"Sinner è più continuo". Bertolucci boccia Alcaraz, dà un consiglio a Djokovic e striglia Berrettini e Musetti
- Postato il 13 marzo 2025
- Di Virgilio.it
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La consacrazione di Jannik Sinner, la (mezza) bocciatura di Carlos Alcaraz, il rispetto per Novak Djokovic. Ma anche le strigliate ai due “eterni incompiuti” del tennis azzurro, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti. C’è di tutto nell’intervista concessa da Paolo Bertolucci a Mowmag. Un’analisi complessiva e generale su alcuni grandi personaggi del circuito, ma anche sullo step che i portacolori del movimento tricolore – Sinner a parte – non sembrano in grado di poter attuare o ripetere.
- Bertolucci e il flop di Berrettini a Indian Wells
- Anche Musetti nel tunnel: "Gli manca sempre qualcosa"
- I guai di Djokovic: è arrivato il momento di smettere?
- Dall'ex capitano dell'Italia di Davis un consiglio a Nole
- Il dualismo tra Alcaraz e Sinner visto da Bertolucci
Bertolucci e il flop di Berrettini a Indian Wells
Intervistato da Giulia Sorrentino, l’ex capitano dell’Italia di Davis, oggi apprezzato commentatore su Sky e opinionista d’eccezione per la Gazzetta dello Sport, parte proprio da Berrettini: “fisicamente sta bene, però non riesce a tornare ai livelli pre infortunio. Non è facile tornare a quel livello, perché era molto alto, tra i primi dieci del mondo. E lui, obiettivamente, adesso dà l’impressione che gli manchi sempre un centesimo per fare un euro”. L’ultimo flop a Indian Wells: “Dopo la partita, ha detto di essere abbastanza deluso della sua prestazione e che servirebbe il Berrettini di due anni fa per fare partita con questo Tsitsipas. Difatti ha fatto cinque punti in risposta, non è assolutamente pensabile”.
Anche Musetti nel tunnel: “Gli manca sempre qualcosa”
In ogni caso, per Berrettini, la svolta è sempre possibile: “Ovvio che più passa il tempo più le possibilità diminuiscono. Questo naturalmente per rivederlo ad altissimi livelli. Però io credo che possa tranquillamente trovare il metodo e il sistema per, se non altro, collocarsi tra i primi venti”. Stesso discorso per Musetti: “L’altro giorno ha perso con un giocatore francese che, nonostante lui sia giovane, ha due anni di meno. Quando cominci a perdere con giocatori di età inferiore, qualche domanda bisogna cominciare a farsela”. Nel caso del carrarino “ha già fatto semi a Wimbledon, quindi ottimi risultati, però anche a lui manca sempre un qualcosa per entrare nei primi dieci che dovrebbe essere sicuramente alla sua portata, visto il talento”.
I guai di Djokovic: è arrivato il momento di smettere?
Capitolo Djokovic: “Cambia allenatore, prova tutte le opzioni, però poi c’è una carta di identità che ti presenta il conto”. Gli anni passano, ma quello che non dovrebbe mancare è il rispetto per il campione: “Non ha più la continuità mentale, perché non è tanto quella fisica. Si imbatte in errori incomprensibili, è un momento veramente delicato e bisogna rispettare i tempi senza sindacare. Se fa male non guardatelo, però va rispettato per tutto quello che ha fatto, per tutto quello che ha dato, per tutto quello che ci ha fatto vedere. Merita profondo rispetto, e quindi è giusto che siano questi grandi campioni a decidere quando smettere”.
Dall’ex capitano dell’Italia di Davis un consiglio a Nole
Da Bertolucci un consiglio a Nole, per capire quando davvero è il caso di smettere. Un consiglio dato attraverso la propria esperienza personale: “Quando ti alzi al mattino e hai dolori in tutto il corpo, da tutte le parti e fai sempre più fatica a metterti in piedi e ti pesa sempre di più fare la borsa, che è come per un impiegato andare in ufficio, quando non hai più la gioia di preparare tutto per andare a giocare a tennis, quando non c’è più l’eccitazione anche dell’allenamento, ecco, vuol dire che devi smettere“. Con una precisazione: “Ognuno è diverso. Non sono simili le persone da Roma a Milano, figuriamoci un serbo da un spagnolo piuttosto che da un francese”.
Il dualismo tra Alcaraz e Sinner visto da Bertolucci
Infine, il dualismo Alcaraz-Sinner. “C’è un Djokovic in declino, uno Zverev che a quanto pare nel momento in cui doveva spiccare veramente il volo, mi sembra sia caduto e si sia fatto male da solo, e poi c’è Alcaraz con i suoi alti e bassi, e gli altri sono lontani. Secondo me, se Sinner avesse potuto giocare in questo periodo, avrebbe fatto strike”. Carlitos ha qualcosa in meno rispetto a Jannik, per Bertolucci. La continuità. “Alcaraz vincerà sicuramente grandi tornei, però per sedere sul trono, i punti li devi fare tutte le settimane, come fa Sinner. Lui invece una settimana fa 1000 punti e quella dopo ne fa 0. Sinner ne fa 800 una settimana e 800 l’altra, quindi Carlos è sempre indietro“.