Sfratti, il governo vuole istituire un’Autorità che velocizzi l’iter: chi non paga fuori in due/quattro mesi

  • Postato il 3 novembre 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Una autorità specifica che velocizzi le procedure di sfratto evitando i passaggi nei tribunali ordinari. Soluzioni più semplici per liberare le abitazioni in affitto da inquilini poco rispettosi nei pagamenti (con almeno due mensilità consecutive non pagate). Insomma, lotta alla morosità. Così la vede Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), che ha depositato in Senato una proposta di legge. Il governo ha un obiettivo, almeno sulla carta: incentivare i contratti a lungo termine, visti con timore dai proprietari di immobili per la paura di non poter mandare via l’affittuario moroso. In questo disegno un ruolo centrale lo detiene l’Autorità per l’esecuzione degli sfratti, ente amministrativo che avrà come diretto interlocutore in scala gerarchica il ministero della Giustizia. Ma come dovrebbe dipanarsi questa nuova realtà per aiutare i proprietari di immobili a non restare ostaggio della burocrazia?

Chi sarà indietro di almeno due mensilità avrà una proroga che non supererà i 15 giorni; se in questo lasso di tempo non avrà saldato le rate mancanti, l’Autorità per l’esecuzione degli sfratti, esaminata la pratica, potrà stabilire lo sgombero dell’appartamento in una settimana. L’Ufficiale giudiziario avrà poi un mese per l’esecuzione del provvedimento, prorogabile fino a un massimo di tre. Dunque, secondo il disegno di legge, uno sfratto potrà essere esecutivo tra i due e i quattro mesi. In mezzo sono comunque previste protezioni per chi ha una situazione precaria dal punto di vista economico, in special modo ha chi ha un Isee inferiore a 12.000 euro. Ci sono poi valide scusanti, se si potrà dimostrare che il mancato pagamento dell’affitto è da attribuirsi a un licenziamento o a una crisi coniugale.

Diverse le reazioni. Confedilizia plaude, l’Unione degli inquilini protesta. Per la prima parla Giorgio Spaziani Testa, il presidente: “Sfratti con tempi certi e rapidi vogliono dire più case in affitto e canoni di locazione più bassi, se si affiancheranno incentivi fiscali per i proprietari”. Diverso il parere dell’Unione Inquilini che ritiene sia in atto da parte dell’esecutivo “l’ennesimo attacco ai diritti delle persone in precarietà abitativa. Dopo l’approvazione, nei mesi scorsi, del Ddl Sicurezza, il governo Meloni vorrebbe interviene nuovamente con misure che mirano ad accelerare le procedure di sfratto, aggravando una crisi sociale già drammatica”.

Secondo la segretaria nazionale Silvia Paoluzzi dell’Unione “in Italia oltre 1.049.000 famiglie vivono in povertà assoluta e in affitto, rappresentando la metà delle famiglie povere del Paese. Si tratta di un’emergenza strutturale, resa ancora più grave dall’assenza nella Legge di Bilancio di qualsiasi misura di welfare abitativo o del tanto annunciato, e mai attivato, Piano Casa”. L’Unione Inquilini “chiede al governo di ritirare le misure che accelerano gli sfratti e di avviare immediatamente un confronto nazionale sull’emergenza abitativa, ripristinando i fondi per il sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole, e dando finalmente vita a un vero Piano Casa pubblico e strutturale. Non si risolve la povertà con la polizia. Il diritto alla casa non è un crimine, ma un diritto umano fondamentale”.

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