’intervento, che sapevo mi avrebbe costretta a fermarmi per molti mesi. Alla fine ho capito che era l’unica soluzione definitiva e non palliativa al mio problema. Oggi posso davvero dire di essermi tolta un peso dal cuore, perché giocare con un handicap come la sindrome di Haglund è destabilizzante anche dal punto di vista emotivo”.

Trevisan difende Sinner dalle critiche: “Chi lo ha accusa non ha mai impugnato una racchetta”

Trevisan ha poi raccontato di aver seguito in maniera appassionata la finale di Wimbledon tra Alcaraz e Sinner: “Ho tifato per Jannik con tutto il fiato che avevo in gola. È un ragazzo straordinario e non si può proprio non tifare per lui, per quel tennis così pulito e affilato che mette in campo ogni volta”.

Martina ha poi difeso con parole bellissime Sinner da chi lo accusa di avere un gioco poco intrattenente. Un’accusa folle a suo parere e che denota la scarsa conoscenza tennistica di chi ha mosso queste critiche: “Chi lo accusa di avere uno stile di gioco poco emozionante probabilmente non ha mai preso in mano una racchetta, perché vedere Jannik giocare, riconoscendo come faccia apparire semplici anche i gesti più complessi, è una gioia per gli occhi e per il cuore. E non lo sto dicendo solo da tifosa, ma anche da professionista che sa come certi lungolinea di rovescio siano uno schiaffo alle leggi della fisica”.

Trevisan cita Levi per spiegare la forza di Sinner

A impressionare del trionfo di Sinner a Wimbledon è anche il fatto che sia arrivato solamente 35 giorni dopo quella che può essere considerata la sconfitta più cocente della sua carriera, ovvero quella subita in finale al Roland Garros. Una sconfitta superata però alla grande da Jannik, che ha dimostrato tutta la sua forza mentale, aspetto in cui l’altoatesino ha dimostrato di essere un punto di riferimento: “Lo sport, qualsiasi sport, ad alti livelli è all’80% una questione mentale. Nel caso della sconfitta di Parigi, dopo tre match point peraltro, Jannik ha dimostrato di avere una capacità di ripresa e resilienza che penso dovrebbero essere studiate in ogni scuola. Primo Levi spiegava: ‘Non c’è futuro senza memoria’”.

Trevisan ha poi descritto come a suo parere dovrebbe funzionare la memoria di uno sportivo, prendendo a esempio proprio Sinner: “Ecco, io credo che la memoria migliore, quella che ha permesso a Jannik di vincere in quattro set su Carlos, sia come un colino con le maglie strette che lascia passare ciò che è inutile, dannoso per la crescita e il miglioramento di sé, e trattiene ciò che invece è utile e funzionale al cambiamento. Serve un grande coraggio, un’attitudine mentale determinata e positiva per trasformare in un mese quello che avrebbe potuto essere un trauma paralizzante in una straordinaria vittoria”.

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Virgilio.it

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