Serie A, la griglia del campionato: scudetto, Champions League ed Europa, i pronostici
- Postato il 22 agosto 2025
- Di Panorama
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Vigilia del via ufficiale della stagione, preceduto solo dai primi turni di Coppa Italia e seguito dalla chiusura del calciomercato (1° settembre alle ore 20). Circostanza, quest’ultima, che rende fluido il contenuto di questo articolo. Basti pensare a cosa accadde la scorsa estate nell’ultima settimana di trattative, con il Napoli scatenato nel consegnare ad Antonio Conte quella che sarebbe diventata l’ossatura della squadra scudetto.
Dunque, rimandato ogni verdetto definitivo alle ore 20 del 1° settembre – nel caso ci si aggiornerà – ecco la tradizionale grigliata di fine agosto. Pericolosa come ogni griglione che si rispetti, non per la linea ma perché espone a giudizi e potenziali brutte figure. Qualche volta va bene, altre meno. In ogni caso, quello che si apre sembra un campionato abbastanza delineato nella lettura, erede di una stagione in cui la squadra più forte sulla carta, e non solo, non ha vinto nulla e quella che partiva da outsider (ma nemmeno troppo, leggasi un anno fa), ha fatto saltare il banco. Ecco, allora, la griglia della Serie A che va ad iniziare.
Chi vince lo scudetto: Napoli su tutti (per distacco)
In pole position c’è il Napoli di Conte, non solo perché campione in carica e costretto all’onere del pronostico. De Laurentiis ha innestato un mercato sontuoso sul quarto tricolore della storia partenopea che a sua volta era innestato sulla base dello scudetto di Spalletti e su un altro mercato da 150 milioni di euro secchi. Conte dice che deve essere “rompiscatole” delle grandi del Nord, che c’è un progetto ancora in costruzione, non sono arrivati titolari a parte De Bruyne e altre cose simili: mente sapendo di mentire.
Il grave infortunio di Lukaku rischia di incidere in negativo, ma può anche essere la conferma finale della forza attuale della società. Dovesse arrivare Hojlund, ad esempio… Il tecnico salentino prova a scaricare sugli altri il peso di essere favorito per il titolo, obbligato quasi a vincerlo per non fallire davanti a tutti gli investimenti chiesti e ottenuti dal suo presidente. E la novità è che dovrà anche essere competitivo in Champions League perché non si scomoda uno come De Bruyne per abdicare a gennaio. Ogni altra versione è di parte, veline ben confezionate.
Gli antagonisti del Napoli? Pochi e tutti con problemi
Dietro al Napoli ci sono grandi potenzialità con molti punti di domanda o problemi. L’Inter è forte, forse fortissima, a patto che sappia metabolizzare per davvero gli schiaffoni di maggio. Il mercato è stato un po’ ondivago, vedremo come chiuderà, ma la sensazione è che la rosa non sia peggiorata. Anzi, soprattutto in attacco.
Però, ed è un però grande come una casa, ha in panchina un nuovo tecnico con alle spalle solo 13 presenze in Serie A e alcuni giocatori chiave, che già non erano ragazzini, hanno un anno in più sulla carta di identità. Conclusione: dire che Chivu è obbligato a vincere non sarebbe serio, sostenere che può farlo è più aderente alla realtà.
Altro all’orizzonte? La Juventus è un cantiere aperto (questo sì, altro che il Napoli), con un ex traghettatore come Tudor in panchina e una marea di errori del passato da sistemare. Comolli sta lavorando di fino per consentirsi qualche spesa, anche se il nodo impossibile da sciogliere che risponde al nome di Vlahovic ne limita il raggio d’azione. Guai a immaginare che debba ancora soffrire per agguantare un posto in Champions League, ma a meno di miracoli nell’ultima settimana di mercato non parte nemmeno in prima fila.
Il Milan ha Max Allegri come garanzia di rendimento, un mercato che è parso logico e va completato e non gioca le coppe. Non basta per metterla in prima fila, però, perché il lavoro da fare da parte di Max è monumentale e in alcuni settori ci sono scommesse (o lacune) evidenti come sugli esterni. I rossoneri hanno venduto tantissimo (circa 200 milioni di euro) e speso abbastanza (110 alla vigilia del via del campionato). Inseguito Vlahovic, perso Hojlund, ripiegato su Boniface che può essere un crack ma anche un flop. Obiettivo: Champions League senza soffrire.
Le outsider in corsa per l’Europa che conta
Il concetto di cantiere aperto si può applicare senza ombra di dubbio anche dalla terza fila a scendere. Un esempio? Alzi la mano chi scommette in un’Atalanta protagonista come lo è stata abitualmente con Gasperini alla guida: nessuno. Va in quarta fila superata nella griglia di inizio campionato dalle due romane sulle quali è giusto provare a fare un ragionamento più profondo.
La Lazio è stata costretta a non fare mercato e non è cambiata, se non nel manico: Maurizio Sarri. Non poter comprare (e vendere) è stata un’enorme penalizzazione, però è anche vero che Sarri ha ereditato una squadra a lungo in zona Champions League l’anno scorso e che potrà allenare durante la settimana, non facendo le coppe. La Roma è stata affidata a Gasperini che è garanzia di apertura di un ciclo; magari non subito da Champions League, però starà nelle zone medio alte della classifica.
In quarta fila con l’Atalanta (declassata) vanno Bologna e Como. I felsinei hanno il vantaggio della continuità tecnica, Italiano deve confermarsi e ha già dimostrato di saper lavorare bene con quello che gli consegna il mercato di Sartori nonostante alcune partenze dolorose. Il Como ha speso come una big d’Europa, gioca bene, ha tenuto i pezzi da novanta e riparte dallo strepitoso girone di ritorno dell’anno scorso.
Resta fuori, per ora, la Fiorentina. Difficile immaginarla da metà classifica ma nel gioco della griglia qualcuno ci deve andare insieme al solito Torino di Cairo ormai abbonato alla zona a cavallo tra lato destro e lato sinistro della graduatoria.
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