Sinner: “A Cincinnati ho avuto un virus che hanno avuto anche gli altri”. Poi svela cosa vorrebbe fare dopo il ritiro

  • Postato il 23 agosto 2025
  • Tennis
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Non mi sono ancora ripreso al 100%, ho avuto un virus che hanno avuto anche altri. Ma in due giorni conto di essere al top”. Jannik Sinner conferma quanto dichiarato dall’allenatore Darren Cahill e tranquillizza tutti dopo il malore accusato a Cincinnati che l’ha costretto a ritirarsi dopo 20 minuti nella finale contro Alcaraz. La testa è già agli US Open, con il via domenica 24 agosto (ma Sinner giocherà il 26 contro Kopriva all’esordio). C’è da difendere un titolo slam e ci sono da difendere 2000 punti, importantissimi per il primo posto nella classifica ATP.

Perché Alcaraz partirà virtualmente primo nel ranking, ma in caso di vittoria Sinner rimarrebbe al vertice. “Avere delle rivalità è bellissimo – ha spiegato l’italiano -. È positivo per lo sport, ma anche da un punto di vista personale: quando sei stanco in allenamento cerchi di simulare certe situazioni che potrebbero capitare in partita. In questo momento io e Carlos ci stiamo dividendo i trofei più importanti, ma le cose possono cambiare. Bisogna continuare a migliorare, altrimenti gli altri ci raggiungeranno”.

Una vittoria significherebbe ottenere un altro piccolo primato: essere il primo tennista a vincere due US Open consecutivi dal 2008. L’ultimo fu Roger Federer. “Siamo verso la fine della stagione – ha osservato Sinner – e i giocatori hanno energie diverse. Qui cambia molto anche se giochi di giorno o di notte, e ci sono tanti piccoli dettagli che rendono questo Slam particolare. Anche solo il fatto che dormiamo in città e ci vuole un’ora per arrivare al circolo: sono piccole cose, ma se non le gestisci bene è difficile esprimere il tuo miglior tennis. Sicuramente è un torneo molto duro da giocare”.

Sinner in conferenza stampa: “Da bambino dicevo di voler diventare numero uno al mondo”

Nel corso della lunga conferenza stampa Jannik Sinner ha anche parlato del passato e di quello che la carriera gli ha riservato fin qui. “Quando ho lasciato casa ho detto ai miei genitori: ‘Se non sarò in top 200 a 23 o 24 anni, mi fermerò’. A 18 anni ho iniziato a guadagnare grazie al tennis: lì mi sono sentito al sicuro”. Una carriera che fin qui è andata oltre le aspettative dello stesso Sinner: “Da bambino dicevo che volevo diventare il numero uno al mondo e vincere uno slam. Essere in top 100 mi avrebbe già reso felicissimo, il resto pensavo fosse irrealizzabile”.

Idee chiare in campo, fuori e anche per il futuro: “Fare il pilota dopo il ritiro sarebbe un sogno. Vorrei fare qualche gara di GT3, ma è ancora presto. Vorrei parlarne tra 15 anni”, ha concluso ridendo Jannik Sinner, che intanto continua ad allenarsi in vista dell’esordio agli US Open 2025 contro Vit Kopriva.

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Il Fatto Quotidiano

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