Si fa mordere da vent'anni dai serpenti per trovare l'antidoto 

  • Postato il 4 maggio 2025
  • Di Agi.it
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Si fa mordere da vent'anni dai serpenti per trovare l'antidoto 

AGI - A primo impatto la "missione" di Tim Friede - un ex meccanico del Wisconsin che da 18 anni si offre volontariamente alle fauci di rettili di ogni tipo, dai cobra alle vipere sino ai serpenti - potrebbe sembrare un semplice atto di puro masochismo. Ma dietro a questo pericolosissimo gesto, c'è la volontà di Friede - oggi direttore di erpetologia presso l'azienda californiana di ricerca sui vaccini Centivax - di elaborare un antiveleno universale per tutti i più letali serpenti del mondo.

 

E secondo gli scienziati, l'esperimento ormai ventennale ha portato a un antidoto "senza pari", un passo significativo nella ricerca di una cura universale contro tutti i morsi di serpente, che ogni anno uccidono fino a 140.000 persone. In totale, Friede ha sopportato più di 200 morsi e più di 700 iniezioni di veleno preparate da alcuni dei serpenti più letali del mondo.

 

 

"Per quasi 18 anni Friede ha subito centinaia di morsi e si è autosomministrato dosi sempre più elevate di veleno, tanto potenti da uccidere un cavallo" spiega Jacob Glanville, amministratore delegato della ditta che produce sieri antiveleno Centivax. Friede, appassionato sin da giovani di serpenti, voleva costruire la sua immunità per proteggersi da eventuali morsi, così ha iniziato a iniettarsi il veleno nel sangue, fino a quando nel 2001 due morsi di cobra in rapida successione lo hanno lasciato in coma. "Non volevo morire. Non volevo perdere un dito. Non volevo perdere il lavoro", ha detto alla Bbc.

 

La motivazione di Friede di sviluppare terapie migliori per il resto del mondo, è continuata a crescere sino a diventare diventato uno stile di vita: "Ho continuato a spingere più forte che potevo, per quelle persone che sono a 8.000 miglia di distanza da me e che muoiono per un morso di serpente".

 

Friede ha spiegato di non aver mai puntato a diventare famoso: "Non l'ho mai fatto per apparire un tipo tosto o diventare famoso su YouTube", ha affermato, sebbene i suoi video sui social che lo riprendono mentre si fa mordere dai serpenti hanno registrato centinaia di migliaia di visualizzazioni. È stato allora che il dottor Jacob Glanville, amministratore delegato della società biotecnologica Centivax, si è imbattuto in lui.

 

"Immediatamente mi sono chiesto: 'Se c'è qualcuno al mondo che ha sviluppato questi anticorpi ampiamente neutralizzanti, devo contattarlo". Alla prima chiamata, Glanville ha subito chiesto di "mettere le mani su quel sangue". Friede ha subito accettato.

 

L'antidoto è attualmente prodotto iniettando piccole dosi di veleno di serpente negli animali, come i cavalli. Il loro sistema immunitario combatte il veleno producendo anticorpi e questi vengono raccolti per essere utilizzati come terapia. Ma il veleno e l'antidoto devono essere strettamente abbinati perché le tossine in un morso velenoso variano da una specie all'altra. Ma c'è anche un'ampia varietà all'interno della stessa specie: ad esempio, l'antidoto a base di serpenti in India è meno efficace contro la stessa specie in Sri Lanka.

 

La ricerca si è concentrata sugli elapidi - una delle due famiglie di serpenti velenosi - come serpenti corallo, mamba, cobra, taipan e kraits, che usano principalmente neurotossine nel loro veleno, che paralizza la loro vittima ed è fatale quando ferma i muscoli necessari per respirare. I ricercatori, dopo aver scelto 19 elapidi identificati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come tra i serpenti più letali del pianeta, hanno iniziato a setacciare il sangue del signor Friede per trovare difese protettive.

 

Il loro lavoro, dettagliato sulla rivista Cell, ha identificato due anticorpi ampiamente neutralizzanti che potrebbero colpire due classi di neurotossina. Negli esperimenti sui topi, il 'cocktail' ha fatto si' che gli animali sopravvivessero a dosi fatali da 13 delle 19 specie di serpenti velenosi, con una protezione parziale contro i restanti sei. Si tratta di un'ampiezza di protezione "senza pari", secondo il dottor Glanville, che ha affermato che "probabilmente copre un intero gruppo di elapidi per i quali non esiste attualmente un antidoto".

 

Il team ora sta cercando di perfezionare ulteriormente gli anticorpi e vedere se l'aggiunta di un quarto componente potrebbe portare a una protezione totale contro il veleno di serpente elapide. "Penso che nei prossimi 10 o 15 anni avremo qualcosa di efficace contro ognuna di queste classi di tossine", ha detto il professor Peter Kwong, uno dei ricercatori della Columbia University. E la caccia continua all'interno dei campioni di sangue del signor Friede.

 

"Gli anticorpi di Tim sono davvero straordinari", ha detto Kwong. La speranza finale è quella di avere un singolo antidoto che possa fare tutto, o un'iniezione per gli elapidi e una per le vipere. Il professor Nick Casewell, che è il capo del centro per la ricerca e gli interventi sul morso di serpente della Liverpool School of Tropical Medicine, ha affermato che l'ampiezza della protezione riportata era "certamente nuova" e ha fornito "una forte prova" che questo era un approccio fattibile.

 

"Non c'è dubbio che questo lavoro fa avanzare il campo in una direzione entusiasmante". Ma ha avvertito che c'è "molto lavoro da fare" e che l'antidoto ha ancora bisogno di test approfonditi prima di poter essere utilizzato nelle persone. Per Friede questo è comunque "un risultato incredibile. Sto facendo qualcosa di buono per l'umanità e questo è molto importante per me. Ne sono orgoglioso". 

 

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Agi.it

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