Sincro, Linda Cerruti a IVG: “Lo svelo: in futuro vorrei allenare, ma ora mi dedico alla famiglia. Chiudo senza rimpianti”

  • Postato il 25 ottobre 2024
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  • Di Il Vostro Giornale
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Campionato Italiano Nuoto Sincronizzato

Savona. “E’ arrivato il momento giusto, lascio senza rimpianti. Il mio fisico avrebbe retto ancora un altro anno ma ogni cosa ha un’inizio e una fine. Ora mi devo dedicare a me stessa, alla mia famiglia e agli amici”. Sono queste le parole rilasciate a IVG da Linda Cerruti dopo poco più di un mese dall’annuncio del suo addio al nuoto sincronizzato.

La campionessa savonese, che il 7 ottobre ha compiuto 31 anni, si è raccontata in una lunga intervista ripercorrendo questi 20 anni di carriera. Il nuoto sincronizzato è stata la sua vita (e lo sarà ancora) ma per adesso è giunto il momento di appendere gli scarpini al chiodo, anzi costume e cuffia, per dedicarsi a chi in questo lungo tempo non le ha fatto mai mancare l’appoggio e l’ha sostenuta in ogni sua tappa. “Ora voglio dedicare tempo prima di tutto a me e poi banalmente a mia mamma e mio papà e al mio futuro marito, ci sposeremo il prossimo settembre”.

“In questi lunghi 20 anni (Linda ha affrontato la prima stagione agonistica nell’annata 1999-2000) mi sono allenata tantissimo, tra le 8 e le 10 ore al giorno. Ora devo far riposare il mio corpo. Non è stata una decisione affrettata ma ponderata, non è stata dettata dal fatto che io non abbia più voglia di fare questo sport ma dall’età e dal tempo. Mi devo fermare anche per dare spazio alle nuove generazioni”, afferma Linda.

Anche a livello nazionale ci sono ragazze che sono più giovani di me e che meritano spazio – prosegue la campionessa – il mio sogno era quello di chiudere in bellezza e credo sia arrivato ora con questa ultima Olimpiade di Parigi. Sarei potuta andare avanti ma la mia forma fisica lentamente sarebbe peggiorata allora mi sono detta che era meglio così”.

Linda, sincronette da quando aveva 6 anni, ha svolto la sua prima stagione agonistica nel 1999, ha partecipato alle prime gare nazionali giovanili nel 2008 e nel 2010 ha preso parte a quelle con la Nazionale assoluta. Ha collezionato sei medaglie mondiali (4 argenti e 2 bronzi), 19 europee (9 argenti), insomma un palmares che l’ha resa l’atleta sincro italiana più medagliata.

“Se dovessi dirti quale medaglia è stata la più importante? Difficile giudicare – afferma – sicuramente quella dello scorso anno, l’argento con Lucrezia, ai mondiali in Giappone nel duo tecnico è stata la più emozionante per due motivi. In primis perché non era mai accaduto di vincere un argento nel doppio ai mondiali e in secondo luogo perché in questi due ultimi anni il regolamento è cambiato tanto, davvero troppo, e le penalità sono davvero importanti. Io che ho fatto quasi 20 anni di carriera ho visto come è cambiato il sincro nell’ultimo biennio a volte mi sono detta “è completamente un altro sport rispetto a quando ho iniziato“, per questo la medaglia ha avuto ancor di più un sapore dolce”.

“Tutte le mie medaglie, per motivi diversi, sono state emozionanti ma se dovessi dirti una seconda che mi ha emozionata ancora di più è stato l’argento singolo agli Europei di Glasgow nel 2008 perché, per la prima volta in carriera, avevo superato l’atleta ucraina”.

Oltre alle 19 medaglie la campionessa savonese ha partecipato a tre Olimpiadi: Rio De Janeiro, Tokio e infine quella di Parigi. Tre Olimpiadi dalle quali Linda è uscita senza medaglie ma comunque vittoria verso se stessa. Tre Olimpiadi che hanno visto l’atleta maturare sia per quanto riguarda, ovviamente, l’anagrafica, ma soprattutto nel modo di affrontare le gare. Linda ci ha raccontato questa metamorfosi lungo le tre competizioni.

Quella di Rio essendo stata la prima a cui ho partecipato me la sono vissuta appieno ma è passata a batter d’occhio – ci spiega – mi ha colpito il fatto che non ho ricordi di quello che ho fatto in acqua. Uscita dalla gara mi sono chiesta “ma ce l’avrò fatta?” è stato strana perché ero giovane, avevo 23 anni, e l’emozione mi ha travolto“.

La seconda, quella di Tokio, è stata molto particolare perché a porte chiuse causa Covid. Nonostante le molte restrizioni però me la sono goduta appieno, forse quella che mi sono goduta di più – afferma a IVG – posso dire che è stata l’Olimpiade dall’emozione più forte. E’ stata tanto attesa poiché rinviata di un anno, quindi non è stato facile gestire l’attesa ma poi è stata bellissima. Il periodo prima dell’ Olimpiade non è stato semplice, la paura di non gareggiare era tanta: facevamo i tamponi ogni giorno. E’ stato anche strano il modo in cui hanno gestito gli allenamenti: di solito si è in vasca con tutte le altre nazionali invece eravamo sole, sembravamo di essere in ritiro più che in una Olimpiade. Ma comunque è stata bella”.

Infine nel 2024 Parigi, l’Olimpiade che è stato l’ultimo ballo di Linda: “Sapevo già che dopo mi sarei ritirata – afferma – è stata l’Olimpiade della maturità. Ero la veterana della squadra, quasi tutte le altre componenti (a parte una) erano alla loro prima Olimpiade. Purtroppo, come sapete, non è andata come speravo e non ho potuto partecipare alle gare singole ma solo a quelle a squadra”.

“Sono stata molto male, ci ho provato fino all’ultimo ma non ci sono riuscita – afferma – non ho preso parte nemmeno alla cerimonia di chiusura: la febbre alta mi ha impedito tutto. Ma non ho rimpianti, è stata una bella botta certo ma sono comunque felice. Ho lasciato il posto ad una mia compagna per il duo perché io non sarei stata competitiva, mi è costato ma è stato giusto così sia per me stessa che per la squadra”.

Se mi guardo indietro ritengo di essere stata molto fortunata, non tutti hanno la possibilità di partecipare a 3 Olimpiadi. Sono una gara a se, una gara che ti fa vivere emozioni uniche”.

Le Olimpiadi di Parigi però hanno creato polemiche tra gli atleti delle Nazionali: mensa con poco cibo e sempre lo stesso e villaggi e stanze senza aria condizionata. Emblematica la scesa di Ceccon che dormiva sul prato per evitare il caldo del villaggio. A questo proposito abbiamo chiesto a Linda come ha vissuto quella settimana: “Noi siamo state state poco rispetto ad altri atleti per cui siamo stati avvantaggiate. Non abbiamo patito il caldo (ma stando tante ore in acqua quando usciamo abbiamo più freddo rispetto ad altri atleti) però è vero che l’aria condizionata non c’era ma solamente i ventilatori. In stanza dormivano con quelli sempre accessi e ce la siamo cavata anche perché abbiamo preso giorni nuvolosi”.

“La mensa? Beh il cibo era sempre un po’ lo stesso – afferma – noi ci siamo adattate e sulla quantità non abbiamo avuto problemi ma capisco gli atleti che sono stati lì per tutto l tempo e hanno mangiato sempre le stesse cose. A Tokio si mangiava meglio“.

Linda è stata l’ultima stella del movimento ma ora è pronta per altre sfide e, come aveva già annunciato, non lascerà il sincro: “Insomma lo dico vorrei allenare – afferma – ma con calma, devo imparare questo nuovo ruolo. Ora sto riorganizzando la mia nuova vita fuori dall’acqua ma poi tornerò nel sincro. Voglio essere d’ispirazione ai giovani e portare la mia esperienza”.

“Io nella mia carriera non ho avuto un’unica fonte di ispirazione ma diverse atlete mi hanno aiutata: chi per la parte tecnica chi per quella artistica. Vorrei aiutare le atlete che intraprendono questa carriera, vorrei collaborare con la Rari Nantes ma vedremo il tutto però il sincro è stato la mia vita e lo sarà per sempre”.

Per Linda tante gare, tante avversarie che adesso non incrocerà più negli spogliatoi o prima di entrare in vasca. Tante atlete che l’hanno spinta a dare sempre il massimo. Ma tra queste ce ne è una che la campionessa italiana ha affrontato da quando ha iniziato fino alla sua ultima gara: “Si esatto, si tratta della greca Evangelia Platanioti: con lei ho fatto tutte le gare, mi mancherà. L’ho sentita per messaggio, ci siamo salutate e anche lei è indecisa sul suo futuro forse si ritira: insomma abbiamo iniziato insieme nelle gare e forse finiamo insieme, una bella coincidenza”.

Una lunga carriera che l’ha portata in giro per il mondo, una carriera che l’ha resa una stella, una leader silenziosa ma sempre pronta a dare tutto. Una ragazza che ha lottato contro il sessismo a colpi di denunce. Una atleta che ha sacrificato tutto per inseguire i suoi sogni ed ora dopo 20 anni ha detto basta, ma lo ha fatto con il sorriso. Una carriera che l’ha portata a incontrare quella che ha definito una sorella, l’altra sincronette Costanza Ferro. “Per me è stata importantissima, lei si è ritirata dalla Nazionale due anni fa e, quest’anno, ufficialmente. Ci farà strano non vederci quotidianamente ma ci sentiamo tutti i giorni. Sembra ieri che abbiamo iniziato e ora ci lasciamo tutto alle spalle, il tempo è passato veloce. Un grande grazie a Costanza per questi anni stupendi”.

Infine i ringraziamenti a chi ha reso possibile tutto ciò: “In questo percorso ho avuto la fortuna di incontrare persone speciali, ci tengo a ringraziare le persone che oltre alla mia famiglia mi hanno supportata lungo tutto il mio percorso e mi hanno aiutata a raggiungere meravigliosi obiettivi, i pilastri della mia carriera”, afferma.

Patrizia Giallombardo che ha creduto in me dall’inizio fino alla fine e a cui dovrei dedicare troppe parole per ringraziarla per il lavoro svolto con me e con la Nazionale in tutti questi anni. Un ringraziamento particolare alla Rari Nantes Savona e alla Federazione Italiana Nuoto“, afferma.

“Un ringraziamento particolare e dovuto alla Marina Militare che dal 2013 ad oggi mi ha fornito il supporto necessario per tutto il mio percorso”, conclude un’emozionata Linda.

 

 

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