Sinner, il messaggio in codice di Cahill su Instagram: con chi ce l’ha il coach. I social puntano il dito contro Djokovic
- Postato il 13 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Un messaggio sui social, un po’ criptico, tanto basta ai fan di Jannik Sinner per cominciare una sorta di caccia all’obiettivo misterioso. A innescare la curiosità dei tifosi del tennista altoatesino è il suo coach Darren Cahill che sulla sua pagina Instagram ha postato un messaggio che ha generato grande attenzione.
Il messaggio in codice di Cahill
Nel corso delle ATP Finals, il nome di Darren Cahill ha circolato con frequenza con l’allenatore australiano che ha dato la sua disponibilità a continuare il suo lavoro con Jannik Sinner che ha prodotto ottimi risultati. Un’avventura che sembrava destinata a concludersi e che invece ora continuerà.
Cahill ha sempre espresso le sue opinioni in maniera abbastanza diretta e per questo motivo, il messaggio riportato in una storia di Instagram ha scatenato subito grande sorpresa: “L’opinione è la forma più bassa di conoscenza. Non richiede alcuna responsabilità o comprensione. La forma più alta di conoscenza è l’empatia, che ci richiede di mettere da parte il nostro ego e vivere nel mondo di qualcun altro”. Si tratta di una citazione del politico americano Bill Bullard, che il coach australiano riporta dal collega svedese Sven Groenveld, che è stato allenatore tra gli altri anche di Maria Sharapova.
Le parole di Djokovic sul caso clostebol
Difficile sapere cosa si nasconda dietro le parole di Darren Cahill, o se in senso assoluto ci sia qualcosa che si nasconde. Ma il messaggio del coach australiano di Jannik Sinner viene subito interpretato dai fan del tennista come un chiaro riferimento alle parole di Novak Djokovic nella recente intervista a Pier Morgan: “Se fosse stato 500 al mondo penso che sarebbe stato squalificato. Mi ha colpito la mancanza di trasparenza, l’incoerenza. La comodità di una sospensione tra gli Slam così da non perdersi nulla. E’ stato molto strano. Voglio credere a Jannik. Lo conosco da quando aveva 13 anni, è genuino ed educato. Penso che non l’abbia fatto di proposito ma ovviamente è responsabile. Ma la questione del doping è una nuvola che lo seguirà”.
Nell’intervista con Morgan è proprio Djokovic a usare la parola “empatia”, riportata anche nel messaggio di Cahill seppure in un contesto completamente diverso. E per i fan dell’altoatesino l’obiettivo che intendeva colpire l’australiano è proprio Nole.