Sinner-Berrettini, finalmente la coppia dei sogni in Coppa Davis: storia di un’attesa che ha cementato l’amicizia

  • Postato il 23 novembre 2024
  • Tennis
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Jannik Sinner e Matteo Berrettini insieme a trascinare l’Italia del tennis: la coppia dei sogni finalmente è realtà. In doppio hanno battuto l’Argentina e portato gli azzurri in semifinale di Coppa Davis 2024. Il capitano Filippo Volandri ha deciso di affidarsi all’altoatesino e al romano, lasciando in panchina gli specialisti Bolelli e Vavassori. Ci sono scelte che fanno la storia, questa è una di quelle. Perché Sinner e Berrettini rappresentano il meglio che il tennis azzurro ha saputo offrire negli ultimi quattro decenni. Perché sono i due giocatori più iconici. Perché ora, vista anche la prestazione di Lorenzo Musetti, Volandri si deve affidare a loro due. Questa Coppa Davis può diventare il loro palcoscenico, a partire dalla semifinale di oggi contro l’Australia. Dopo un’attesa lunga tre anni, che però forse rende tutto ancora più bello e intenso.

Un sogno troncato sul più bello
Tre anni fa, nel novembre 2021, l’Italia del tennis maschile già sentiva di poter aspirare al tetto del mondo. Berrettini veniva dalla miglior stagione della sua carriera, culminata con la finale a Wimbledon. Sinner era in rampa di lancio: a 20 anni aveva chiuso un’annata da 4 titoli vinti, compreso l’Atp 500 di Washington. Entrambi erano presenti a Torino per le Atp Finals e poi avrebbero dovuto guidare l’Italia nelle finali di Coppa Davis. Il destino però si mise di traverso: nel primo match di Torino, Berrettini fu costretto al ritiro contro Zverev per infortunio ai muscoli addominali. Lasciò il campo in lacrime. A giocare le altre due partite delle Atp Finals fu proprio Sinner, presente come riserva. Sempre a Torino, si giocarono anche i quarti di Davis: l’Italia, orfana di Berrettini, fu battuta per 2 a 1 dalla Croazia. Sinner vinse il suo singolare, ma poi perse il doppio in coppia con Fabio Fognini.

La lunga rincorsa
Il sogno di vedere Sinner e Berrettini insieme a giocarsi la Davis con la maglia azzurra sembrava solo rimandato di un anno. Invece il 2022 fu una stagione complicata, per entrambi. Sinner, a parte l’acuto della vittoria a Umago in finale contro Alcaraz, era nel pieno del suo percorso di crescita. Giocò le qualificazioni a Bologna, ma poi per infortunio non poté partecipare alla fase finale a Malaga. Anche Berrettini giocò a Bologna, ma arrivò alle Finals in condizioni fisiche precarie (infortunio al piede sinistro): fu schierato solo nel doppio decisivo in semifinale contro il Canada, perdendo in coppia sempre con Fognini. Per il secondo anno consecutivo, l’Italtennis vide sfumare il sogno di riconquistare la Davis, con tanti rimpianti. Il 2023 è stato l’anno dell’esplosione definitiva di Sinner. Ma è stata anche la stagione-incubo di Berrettini. Il romano, martoriato dagli infortuni, riuscì a giocare appena 23 partite in un anno. A Montecarlo fu costretto a ritirarsi, nuovamente per il problema agli addominali. In classifica cominciò a precipitare, a Wimbledon perse agli ottavi contro Alcaraz. Dopo un’estate complicata, agli Us Open subì un grave infortunio alla caviglia destra e fu costretto a fermarsi per diversi mesi.

La rinascita
Il resto è storia recente: a Malaga un anno fa l’Italia vince la Coppa Davis, trascinata da Jannik Sinner e con Matteo Berrettini in tribuna a tifare gli azzurri. È il successo che anticipa il 2024 straordinario di Sinner, che oggi si ripresenta alle finali di Davis da numero 1 al mondo, con due Slam e le Atp Finals in bacheca. Ma è anche l’evento che rilancia la carriera di Berrettini: la scintilla, come ha raccontato lui stesso, che gli dà la forza di rinascere. Oggi Berrettini è numero 35 al mondo (ancora lontano dal suo top, la posizione numero 6), ma sta ricostruendo la sua carriera in perenne equilibrio tra la voglia di risalire in classifica e la necessità di cautelare il suo fisico. In questa stagione ha già vinto tre titoli ed è stato decisivo durante le qualificazioni a Bologna per strappare il pass per Malaga.

Il sogno diventa realtà
Ed eccoli, finalmente, Sinner e Berrettini insieme a giocarsi la Coppa Davis. L’altoatesino al momento è il tennista più forte al mondo. Il romano sembra avere dalla sua la forma fisica, ma traspare da ogni suo atteggiamento soprattutto la ferrea volontà di riprendersi sul campo quell’Insalatiera che un anno fa ha visto conquistare dai suoi colleghi. Il 21 novembre 2024, quando sono scesi in campo nel doppio contro l’Argentina, è diventato realtà il sogno tanto atteso. E forse è ancora più bello così. Perché nel frattempo, fuori dal campo, il rapporto tra Sinner e Berrettini si è trasformato da semplice stima in profonda amicizia. Il numero 1 al mondo ha sempre sostenuto il romano, anche quando gli infortuni sembravano aver compromesso tutto, fisicamente e pure mentalmente. Il seme della loro amicizia nacque proprio nella tragedia sportiva delle Atp Finals 2021: “Matteo, sei un idolo, questo torneo lo giochiamo per te, perché sei un grandissimo tennista e una persona incredibile“, disse Sinner quando dovette sostituire Berrettini a Torino.

La coppia più bella
Sinner non ha mai smesso di riconoscere a Berrettini un grande valore e una stima profonda, che traspariva anche ieri durante il doppio contro l’Argentina: “È lui che mi ha preso in braccio”, ha detto a fine gara Sinner. Che è stato in qualche modo un traino per Berrettini, una fonte d’ispirazione. “Le parole di Jannik sono come una luce nel buio“, disse quasi un anno fa dopo aver ascoltato il discorso dell’altoatesino al Quirinale con l’Insalatiera appena conquistata. Eppure a vederli, uno accanto all’altro, sembrano non avere nulla in comune. Espansivo e focoso il romano Berrettini, timido e silenzioso l’altoatesino Sinner. Uno grosso, carnagione e capelli scuri. L’altro asciutto, bianco latte e con una chioma rossiccia. “Vediamo le cose in maniera simile, per questo l’amicizia è venuta naturale”, ha raccontato però Sinner. Che non dimentica. Perché Berrettini, nel momento del bisogno, è stato tra i pochi a schierarsi apertamente a difesa di Sinner, quando dopo il caso Clostebol in molti giocavano a insinuare l’ombra del dubbio. Si dice che gli amici si vedano soprattutto nelle difficoltà. Loro hanno legato proprio quando il tennis li aveva divisi. Adesso possono scrivere il primo capitolo di una nuova storia. Scontato quale sarebbe il lieto fine.

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