Serie B, il trionfo dell'italianità. Pillon: "Cadetteria passaggio importante. Complimenti a Lovisa e alla Juve Stabia"
- Postato il 15 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Il campionato degli italiani, come da slogan adottato da diverso tempo dalla Lega B, continua a sfornare talenti che con il passare degli anni sono diventati elementi fondamentali della Nazionale nei diversi gradi di rilevanza, partendo dalle giovanili.
Dunque, l’approdo in cadetteria diviene una tappa chiave della crescita professionale e sportiva del singolo, una sorta tappa obbligata per il passaggio verso frontiere più alte, ma è soprattutto un modo per confrontarsi con una competizione lunga, impegnativa e altamente allenante.
I tempi recenti ci raccontano di un gioiellino, un prospetto di assoluto livello, quale Francesco Pio Esposito, passato da La Spezia prima di ritornare in nerazzurro e di trovare la rete sia in Serie A che in maglia azzurra.
In Liguria la sua esperienza è stata costellata da tanti ottimi risultati personali come il secondo posto nella classifica marcatori del campionato – alle spalle di Armand Laurienté, elemento fondamentale del Sassuolo dominatore della scorsa Serie B – e i non altrettanto felici momenti con il club bianconero, sconfitto in finale play-off dalla Cremonese.
- Serie B, l'officina dei Campioni
- Juve Stabia la squadra con più italiani
- Pillon in ESCLUSIVA a Virgilio Sport: "Serie B tappa obbligata per crescere"
Serie B, l’officina dei Campioni
La storia è piena di fiori sbocciati tra i campi dei cadetti, basti pensare al passaggio di due palloni d’Oro come Roberto Baggio e Paolo Rossi entrambi cresciuti con la maglia del Vicenza, i campioni del Mondo 2006 Alessandro Del Piero a Padova e Filippo Inzaghi – uno che la B continua a viverla da protagonista in panchina – a Bergamo, con la maglia dell’Atalanta, i tre fuoriclasse del Pescara di Zeman – Marco Verratti, Ciro Immobile e Lorenzo Insigne – poi campioni d’Europa con gli azzurri di Roberto Mancini.
Vicende sportive che parlano di un trampolino di lancio necessario, da cui sono transitati anche diversi azzurri oggi a disposizione del commissario tecnico Gennaro Gattuso, tra cui figurano i vari Hans Nicolussi Caviglia, Riccardo Orsolini, Davide Frattesi e Nicolò Barella, tutti figli, almeno per un periodo della loro carriera, della provincia e della Serie B.
[iol_placeholder type="social_instagram" id="DPrseK8Dpv2" max_width="540px"/]Tuttavia, al centro di questa tappa obbligata alcuni hanno trovato la propria dimensione ideale, su tutti l’attuale bomber della Sampdoria, recordman di reti in categoria, Massimo Coda, divenuto – insieme a Stefan Schwoch – un simbolo del mondo cadetto. La Serie B, oltre ad essere una nave scuola eccellente per l’enorme quantità di talenti che continua a lanciare su ogni piazza, è il campionato in cui figurano un gran numero di italiani.
In questo articolo andremo ad approfondire l’attualissima e spigolosa questione della presenza di calciatori nostrani, rapportata alla quantità di stranieri delle diverse rose, analizzando i numeri e scoprendo qual è la squadra di cadetteria con il numero minore di elementi esteri in rosa, guidati da una voce d’eccezione, grande conoscitore del pianeta Serie B, l’ex tecnico Giuseppe Pillon.
Juve Stabia la squadra con più italiani
La Juve Stabia non è di certo più una delle sorprese di quest’anno dopo il quinto posto e la finale play-off della passata stagione. Le vespe, al momento, viaggiano a fasi alterne continuando a strizzare l’occhio alla zona alta della classifica. La squadra campana ha la rosa con la maggior quantità di italiani di tutta la Serie B 2025/2026 con ben 26 elementi su 28 totali e con un residuo di stranieri del 7,1%. Un dato importante, in controtendenza con la discussione perenne sui calciatori esteri, in linea con i dati degli anni precedenti, nonché sintomo di una fiducia enorme verso il contesto nostrano.
Dunque, alle spalle delle vespe c’è la formazione detentrice di questa classifica nell’anno precedente: il Mantova. A conferma di quanto visto nella passata stagione i lombardi continuano a progettare attorno all’italianità, potendo contare su una rosa 27 elementi di cui solo 3 stranieri, con una percentuale dell’88,9% di calciatori provenienti dallo Stivale. Sguardo necessario sulle tre neopromosse dalla Serie C: Avellino, Padova, Pescara e Virtus Entella.
La squadra veneta figura al terzo posto di speciale classifica con soli 4 elementi esteri in rosa, a pari merito con gli abruzzesi e i calabresi del Catanzaro. Diversamente, la posizione immediatamente successiva è occupata a parità di elementi dai biancoverdi e dai liguri.
[iol_placeholder type="social_instagram" id="DN_LFB4CPyh" max_width="540px"/]Una considerazione importante va fatta su alcune delle grandi blasonate della categoria, su tutte Venezia, Monza, due retrocesse dalla Serie A, oltre che su Sampdoria, Frosinone e Palermo. Il posto più basso è occupato dai lagunari, che presentano una rilevante parte di calciatori stranieri, che in termini numerici si trasforma in un ampissimo 71,4%, dato ben più alto rispetto al 41,2% dei seguenti ciociari e al 38,7% dei blucerchiati.
Dato importante anche per l’altra rientrante dalla massima categoria: l’Empoli. I toscani, con l’età media più bassa di tutto il torneo, hanno fornito diversi calciatori al mondo delle grandi del calcio, basti pensare agli ultimi Baldanzi, Fazzini e Parisi, e continuano a prediligere una linea verde italiana. Gli azzurri contano il 72,7% di italiani in rosa, numero di assoluta importanza se si considera il risultato finale ottenuto negli ultimi anni.
Pillon in ESCLUSIVA a Virgilio Sport: “Serie B tappa obbligata per crescere”
Dallo straordinario cammino del Treviso, con tre promozioni consecutive, alla Champions League sfiorata a Verona con il Chievo, Giuseppe Pillon, conosciuto anche come Bepi, è un profondo conoscitore del calcio di provincia. Tante le piazze dall’attualmente campionato vissute e toccate nella sua lunga carriera – da Mantova, a Padova e ancora Bari e Pescara. In merito, l’ex tecnico – all’interno dell’intervista rilasciata ai nostri microfoni – è entrato nel cuore della questione italiani, giovani e cadetteria, sfiorando alcune delle realtà conosciute nella sua esperienza.
La Serie B è la categoria, tra le maggiori, che continua a sfornare la maggior quantità di talenti italiani. Un suo parere.
“Hai detto bene. Sarebbe sempre meglio preferire italiani, anche in un’ottica di nazionale, viste le recenti difficoltà. Credo che sia opportuno proseguire su questa strada”.
Perché in Serie A, visti anche i risultati degli altri campionati europei, questi non accade?
“In A bisogna essere pronti. La Serie B è un passaggio, vedi Francesco Pio Esposito come si è conquistato un’occasione all’Inter dopo aver vissuto un’ottima stagione con la maglia dello Spezia. Ad oggi sta raccogliendo risultati positivi e ha un futuro importante davanti”.
Il Mantova ha una grande quantità di italiani, come dimostrano i numeri delle ultime due stagioni, può diventare un fattore, nonostante una partenza non positiva?
“Il Mantova è in un momento di difficoltà, ma ne verrà fuori. La squadra, con Possanzini, ha dimostrato di avere un buon valore sia nell’anno della promozione che nel primo in Serie B e riuscirà a lasciarsi alle spalle queste complicazioni. Nel frattempo, è necessario continuare sulla strada dei giovani italiani perché è quella giusta. Chiaramente bisogna trovare bisogna trovare gli elementi adatti, che abbiano l’adeguata voglia, per puntare a prestazioni importanti tentando, chissà, di andare in Serie A in questo o nei prossimi anni”.
La squadra con il maggior numeri di elementi italiani in rosa quest’anno, una sorpresa della passata stagione, è la Juve Stabia.
“Devo fare i complimenti a Matteo Lovisa perché è molto bravo nella selezione dei giocatori. È un ragazzo giovane ma ha già dimostrato tutto il suo valore, vincendo prima un campionato di Serie C e poi costruendo una grande squadra per la categoria superiore, scegliendo sempre gli allenatori giusti. Ad oggi, la Juve Stabia si conferma una squadra positiva, che fa un bel calcio. È davvero un bel gruppo”.
Anche le neopromosse presentano un gran numero di italiani – Avellino, Padova, Pescara e Virtus Entella. Quanto è importante il loro contributo in termini di crescita e anche di nazionale?
“Soprattutto per la nazionale. Più giovani emergono e meglio è. Il salto di qualità parte proprio da questa categoria, come visto con i diversi nomi arrivati in cima negli ultimi anni”.
Sui giovani c’è l’Empoli, età media bassa e oltre il 70% di italiani, che continua ad essere un centro importante per la creazione di talenti. Una squadra che ha fatto della crescita una tradizione e che lei, avendo allenato lì, conosce bene.
“L’Empoli è in una condizione altalenante, ma ha tanta qualità. È una piazza che dà ampio spazio ai giovani e ha un’età media molto bassa. È un loro marchio, hanno sempre lavorato così e hanno sempre ottenuto grandi risultati, mettendo da parte la retrocessione della passata stagione. Credo che debbano proseguire sempre su questa linea”.
Tra i giovani spiccano i due blucerchiati Pafundi e Cherubini. Un suo parere su questi due prospetti.
“Bisogna vedere come andrà il loro campionato e se troveranno continuità. La fama di giovani li obbliga a guadagnarsi tutto sul campo per provare ad avere una grande carriera”.
Lei ha parlato dello Spezia per Francesco Pio Esposito. Attualmente, la squadra ligure non vive un buon momento.
“Una delusione, ma riusciranno ad uscirne. Hanno un buon allenatore, che è D’Angelo, una buona società e una squadra di qualità. Sono sicuro che restando uniti, insieme ai tifosi, verranno fuori da questa brutta situazione”.
Come vede questi prospetti provenienti dalla B in ottica nazionale?
“Possono arrivare delle sorprese, ma credo che Esposito sia un calciatore da seguire attentamente”.