Sicurezza nelle scuole, crolli ancora in aumento. E crescono gli infortuni degli studenti

  • Postato il 20 settembre 2025
  • Scuola
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Gli italiani si rendono conto che le scuole non sono sicure, tanto da destinare 59 milioni di euro all’edilizia scolastica con le quote dell’otto per mille (39 milioni in più dell’anno precedente). Ma, nonostante le donazioni, la situazione non cambia: le aule dei nostri ragazzi restano pericolose. A sostenerlo è il rapporto annuale di Cittadinanzattiva, presentato nel pomeriggio del 18 settembre dall’associazione nella sala stampa della Camera dei Deputati alla presenza della responsabile scuola Adriana Bizzarri: in un anno si sono registrati 71 crolli, ancora in aumento rispetto al 2023/24 quando ne erano stati rilevati 69.

Un dato che va legato a quello degli infortuni occorsi nel 2024 agli studenti e certificati dall’Inail: 78.365 (+7463 rispetto all’anno precedente). Gli interventi di adeguamento e miglioramento sismici sono, poi, rispettivamente, appena il 4% e il 3,8% e non se ne parla di diminuire il numero degli edifici scolastici non in possesso dell’agibilità (23.218; 59%) né della prevenzione incendi (22.968; 58,36%) e del collaudo statico assente nel 42,09%dei casi.

Ultimo numero: nonostante quasi il 60% dei fondi del Pnrr vengano destinati a interventi nel Sud del Paese, permangono ancora forti diseguaglianze tra le diverse aree, in particolare su mense, tempo pieno e palestre. “Chiediamo – spiegano Anna Lisa Mandorino e Bizzarri – che all’impegno dei cittadini faccia seguito un riscontro politico altrettanto importante, prevendendo lo stanziamento di fondi triennali, nella cifra di tre miliardi a partire dalla prossima Legge di Bilancio, per investire in maniera continuativa sull’edilizia scolastica anche dopo il Pnrr e per dotare tutte le aule scolastiche di impianti di condizionamento”. Nonostante per tutta la stagione estiva si sia parlato di “emergenza caldo” nelle scuole si è fatto ben poco. Ad oggi, l’impianto di riscaldamento più diffuso nelle scuole è quello centralizzato a metano (69,14%), mentre solo 1.472 sedi scolastiche, pari al 2,45%, sono dotate di impianti solari termici, anche se in aumento rispetto alle 1.266 della precedente rilevazione. Riguardo ai sistemi di condizionamento e ventilazione, nonostante le promesse fatte durante e immediatamente dopo il Covid, la loro presenza nelle scuole è davvero irrisoria: ne sono dotate solo 4.457 pari al 7,42%, con un leggero aumento (+490 sedi) rispetto alla rilevazione precedente. Tra le Regioni più virtuose spiccano le Marche (30,23%).

“Le risorse senza programmazione non sono sufficienti. E per questo – sottolinea ancora Bizzarri – è importante che l’Osservatorio nazionale dell’Edilizia Scolastica, fermo da due anni e mezzo, sia riconvocato al più presto, affinché possa esercitare pienamente tutte le sue funzioni istituzionali in relazione alla fase conclusiva del Pnrr alla programmazione triennale ordinaria degli interventi, ai programmi volti alla diffusione della cultura della sicurezza”.

Un’ultima considerazione. Le scuole italiane non sembrano prendere in considerazione seriamente l’autonomia dei disabili: secondo il Report dell’Istat relativo all’inclusione nelle scuole nell’anno scolastico 2023-20247, solamente il 41% degli edifici scolastici risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria, con differenze tra Regioni. In particolare, si segnala la mancanza di un ascensore o la presenza di uno non adatto al trasporto delle persone con disabilità (50%); l’assenza di servo scala interno (37%), di bagni a norma (26%) o di rampe interne per il superamento di dislivelli (25%). L’accessibilità degli spazi comprende anche gli ausili senso-percettivi destinati all’orientamento degli alunni con disabilità sensoriali: solo il 17% delle scuole dispone di segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia, mentre le mappe a rilievo e i percorsi tattili, necessari a rendere gli spazi accessibili agli alunni con cecità o ipovisione, sono presenti solo nell’1% delle scuole.

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Il Fatto Quotidiano

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