Sicilia, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno indagato per corruzione. L’opposizione: “Venga a riferire in aula”
- Postato il 28 giugno 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“È venuto il momento per il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, di riferire al parlamento della vicenda che lo riguarda e che investe i suoi collaboratori”: è la richiesta di Antonello Cracolici, presidente della commissione antimafia della Regione Sicilia. Il sollecito arriva dopo che giovedì il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha chiesto il passo indietro di Marcella Cannariato, vice presidente della Fondazione Dragotto, moglie del patron di Sicily by Car, Tommaso Dragotto, e indagata nella stessa inchiesta che coinvolge il meloniano presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.
L’inchiesta della procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, crea adesso riverberi nel mondo politico, che finora si era espresso solo per manifestare solidarietà, rischiando di diventare una vera e propria valanga per il presidente dell’Assemblea regionale. Considerato il volto nuovo della destra siciliana, delfino di Ignazio La Russa, Galvagno è stato ascoltato dai pm venti giorni fa. L’inchiesta, che vede indagate 9 persone, ipotizza reati di corruzione e peculato, contenstando al meloniano di avere utilizzato i fondi dell’Ars in cambio di consulenze a persone dello staff e parenti, affitto gratis di auto e abiti, biglietti per concerti, e uso dell’auto blu per finalità personali.
Le indagini sono partite dallo scandalo sul caso Cannes, quando l’assessorato al Turismo, governato da anni dai meloniani, stanziò quasi 4 milioni di euro per una mostra fotografica “Sicily women and cinema”, organizzata dalla società lussemburghese Absolute Blue. Per questa stessa società lavorava Sabrina De Capitani, come responsabile dei clienti più importanti. Poco dopo, però, De Capitani, diventava la portavoce del presidente Galvagno: “No ma amore adesso inizio a fare lobby”, così si esprime la portavoce parlando al telefono il 15 luglio del 2023 mentre si trova a villa Dragotto. Intercettazioni telefoniche e ambientali, con cimici anche nella casa palermitana del meloniano, sequestri di telefoni e perquisizioni sono alla base del lavoro della Guardia di finanza che qualche giorno fa è stata all’Ars anche per verificare l’utilizzo dell’auto blu da parte di Galvagno.
Nel mirino della magistratura l’organizzazione dell’evento “Un Magico Natale” per le edizioni 2023 e 2024 finanziate con 198 mila euro. L’ipotesi formulata dalla procura è che gli eventi venissero finanziati grazie al presidente dell’Ars, che in cambio otteneva altro tipo di utilità per sé ed alcuni suoi collaboratori, da parte di imprenditori come Cannariato, componente del consiglio di indirizzo del teatro Massimo, e Nuccio La Ferlita, noto manager di eventi di musica dal vivo. Sono in tutto sei i casi al centro dell’inchiesta, tra cui il noleggio a titolo gratuito di un’auto concesso dalla Sicily by Car allo stesso Galvagno, il dono di un vestito e quello di biglietti per concerti.
Ma non solo, al centro delle indagini c’è un importante omissis, un nome (forse quello di un politico?) è celato dietro la menzione di “Uomo 6”, sarebbe la persona che avrebbe chiesto a Galvagno la raccomandazione per Marianna Amato, responsabile marketing Orchestra Sinfonica siciliana, che dopo l’interessamento dello stesso Galvagno avrebbe in effetti ricevuto due incarichi, uno dei quali – secondo quanto ricostruito dai magistrati palermitani – sarebbe arrivato dalla Fondazione Dragotto per organizzare l’evento “La Sicilia per le donne” a Catania e Palermo.
Il secondo incarico (12 mila euro per Un Magico Natale) glielo conferisce Alquadrato comunication Srl, riconducibile all’event manager palermitano Alessandro Alessi, anche lui fra gli indagati. Nei giorni scorsi il presidente dell’Ars, aveva parlato su Facebook di “giorni particolari vissuti con uno strano magone in una sorta di doverosa e silenziosa attesa difficile da descrivere”. Galvagno – che già ad inizio gennaio aveva chiesto di essere sentito dai magistrati – è stato interrogato venti giorni fa, rigettando ogni addebito. Mentre la sua portavoce De Capitani si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Ma l’inchiesta, dopo gli interrogatori di queste settimane, sembra destinata ad allargarsi.
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