Sgambetto cinese su Panama. Come Pechino vuole riscrivere l’accordo con BlackRock
- Postato il 12 agosto 2025
- Economia
- Di Formiche
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Sono mesi che la Cina, dopo l’accordo preliminare tra BlackRock e l’attuale proprietaria degli scali portuali panamensi, Ck Hutchinson, tenta di sabotare un’intesa da 23 miliardi di dollari che punta a un passaggio di mano di oltre 40 hub, tra cui quelli agli estremi del Canale. Era il febbraio scorso quando si è aperta la partita per il controllo di Panama, i cui porti più strategici sono di proprietà del gruppo cinese Ck Hutchinson.
Molto più di una semplice vendita, come detto, di 43 scali portuali sparsi per il globo, di cui tra questi due terminal strategici agli estremi del Canale, a un conglomerato di aziende (c’è dentro anche la svizzera ma anche italianissima Aponte) capitanato da BlackRock. Non appena trapelata, sei mesi fa, la notizia dell’accordo preliminare tra Ck Hutchinson e BlackRock, a Pechino è scattato l’allarme rosso. Prima una campagna stampa a mezzo organi del partito contro il gruppo cinese, poi l’entrata a gamba tesa dell’Antitrust cinese, sguinzagliata ad arte dal governo. Ma anche terzi incomodi, come per esempio la francese Cma Cgm. E ora anche il gruppo armatoriale cinese Cosco.
La compagnia marittima e della logistica controllata dallo Stato cinese punta a ottenere una quota del 20-30% nella cordata. Tanto che la stessa Ck Hutchison, si è affrettata a precisare nei giorni scorsi che saranno necessari cambiamenti nella composizione del consorzio e nella struttura dell’operazione per ottenere l’approvazione di tutte le autorità coinvolte. Il gruppo di Hong Kong ha quindi aggiunto che il negoziato con BlackRock sta proseguendo “per consentire l’ingresso nella cordata di un importante investitore cinese”. E qui si inserisce Cosco, che gestisce già 39 porti nel mondo ed è un o dei maggiori gruppo armatoriale nel settore dei container alle spalle di Hapag Lloyd, Cma-Cgm, Maersk e Msc.
Il Financial Times sostiene che un’opzione allo studio prevede che Cosco si affianchi alla cordata nell’acquisto di tutti i porti, ma tranne nei due di Panama che resterebbero sotto il controllo di BlackRock, assecondando il volere di degli Stati Uniti di ridurre la presunta influenza cinese sul Canale, ma consentendo ai cinesi una presenza e un’influenza più ampia sullo scacchiere marittimo globale. Il gioco di incastri, se riuscisse, potrebbe soddisfare le pretese della Casa Bianca e garantire al contempo alla Cina un piede nella ridisegnata logistica portuale mondiale.