Serie D, Vado. Roselli: “Mi dicevano che qui è quasi impossibile vincere. Noi lavoriamo proprio per il quasi”
- Postato il 30 novembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Vado Ligure. Sono parole da uomo di calcio di lunga data quelle pronunciate da mister Giorgio Roselli dopo il ritorno alla vittoria del suo Vado contro una buona Lavagnese. Durante la conferenza stampa post gara il tecnico ha mostrato alle telecamere un foglio con alcuni appunti. Tra questi una parola scritta in grande: “quasi“. Il concetto spiegato ai microfoni vale tutto il percorso di quest’anno dei rossoblù nella corsa alla Serie C.
“Mi sono scritto una cosa interessante perché tutti sappiamo che il Vado è considerato strafavorito, succede spesso – introduce Roselli -. Quando è venuto fuori che sarei venuto qui, alcune persone mi hanno detto “Ma vai al Vado? È quasi impossibile vincere al Vado!”. Oppure mi dicevano il lato negativo. Io questa cosa non la capisco, visto che ci provano spesso. La cosa positiva è quel “quasi”: per me è determinante. “Quasi” vuol dire che non c’è certezza. Il Vado può fare il massimo, può anche non vincere, ma deve assolutamente lottare per vincere. Questo è quello che mi auguro e che spero avvenga, perché credo che il presidente e la società, dopo tanti sacrifici, se lo meritino. Noi dobbiamo fare tutto quello che è possibile. Vado è particolare: non ci sono tantissimi tifosi e ogni filo di vento spesso ha creato dei problemi. A noi però non crea problemi, perché siamo abituati a fare cose molto più difficili. Serve fiducia. Ricordiamoci che siamo persone che possono sbagliare o fare bene e male”.
Sulla partita: “Tutte le vittorie contano, sinceramente noi non avevamo bisogno di questa partita per sapere che siamo un gruppo: su questo non c’è nessun problema. Faccio i complimenti a Lavagnese, all’allenatore, ad Avellino che collabora con Ranieri, a tutti, perché ho visto una squadra davvero bella. Mi è piaciuta tantissimo. Poteva segnare come poteva subirlo: è stata una partita che mi ha riconciliato un po’, perché funzionava tutto. Abbiamo fatto molte cose bene, abbiamo lasciato qualche ripartenza difficile, e una squadra deve essere più compatta. Mercoledì scorso ne avevamo subite molte di più, perché oltre a provare a fare il nostro gioco non stavamo neanche fisicamente bene. Oggi invece stavamo bene, abbiamo gestito i cambi valutando chi era più stanco. Quando si corre, si gioca almeno alla pari; quando non si corre, come è successo mercoledì, diventa difficile”.
Su Alfiero: “L’ho trovato benissimo. Ha giocato tutte le partite, quindi è normale che dopo 14 partite tra coppa e campionato qualcuno cali, mentre chi ha giocato meno non sia ancora in condizione. Mercoledì è stata la dimostrazione perfetta di questo meccanismo. Per me è una cosa normale, è sempre stato così e sarà così anche nei prossimi anni. Per molti magari no. Una brutta prova non cancella che fino al giorno prima eravamo primi dall’inizio, con la miglior difesa di tutti i campionati italiani. Ci vuole buon senso, sia quando si dicono certe cose sia quando se ne dicono altre. Se vogliamo crescere tutti insieme, dobbiamo avere equilibrio – compresi voi che fate il vostro mestiere”.
Oltre alle qualità tecniche indiscusse, nel Vado si nota uno spirito di gruppo non indifferente. Un aspetto su cui ha battuto tantissimo Roselli nel periodo di preparazione: “Nei primi quaranta giorni avevo chiesto alla presidenza di tornare a casa, perché queste dinamiche vanno oltre. Era successo anche a Ligorna. Alcuni ragazzi, all’inizio, mi facevano impazzire. Io ho detto: se il problema sono io, basta dirlo. E invece proprio quei due o tre giocatori sono diventati tra i più importanti della squadra. Funziona così. Questi ragazzi hanno molte qualità, ma manca un pezzetto per fare molto di più. Io cerco di dare loro quel pezzetto, perché possano crescere. L’obiettivo non è vincere il campionato – lo dicono tutti, è scontato se hai una delle squadre favorite – ma fare il massimo possibile. Se non succede, significa che gli altri sono stati più bravi: si applaude, ma solo dopo aver dato tutto”.
“In questa categoria questi ragazzi sono un po’ più bravi della media e a volte pensano di potersi risparmiare. Ma il calcio è un gioco semplice: chi è più bravo è quello che fa meglio le cose semplici. Se uno scende di categoria e non dà il 300%, diventa più scarso di chi non ha mai fatto certe categorie. Se ti impegni di più, superi chi ha meno talento; se ti impegni meno, ti batte chiunque”, chiosa.