Silvia Salis inaugura il suo point elettorale in pieno centro: “Avanti in questi due mesi e il 27 maggio sarà già domani”
- Postato il 29 marzo 2025
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- Di Genova24
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Genova. Folla e tanti sorrisi soddisfatti questo pomeriggio all’inaugurazione del point di Silva Salis in via Carducci in pieno centro. Ci sono i segretari e gli esponenti di tutti i partiti del campo largo ma anche tanta gente comune, militanti e curiosi venuti a vedere ‘dal vivo’ la candidata di centrosinistra.
Non ci stanno tutti dentro il point (non grandissimo ma disposto su tre piani) e così lei prima di cominciare l’incontro pubblico in una delle sale saluta e arringa gli elettori parlando direttamente affacciata sulla strada. “Ovunque andiamo siamo sempre di più – dice al microfono – ma vi chiedo questo, mancano due mesi, noi sappiamo che è già domani, ma ogni giorno dobbiamo ricordarcelo che questa città deve andare avanti, fino al 25 maggio, fino al 26 maggio, e svegliarsi il 27 maggio, e lì sì, che sarà già domani”

Il point si trova fra l’altro a poche decine di metri da quelle dall’avversario Pietro Piciocchi nella corsa per palazzo Tursi. Ma non si è ovviamente trattato di una scelta voluta: “E’ un caso, diciamo, non c’è nessuna volontà di stare così vicini, però questo è il centro città, per cui è importante che il point sia il più raggiungibile possibile, aperto tutta la cittadinanza, ed eccoci qua” dice sorridente e un po’ emozionata.
Prima di cominciare l’incontro con la sua coalizione Salis si ferma a parlare con i giornalisti. Ancora una volta le viene chiesto se abbia deciso chi sarà il suo “numero 2” se sarà eletta a sindaca, ma la candidata resta ferma sulle decisioni già prese: “Io penso che questa sia veramente una non notizia, nel senso che è una pratica che non è mai stata utilizzata. È utilizzata dalla destra, perché probabilmente pensano di avere una candidatura debole che andava sostenuta da una nomina di una vice sindaca in questo caso. Forse sono resi conto di dover un po’ rincorrere la mia candidatura ma noi siamo una coalizione seria che fa questo tipo di valutazione, come è sempre stato, dopo le elezioni“. Sui municipi, così come sulla sua lista civica invece la partita dovrebbe essere chiusa entro pochi giorni.
Rispetto al programma Salis oggi ha trattato quello degli anziani, che costituiscono una quota cospicua della popolazione genovese: ” Questo è un tema che va trattato con grande serietà anche, perché è un tema che col tempo potrà solo che diventare più pressante per questa città. Serve un’azione per pensare di mantenere i nostri anziani nel loro case, quindi un incremento dei servizi domiciliari, perché non si può abusare delle residenze sanitarie visto che questo tra l’altro incide negativamente sulle capacità sia cognitive sia motorie, sia di autonomia, dei nostri anziani. E se da un lato gli anziani che riescono a rimanere a casa sicuramente hanno una vita migliore, questo rende il tutto meno impattante sui conti comunali”.
Tra i temi affrontati quello dell’emergenza abitativa: “Bisogna agire in due modi – dice – chiaramente il Comune deve garantire ai privati il loro giusto diritto di ricevere gli affitti, ma deve anche valorizzare il proprio patrimonio, ristrutturandolo e possibilmente ampliandolo perché questa è una città con 40.000 appartamenti sfitti circa, per cui è assurdo che a Genova ci sia una emergenza abitativa.

Sempre in tema di politiche sociali Salis dice che è doveroso sostenere il sociale e che per farlo è importante anche rendere la città più attrattiva a nuovi investimenti: “La mia idea di sociale è un’idea che investe l’impresa, l’economia e l’industria, perché una città con un tessuto sociale depresso è una città dove l’impresa e l’industria non riescono a fiorire. Noi non solo vogliamo difendere l’impresa e l’industria esistente, ma vogliamo attirare nuovi investimenti. E nuovi investimenti si attirano con un tessuto sociale che funziona, per cui è un’economia che fa il giro e si traduce in una grande ricchezza per tutti”. E i giovani? “I giovani che devono scappare da Genova per trovare un lavoro è un qualcosa, nella città con l’età media più alta d’Europa, che non ci possiamo permettere. E per far sì che i giovani non scappino a Genova occorre far sviluppare il lavoro di qualità e arginare il fenomeno di lavoro povero. Come ho già detto varie volte fino a qualche decennio fa una famiglia con due figli e un solo reddito si poteva permettere di pagare un mutuo, si poteva permettere di far studiare i propri figli. Ora una stessa famiglia con un solo reddito e due figli spesso deve ricorrere alle mense sociali. Per cui questo è qualcosa della quale ci dobbiamo fare carico e sul quale dobbiamo agire velocemente. Quelli che arriveranno, che devono trovare in questa città un posto dove restare, un posto dove investire, un posto sul quale costruire il proprio futuro”.