Sette minuti per svaligiare il Louvre: come ha agito la “banda degli operai” e la possibile falla nella sicurezza
- Postato il 20 ottobre 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
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Sette minuti, un montacarichi, alcune smerigliatrici e un paio di scooter. Tanto è bastato per svaligiare il museo più famoso del mondo a una banda travestita da operai. Senza che la vigilanza né la polizia avessero il tempo di intervenire. La Francia è sotto choc per la rapina al Louvre di domenica mattina, in mezzo ai visitatori, costata una perdita inestimabile al patrimonio artistico francese. L’ennesima, negli ultimi mesi, senza voler risalire al colpo del secolo di Vjeran Tomic, lo Spider Man di Parigi, che nel 2010 rubò cinque quadri, compresi un Picasso e un Modigliani, dal Museo d’Arte moderna senza che il bottino venisse mai ritrovato.
Da Tomic al Louvre, il tema della sicurezza dei musei
Così ora il Paese si interroga sulla sicurezza dei suoi musei, nei quali allora come ieri il punto debole si sono dimostrati ancora una volta i finestroni. Smontandone uno, Tomic si intrufolò nel Palais de Tokyo andandosene con tele dal valore di 100 milioni, scomparse nel nulla per sempre. Da lì, domenica mattina, la “banda degli operai” è entrata al Louvre indisturbata portando via i gioielli della Corona di Francia. Un colpo rapidissimo, perfettamente organizzato.
Ore 9.30, l’inizio del colpo grosso
Tutto è iniziato alle 9.30 lungo Quai François Mitterrand, la banchina della Senna sulla quale si affaccia il Louvre. I rapinatori sono arrivati a bordo di un camion montacarichi, lo hanno parcheggiato e hanno fatto salire il braccio fino alle finestre della sala 705, la Galleria d’Apollo. Sul cestello, due persone vestite con le pettorine da operaio e “armate” di seghe circolati che hanno usato per aprire i finestroni. Camuffato da intervento tecnico, simile a un heist movie, è iniziato così il colpo grosso.
Il giallo dell’allarme alla finestra
Con un giallo, decisivo: l’allarme della finestra era disattivato o è entrato in funzione? Le fonti non sono concordati e il punto è cruciale perché Tomic nel 2010 sfruttò la stessa falla nella sicurezza al Museo d’Arte moderna e in un recente documentario su Netflix ha raccontato che ne rimase sorpreso, non potendo pensare che sarebbe stato così facile grazie a quel bug che era imprevedibile. Tornando al Louvre: sono le 9.04 e i due, incappucciati, sono dentro la Galleria d’Apollo con davanti i 23 pezzi rimanenti del tesoro dei re di Francia.
Ore 9.37, la fuga sugli scooter
Ancora con le smerigliatrici aprono le teche e portano via la corona dell’imperatrice Eugenia, la parure di smeraldi di Maria Luisa, la collana e gli orecchini di zaffiri di Maira Amalia e Ortensia, una spilla reliquiario e un grande nodo da corsetto. Valore inestimabile, ha sentenziato il ministro dell’Interno Laurent Nunez. In 120 secondi sono già fuori dal museo, dopo aver allontanato le guardie e provocato la fuga dei visitatori che erano dentro la sala 705. Il tempo di tornare a terra e alle 9.37 la banda è in fuga a bordo di due scooter Yamaha TMax.
La corona persa lungo il tragitto
L’unica imperfezione è aver perso una parte del bottino, compresa la corona di Eugenia, il pezzo più pregiato con i suoi 1.354 diamanti. Con loro sono scomparsi tutti gli altri pezzi della refurtiva che – come fanno notare gli esperti – sono invendibili sul mercato perché immediatamente riconoscibili. Ma questo, sembra strano a dirsi, è l’ultimo dei problemi alla luce delle modalità del colpo e del delicato momento politico in cui è arrivato lasciando a bocca aperta l’intero Paese.
I recenti precedenti
Uno smacco che arriva dopo il furto delle pepite d’oro nel museo di Storia Naturale a settembre e la rapina da 6,5 milioni di euro al museo della Porcellana di Limoges. Alcuni investigatori ipotizzano che la mano sia la stessa. Ma l’interrogativo più grande da scogliere resta come sia stato possibile, se ci sono stati degli errori o delle inefficienze nella catena della sicurezza del museo, già in passato oggetto di rapine. E come hanno fatto quattro finti operai a far perdere le loro tracce sgommando nel centro di Parigi in pieno giorno. Il tutto in appena 7 minuti, una manciata di secondi in meno del tempo che avete impiegato a leggere questo articolo.
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