Sinner beve succo di cetriolini sott’aceto come “pozione magica” contro i crampi, ma è davvero efficace? Il parere dell’esperta
- Postato il 12 novembre 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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In campo, tra una pausa e l’altra, Jannik Sinner sorseggia un liquido dal colore verdastro. Non si tratta di un nuovo integratore brevettato, ma di un rimedio particolarmente insolito: il succo di cetriolini sott’aceto, noto come pickle juice. Nato come scarto alimentare, è diventato negli ultimi anni una curiosa “pozione” da spogliatoio, molto diffusa tra atleti statunitensi e ora sbarcata anche in Europa. Secondo chi lo utilizza, poche sorsate basterebbero per placare in pochi secondi i crampi muscolari, grazie alla presenza di aceto, sodio e potassio, che stimolerebbero una risposta neuromuscolare capace di interrompere la contrazione involontaria. Di fatto, alcuni studi ne ipotizzano l’effetto riflesso sui recettori orofaringei più che un reale contributo alla reintegrazione di sali minerali.
Tuttavia, questo episodio ha riacceso l’interesse sul tema e sollevato interrogativi tra atleti e non: può davvero funzionare? È sicuro per chi non è un professionista dello sport? Quali rischi comporta assumere un liquido fortemente salato e acido come questo? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Francesca Dominici, medico Specialista in Scienza dell’alimentazione, per capire quanto c’è di scientificamente fondato e quanto invece appartiene al mondo dei rimedi “virali” che, tra curiosità e imitazione, rischiano di essere presi troppo alla lettera.
L’esperta: “Nei non atleti l’efficacia è modesta”
Il succo di cetriolini sott’aceto (pickle juice) può alleviare i crampi muscolari attraverso la reintegrazione di elettroliti e una risposta nervosa indotta dall’acido acetico: lei come valuta l’efficacia reale di questo rimedio e quali sono i limiti nell’applicarlo a chi non svolge attività agonistiche? “Le evidenze scientifiche mostrano che piccole quantità di pickle juice possono ridurre la durata di un crampo già in atto, ma non grazie al reintegro di elettroliti. L’effetto sembra legato a un riflesso nervoso innescato dall’acidità, che riduce temporaneamente l’attività dei motoneuroni. Nei non atleti l’efficacia è modesta e transitoria: può aiutare in fase acuta, ma non ha valore preventivo. I crampi, infatti, dipendono più spesso da fatica neuromuscolare che da carenze di sali, e l’assunzione di potassio o magnesio ‘all’ultimo minuto’ non modifica il crampo già in corso”.
Controindicazioni
Quali rischi o controindicazioni vanno tenuti presenti quando si utilizza un rimedio come il pickle juice, in particolare per persone che magari non sono atleti professionisti, per esempio soggetti con ipertensione, patologie renali o che devono controllare l’apporto di sodio? “In effetti, il contenuto di sodio del pickle juice può essere elevato, è quindi sconsigliato a chi soffre di ipertensione, patologie renali o segue una dieta povera di sale. L’acidità può inoltre aggravare disturbi gastrici o reflusso. Va evitato l’uso improprio come ‘sostituto’ di acqua o integratori specifici: il rischio è creare un falso senso di sicurezza, trascurando la vera prevenzione che passa da idratazione, alimentazione e allenamento adeguati”.
Come assumerlo e quali alternative
Dal punto di vista nutrizionale e pratico, può avere quindi senso inserirlo nel contesto di un allenamento o di uno sforzo fisico, e quali strategie alternative consiglia per la prevenzione dei crampi? “Se utilizzato, andrebbe assunto solo al momento del crampo, in piccoli sorsi (circa 30-60 ml). L’effetto, se presente, compare entro uno-due minuti e non dipende dal ripristino di sodio o potassio. Dopo, è importante reintegrare con acqua e alimenti adatti. La prevenzione resta basata su carichi di lavoro progressivi, recupero, sonno, idratazione personalizzata e stretching del muscolo interessato. Gli integratori di micronutrienti vanno riservati ai casi di reale carenza documentata”.
Dal suo punto di vista professionale, il fenomeno dell’utilizzo di soluzioni “non convenzionali” – come appunto il succo di cetriolini – sta diventando un trend per atleti e non atleti: quali indicazioni darebbe ai lettori per distinguere tra rimedi che hanno basi scientifiche solide e quelli che invece rischiano di essere solo moda o efficaci solo in contesti molto specifici? “Per distinguere un rimedio scientificamente fondato da una moda, è utile chiedersi: esistono studi controllati? Il meccanismo è plausibile? È applicabile a tutti? Nel caso del pickle juice, gli studi mostrano un effetto solo sui crampi già in atto e in contesti specifici. Può essere un aiuto occasionale, ma non sostituisce strategie di prevenzione consolidate e, come detto prima, va usato con cautela da chi deve limitare il sodio”.
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