Sicurezza, Istat: donne più propense a sentirsi a rischio

  • Postato il 20 novembre 2024
  • Di Tgcom24
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Sicurezza, Istat: donne più propense a sentirsi a rischio

Migliora la percezione di sicurezza dei cittadini tuttavia le donne si sentono più a rischio degli uomini. Nel 2022-2023, secondo il report dell'Istat "La percezione della sicurezza - Anni 2022-2023", "aumenta la quota di cittadini molto o abbastanza sicuri quando escono a piedi nella propria zona ed è buio (dal 60,6% nel 2015-2016 arriva al 76% della popolazione)". A sentirsi più insicuri sono donne, anziani e abitanti delle aree metropolitane.

 

 

In particolare, si sottolinea nel rapporto Istat sulla sicurezza, "il senso di insicurezza è significativamente più forte tra le donne rispetto agli uomini: le donne sono il doppio più propense a sentirsi insicure quando escono da sole di sera (16,4% contro il 7,4% degli uomini) e sono circa quattro volte più numerose nel dichiarare di non uscire di sera per paura (19,5% contro il 5,3% degli uomini). Sono anche più condizionate dalla paura della criminalità (28,8% rispetto al 19% degli uomini)".

 

Il 19,8% delle persone, di sera, cerca di evitare situazioni o luoghi che ritiene a rischio e il 12,6% preferisce non uscire per paura (rispettivamente 28% e 23% nel 2015-2016). In riferimento alla propria zona migliora la percezione del rischio di criminalità (20,3%) e diminuiscono le persone che vedono situazioni di degrado sociale e ambientale. Resta stabile la preoccupazione di subire reati tranne che per il furto in abitazione (in diminuzione di circa 16 punti percentuali).

 

L'insicurezza cresce all'aumentare dell'età: è maggiore per le classi adulte e soprattutto per le persone fino ai 75 anni, età in cui prevale la quota di chi non esce mai. Più di un'anziana su due (il 59,2% di chi ha più di 75 anni) dichiara di non uscire mai da sola o di non uscire mai e lo stesso accade per un anziano su quattro (il 39,2% di chi ha più di 75 anni). Tuttavia, tra questi, solo il 4,7% dichiara di non uscire di sera per la paura legata alla criminalità. L'analisi combinata per età e genere rivela un andamento diverso tra i due sessi: le ragazze tra i 14 e i 24 anni mostrano un picco di insicurezza che diminuisce nelle fasce di età successive, ovvero tra i 25 e i 34 anni e tra i 35 e i 44 anni, per poi aumentare leggermente e stabilizzarsi.

 

Al contrario, per i maschi l'insicurezza cresce progressivamente con l'età e raggiunge il suo picco intorno ai 75 anni (Figura 1). Le donne inoltre tendono di più a prendere precauzioni quando escono la sera: il 23,3% evita strade o situazioni più pericolose contro il 16% degli ma la differenza tra i generi è fortemente ridotta rispetto al passato. Anche in casa le donne si sentono più insicure degli uomini: il 7% rispetto al 3% dei maschi, in particolare tra le anziane (11,6% tra le over 75). I giovani sono i meno condizionati dalla percezione della criminalità (il 29% tra gli under 24 dichiara di non esserne influenzato, mentre i livelli più alti si riscontrano tra gli over 65. Chi è più acculturato si sente più sicuro (il 28,7% dei laureati si dichiara molto sicuro rispetto all'11% di chi ha un titolo di studio elementare o non lo ha affatto).

 

Gli abitanti del Sud e delle Isole sono meno preoccupati di subire reati, mentre, tra le regioni la percezione di insicurezza è più elevata in Campania, in Puglia e in Lombardia. Valle d'Aosta, Molise, Basilicata e le province di Bolzano e Trento hanno i rating migliori rispetto a sicurezza, rischio di criminalità percepito e degrado.

 

Secondo l'Istat è del 2,9% la percentuale di cittadini che hanno temuto di stare per subire un reato nei tre mesi precedenti l'intervista (era del 6,4% nel 2015-2016); del 6,4% la quota di cittadini che vedono nella propria zona persone che si drogano o spacciano, prostitute, atti di vandalismo contro il bene pubblico, vagabondi (era 17,2% nel 2015-2016); del 76,8% la percentuale di persone che considerano le forze dell'ordine molto o abbastanza efficaci nel controllo della criminalità nella loro zona (era pari al 53,6% nel 2015-2016).

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Tgcom24

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