Sinistra, condominio a 3 fra Schlein, Conte, Landini ma su tutti incombe Spalletti

  • Postato il 7 giugno 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Silenzio: oggi a sinistra si sfila per le strade o le piazze, non si parla di politica, è vietato. Per il voto sui referendum ogni mossa diventa underground, cioè sotto traccia. Ma non è così perchè la campagna elettorale continuerà anche se i comizi sono proibiti.

A Roma va in scena la grande manifestazione pro Gaza, in piazza San Giovanni. La sinistra tutta unita per combattere il riarmo, denunciare lo sterminio che avviene ogni giorno su quella striscia di terra.

È proprio vero che il campo largo vince oggi la sua battaglia? No. Primo: Calenda e Renzi hanno già detto la loro ieri a Milano e anche se in tono minore quella voce non si è spenta. Secondo: a Roma, solo a parole, si avrà un unico obiettivo: quello di denunciare gli orrori di una guerra senza fine.

Perchè in realtà, gli amici- nemici saranno tre in quella piazza che vuol dire storia per la sinistra. Certo: la Schlein, Conte e Landini si terranno per mano per la felicità dei fotografi e delle telecamere. Però, quanto ci sarà di vero in questa apparente alleanza?

Sinistra a una svolta

Sinistra, condominio a 3 fra Schlein, Conte, Landini ma su tutti incombe Spalletti
Sinistra, condominio a 3 fra Schlein, Conte, Landini ma su tutti incombe Spalletti (foto ANSA) – Blitz quotidiano

L’opposizione è ad una svolta: dovrà dire chi ha la leva del comando in quel gruppo che vuole combattere e mandare a casa la destra. Elly Schlein ha cambiato il volto del Pd (per ora): la virata a sinistra è sotto gli occhi di tutti, anche di quei riformisti  che vogliono a ogni costo ridare un volto più moderato al partito.

Se la Schlein dovesse fare un passo indietro Giuseppe Conte farebbe i salti mortali perchè dimostrerebbe una volta per tutte che è lui il leader della minoranza che vorrebbe diventare maggioranza.

È un obiettivo che l’avvocato del popolo insegue da quando fu costretto ad abbandonare la poltrona di Palazzo Chigi. In cuor suo giurò quel giorno che sarebbe tornato in quella stanza con tutti gli onori che spettano ad un presidente del Consiglio.

La lotta è sotterranea fino ad un certo punto perchè spesso e volentieri la segretaria e il leader dei 5Stellati hanno preso vie diverse per indicare qual è davvero il loro obbiettivo.

Un futuro per Landini

Tutto chiaro, quindi. Nemmeno per sogno. In agguato e, se volete in silenzio, ecco apparire la figura di Maurizio Landini che ha una gran paura di rimanere a bocca asciutta il giorno ormai prossimo in cui dovrà lasciare la guida della Cgil. Un uomo come lui non può rimanere ai margini: la strada del sindacato non è più percorribile, rimane quella della politica.

È un sentiero difficile e pericoloso, però l’ultimo a cui può aggrapparsi. L’occasione ghiotta gli è offerta dalla folla che sarà oggi in piazza, ma soprattutto dal voto che esprimeranno gli italiani domenica e lunedì. Una questione di quorum su cui si appigliano i tre contendenti. Schlein dimostrerà che la sua scelta di portare il partito a sinistra è quanto mai valida e vincente; Conte spera in un passo falso di Elly per saltarle addosso e metterla KO; Landini, pure se il referendum dovesse fallire, potrebbe giustificarsi affermando che solo per un pelo il suo lavoro non ha dato i frutti sperati.

Questo è un traguardo che si augurano tutti a sinistra pure se non si raggiungesse quel quorum che porterebbe al trionfo l’opposizione. Però, il Pd e i suoi cespugli si barricano e indicano una strada che potrebbe farli apparire vincenti.

Mettiamo il caso che gli elettori che andranno alle urne saranno meno di quelli che parteciparono alle politiche. Ecco l’appiglio che potrebbe salvarli. Francesco Boccia, il capo gruppo dei senatori del Pd, è estremamente chiaro: “Se questo avvenisse sarebbe un avviso di sfratto per la Meloni”. Parole legate ad un ottimismo sfrenato, ma che cosa ci si aspetta da una forza che non è abituata ad essere minoranza?

Allora, accade che in mancanza di altro, l’informazione che guarda essenzialmente da una parte si occupi con titoli a caratteri cubitali della guerra tra Trump e Musk. Quale sarà il futuro se l’incendio dovesse divampare? Non è proprio un interrogativo che sconvolge gli italiani. Le persone che tutte le mattine vanno a far la spesa rispondono “chi se ne frega” se fra i due non c’è più il feeling di una volta. I problemi sono ben altri: il primo, come arrivare alla fine del mese. Lo stipendio sarà sufficiente?

Non è un buon periodo nemmeno per i tifosi che vogliono una nazionale Italia fortissima. Gli azzurri di Luciano Spalletti sono usciti con le ossa rotte dalla sfida che li opponeva alla Norvegia. Per la terza volta è in pericolo la nostra partecipazione al mondiale.

Che cosa si pretende: se le squadre del nostro campionato sono oltremodo piene di stranieri (sette, otto su undici) come si può sperare di avere in futuro una compagine competitiva che sia all’altezza di una competizione mondiale?

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Autore
Blitz

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