S’inizierà con la musica in prima elementare? Un modello da imitare a Birmingham

  • Postato il 15 febbraio 2025
  • Di Il Foglio
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S’inizierà con la musica in prima elementare? Un modello da imitare a Birmingham

L’insegnamento della musica nella scuola italiana è uno di quei temi che ciclicamente riemergono nel dibattito pubblico. Un po’ come la siccità durante i  mesi estivi, spunta come vessillo di ogni tentativo di “riforma” del sistema scolastico. L’ultimo a parlarne è stato il ministro Dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che poche settimane fa ha preannunciato un decreto, in uscita a marzo, contenente le nuove Indicazioni nazionali per il Curricolo – o, per usare un linguaggio meno tecnico, i nuovi programmi scolastici. Si è discusso molto del latino alle medie, dell’abolizione della geostoria alle superiori e dell’introduzione della musica sin dalla prima elementare. Vedremo nel dettaglio cosa conterrà il documento che sembra sia stato elaborato da un’apposita commissione alla quale hanno partecipato autorevoli esponenti del mondo musicale come il celebre violinista Uto Ughi.

Mentre in Italia si discute, a West Bromwich – una località a nord-est di Birmingham, nel cuore del Regno Unito – sorge la Shireland Cbso Academy, la prima scuola pubblica del paese a stringere una partnership con la City of Birmingham Symphony Orchestra (Cbso). Qui la musica non è confinata alle sole ore dedicate ma permea ogni disciplina. A ogni bambino viene fornito gratuitamente, in comodato d’uso, uno strumento musicale per il quale riceve lezioni settimanali offerte dal servizio di musica e arti Sips di Sandwell. La scuola organizza concerti di Natale, rassegne estive e attività extrascolastiche a seguito della Cbso. Le lezioni settimanali di musica d’insieme vedono spesso protagonisti i musicisti dell’Orchestra che suonano insieme agli studenti, li ascoltano, tengono lezioni e li incoraggiano a non abbandonare il loro percorso di studi.

“Qui facciamo le cose in modo diverso”, afferma David Green, direttore dell’istituto, sulle colonne del Guardian. “Ma, sia chiaro, questa è una scuola normale ed è una scuola per tutti. Chiunque, indipendentemente dal reddito, dal background familiare o dall’esperienza musicale, può frequentare il nostro istituto”. La Shireland Cbso Academy è nata nel 2023 con circa 300 alunni ma si prevede un incremento sino a 900 al completamento del ciclo. Una crescita sorprendente e controcorrente, vista la grande crisi che l’insegnamento della musica vive nel Regno Unito. Ci sono sempre meno insegnanti di musica, un dato direttamente proporzionale al taglio delle ore di insegnamento della disciplina nelle scuole statali. “Se la musica non è presente nella scuola – si chiede Green – come potrà essere presente in tutta la società?”. Questo è il punto che a tutte le latitudini va compreso: se la musica latita in tutti i gradi di scuola non potrà essere presente nella società. Il problema non si esaurisce inserendo la materia in un documento (cosa pur importante) ma verificando quanto avviene nelle scuole. Ancora oggi l’insegnamento della musica è inesistente (nella scuola primaria), anche se previsto, oppure realizzato in maniera improduttiva. Non si canta, non si suona, non si gioca con la musica. Al massimo si ripetono le note nei righi e negli spazi e si urla su basi preregistrate. Per non parlare di quello che si ascolta. Che cosa accadrebbe se gruppi di scuole si “affiliassero” a una orchestra o a una realtà corale, mandando periodicamente i loro artisti degli istituti? Sperare che il modello della Shireland Cbso Academy possa essere replicato anche in Italia è utopistico ma pretendere che qualcosa in più venga fatto è doveroso.

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Autore
Il Foglio

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