Sinner, Bertolucci: "Abituiamoci, può perdere da Alcaraz". E Panatta se la prende con gli "scemi di guerra"
- Postato il 9 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Dopo la sconfitta, le analisi. Jannik Sinner ha perso in un colpo solo la posizione numero 1 nella classifica ATP, la possibilità di conquistare il terzo Slam dell’anno e il superpremio di due milioni e mezzo di dollari, tutto a vantaggio di Carlos Alcaraz. E all’indomani del ko – nettissimo, praticamente mai in discussione – nell’ultimo atto degli US Open, Paolo Bertolucci e Adriano Panatta s’interrogano sul rosso di San Candido e sulle sue possibilità di ripresa. Se prima erano più o meno tutti d’accordo sul fatto che Carlitos fosse un pelino più bravo ma meno continuo, adesso che comincia a diventare anche regolare nei suoi successi, fa ancora più paura.
- US Open, Bertolucci analizza la finale Sinner-Alcaraz
- La comfort zone di Jannik e la necessità di un cambio
- Panatta, gli odiatori sui social e la maturità di Sinner
- Panatta: "Ecco perché Jannik ha servito così male"
US Open, Bertolucci analizza la finale Sinner-Alcaraz
A esordire, nel corso del podcast ‘La telefonata’, è Bertolucci: “Sono partiti come da previsione i processi sommari nei confronti di Sinner, sono meravigliosi. Non sanno che nello sport si vince e si perde. Andiamoci piano. Il numero 1 che perde dal numero 2: ci può stare, bisogna abituarsi anche al fatto che possa perdere”. E ancora: “Non ha funzionato la prima di servizio a Jannik, però alla fine è tutta una conseguenza del tennis espresso dal suo avversario. Tanto di cappello, perché se gioca così non si può battere”. Un Alcaraz più maturo, più convinto: “Gestisce meglio i punti rispetto a prima”.
La comfort zone di Jannik e la necessità di un cambio
Per Bertolucci, comunque, Sinner ha tutte le carte in regola per risalire: “Tanto di cappello a Jannik per l’analisi lucida che ha fatto in sala stampa. Le percentuali di servizio tra loro sulla prima non sono state così dissimili, però lo spagnolo era più efficace e soprattutto ha risposto da Dio, meglio di Sinner. Essendo il pezzo forte dell’italiano la risposta, è ovvio che è diventato un grosso problema da risolvere”. Cruciale l’aspetto psicologico: “Sinner era quello che aveva l’acqua in gola, non è abituato. Deve uscire dalla comfort zone, fare altre cose. Il suo gioco è più che sufficiente per superare il resto della compagnia, ma contro Alcaraz deve fare di più”.
Panatta, gli odiatori sui social e la maturità di Sinner
Decisamente più ruspante la riflessione di Panatta, che in primis si scaglia contro gli haters: “Ci sono degli scemi di guerra che scrivono cose assurde sui social. Purtroppo non si possono educare gli haters”. Quindi l’apprezzamento per il mea culpa di Jannik: “In conferenza stampa Sinner è stato ineccepibile, ha detto esattamente quello che deve fare d’ora in avanti. Non deve rimanere troppo legato al suo gioco, ma provare altre cose. E deve migliorare la qualità tecnica di alcuni colpi. Non mi stancherò mai di sottolineare la maturità di questo ragazzo, ha detto cose che possono sembrare ovvie, però dirle davanti ai microfoni nella posizione in cui lui è non è da tutti”.
Panatta: “Ecco perché Jannik ha servito così male”
Se Sinner ha subito capito cosa deve correggere per adeguarsi ai nuovi standard imposti da Alcaraz, non si possono non sottolineare i progressi sotto il profilo della continuità, della saggezza tattica e della concentrazione da parte dello stesso Carlitos: “È maturato”, la constatazione di Panatta. “Ha imparato a gestire il match un po’ meglio di prima, adesso sa alternare i suoi colpi in modo molto più efficace. Una percentuale così bassa delle prime palle, come quella di Sinner in finale a New York, a volte può dipendere anche dal fatto che l’altro ti sta battendo sul tuo terreno preferito. E questo inevitabilmente coinvolge il sistema nervoso”.