Si va verso il ripristino delle sanzioni all'Iran
- Postato il 19 settembre 2025
- Estero
- Di Agi.it
- 1 Visualizzazioni

Si va verso il ripristino delle sanzioni all'Iran
AGI - Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe votare la risoluzione che mira a evitare il ripristino delle sanzioni all'Iran, ma che non ha molte probabilità di essere approvata a causa di divisioni tra i membri del massimo organismo dell'Onu. Intanto, i funzionari europei hanno avvertito Teheran che sta per scadere il tempo a disposizione per giungere a una soluzione diplomatica sul suo programma nucleare, in vista della settimana di alto livello dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
La risoluzione presentata dalla Corea del Sud, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza composto da 15 membri, richiede almeno nove voti a favore per bloccare la reintroduzione automatica delle sanzioni alla fine del mese, come previsto dalla clausola di "snapback" contenuta nell'accordo nucleare del 2015 (Jcpoa) tra l'Iran e le potenze mondiali. Si prevede che Cina, Russia e Pakistan sosterranno la bozza di risoluzione, mentre è improbabile che lo facciano Danimarca, Francia, Grecia, Panama, Slovenia, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti.
Se non verrà adottata alcuna risoluzione, le sanzioni sospese dal 2015 torneranno automaticamente in vigore al termine della finestra di 30 giorni prevista dalla richiesta di attivazione dello "snapback", vale a dire il 28 settembre. Francia, Germania e Regno Unito - i cosiddetti E3 firmatari del Jcpoa - hanno attivato il meccanismo, che ripristina automaticamente tutte le sanzioni Onu in vigore prima del Jcpoa, lo scorso 28 agosto, denunciando gravi violazioni dell'intesa da parte dell'Iran.
La risposta di Teheran
Teheran, dal canto suo, ha respinto le accuse di inadempienza, sostenendo di agire con "responsabilità" e "buona fede" nella cooperazione con l'Aiea. Le misure punitive prevederebbero, tra le altre cose, un embargo sulle armi convenzionali, restrizioni allo sviluppo di missili balistici, congelamento dei beni, divieti di viaggio e il divieto di produzione di tecnologia nucleare.
Nelle ultime settimane si è intensificata la diplomazia tra la Repubblica islamica e l'Europa, ma finora non si è giunti a una soluzione. Il presidente francese Emmanuel Macron, questa settimana, si è detto convinto che le sanzioni verranno riattivate "perché le ultime notizie che abbiamo dagli iraniani non sono serie".
Mercoledì, in un colloquio telefonico, gli E3 e Bruxelles hanno avvertito Teheran che i passi intrapresi non erano sufficienti per fermare la reimposizione delle sanzioni. "La finestra per trovare una soluzione diplomatica alla questione nucleare iraniana si sta chiudendo molto rapidamente", ha dichiarato in una nota l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Kaja Kallas. "L'Iran deve mostrare passi credibili per rispondere alle richieste di Francia, Regno Unito e Germania, e questo significa dimostrare piena cooperazione con l'Aiea e consentire senza indugio le ispezioni di tutti i siti nucleari".
Le ragioni
Sotto i riflettori ci sono soprattutto le scorte di uranio altamente arricchito di cui l'Aiea non ha più traccia dopo la guerra di giugno lanciata da Israele all'Iran. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha denunciato che la reimposizione delle sanzioni è "priva di qualsiasi giustificazione legale o logica", ha sottolineato che Teheran ha fatto una proposta "giusta" agli E3 e ha inoltre ricordato che il suo Paese ha già concluso un accordo con l'Aiea, mediato dall'Egitto, per garantire l'accesso a tutti i siti nucleari iraniani e per consentire a Teheran di riferire sulla posizione di tutto il suo materiale nucleare.
I dettagli dell'accordo non sono stati resi noti. In un discorso tenuto la scorsa settimana a Vienna, il direttore dell'Aiea Rafael Grossi ha affermato che il documento "fornisce una chiara comprensione delle procedure di notifica delle ispezioni e della loro attuazione". L'utilizzo del meccanismo "snapback" probabilmente aumenterà le tensioni tra l'Iran e l'Occidente.
Araghchi ha fatto un ultimo appello all'Onu affinché scelga la diplomazia anziché lo scontro, ma ha anche avvertito che l'Iran reagirà se le sanzioni verranno reintrodotte. In passato i funzionari della Repubblica islamica hanno ventilato il ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare, potenzialmente seguendo l'esempio della Corea del Nord, che ha abbandonato il trattato nel 2003 e ha poi costruito armi atomiche.
I negoziati per arrivare a un'intesa potrebbero proseguire durante la settimana prossima all'Assemblea generale delle Nazioni Unite; Cina e Russia hanno fatto circolare una bozza alternativa di risoluzione per evitare l'attivazione automatica delle sanzioni contro Teheran fino ad aprile 2026.
Continua a leggere...