Shock genetico: donatore di sperma con mutazione tumorale usato per 200 concepimenti
- Postato il 10 dicembre 2025
- Di Panorama
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Una grande inchiesta giornalistica condotta da 14 broadcaster europei, tra cui la Bbc, ha rivelato un caso che scuote profondamente il settore della fertilità. Un donatore di sperma, risultato portatore inconsapevole di una mutazione del gene TP53, ha contribuito alla nascita di almeno 197 bambini in 14 Paesi. La variante genetica è responsabile della sindrome di Li-Fraumeni, che comporta fino al 90% di rischio di sviluppare forme aggressive di cancro, spesso già in età infantile.
Il donatore, che aveva iniziato a fornire sperma nel 2005, era stato giudicato sano e idoneo ai controlli di routine. Tuttavia, la mutazione era presente in una parte limitata delle sue cellule ma in un numero significativo dei suoi spermatozoi. Ciò significa che ogni bambino concepito con quel materiale genetico può nascere con la mutazione in ogni cellula del proprio corpo.
Bambini malati e primi decessi
L’allerta è scattata dopo che oncologi pediatrici europei hanno individuato diversi casi di tumore riconducibili allo stesso donatore. Su 67 bambini identificati inizialmente, almeno 23 erano portatori della mutazione e dieci avevano già ricevuto una diagnosi di cancro. Alcuni piccoli pazienti sono già morti.
La storia di Céline (nome di fantasia), madre single francese di una ragazza di 14 anni affetta dalla mutazione, riflette lo choc delle famiglie coinvolte. «Non provo rabbia verso il donatore — racconta — ma non avrei mai dovuto ricevere un materiale genetico non sicuro». Per lei e molti altri genitori, il futuro resta sospeso: «Sappiamo solo che il rischio è altissimo. Se il cancro arriverà, combatteremo».
Coinvolte anche famiglie britanniche
Il seme non è mai stato venduto ufficialmente nel Regno Unito, ma alcune donne britanniche avevano viaggiato in Danimarca per sottoporsi a trattamenti con quel donatore. L’autorità britannica per la fertilità (Hfea) conferma che il numero di famiglie interessate è «molto piccolo» e che sono già state contattate.
L’European Sperm Bank, che ha distribuito il materiale genetico, ha dichiarato «profondo rammarico» e ha ammesso che in alcuni Paesi i limiti previsti sull’uso di un singolo donatore sono stati superati. In Belgio, per esempio, la legge permette un massimo di sei famiglie: quel donatore ha generato 53 bambini da 38 donne diverse.
Un sistema globale senza regole comuni
La vicenda riapre il dibattito sui controlli e sulle normative internazionali. Oggi non esiste alcuna legge che stabilisca un tetto globale all’utilizzo dello sperma di un singolo donatore. Ogni Paese decide autonomamente, generando un sistema frammentato che favorisce gli eccessi dei grandi sperm bank internazionali.
Gli esperti, però, avvertono che non esistono screening genetici in grado di eliminare ogni rischio. «Non possiamo testare tutto — spiega il professor Allan Pacey — e se restringessimo ulteriormente i criteri, non avremmo più donatori». Tuttavia, molti specialisti concordano sull’urgenza di fissare limiti più severi per evitare la proliferazione di centinaia di fratellastri ignari e per tutelare la salute psicologica delle famiglie.
Cosa devono fare le coppie che stanno valutando un donatore
Gli esperti sottolineano che casi come questo sono «rarissimi» e che affidarsi a cliniche accreditate resta la scelta più sicura. Tuttavia, chi ricorre a donatori esteri dovrebbe chiedere informazioni sulla tracciabilità e sull’uso pregresso del materiale genetico.
Questa vicenda mette in luce non solo un problema di regolamentazione internazionale, ma anche il peso emotivo e sanitario che una singola mutazione può avere sulla vita di intere famiglie. Un caso che, inevitabilmente, cambierà il modo in cui il mondo guarda alla donazione di sperma.