Separazione delle carriere, La Russa accelera: niente dibattito in commissione, il Senato andrà subito al voto
- Postato il 5 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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La volontà era chiara da qualche settimana, ma adesso il governo vuole metterla in atto: accelerare sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere, ferma in Senato, eliminando il dibattito e i voti in commissione. Lo stabilirà mercoledì mattina il presidente del Senato Ignazio La Russa nella conferenza dei capigruppo che sarà convocata per decidere i provvedimenti da discutere a maggio, dicono due fonti di maggioranza a conoscenza dei lavori parlamentari.
Dopo settimane di stallo in commissione Affari Costituzionali al Senato – con l’opposizione che sta facendo ostruzionismo presentando oltre mille emendamenti al disegno di legge sulla separazione delle carriere – ora il governo vuole accelerare. La Russa mercoledì proporrà ai capigruppo di maggioranza e opposizione una data per far approdare il provvedimento in aula, probabilmente tra fine maggio e inizio giugno.
Un modo per affrettare i tempi: a quel punto in commissione si dovranno discutere e votare tutti gli emendamenti ma, visto che questo sarà impossibile, questa soluzione significa di fatto introdurre una tagliola parlamentare al dibattito sulla separazione delle carriere. La commissione Affari Costituzionali applicherà un “trucchetto” parlamentare: votare il disegno di legge senza mandato al relatore facendo saltare la discussione e il voto su tutti gli emendamenti. A quel punto il testo arriverà in aula in tempi brevi, entro la data che sarà stabilita da La Russa d’accordo coi gruppi.
Non dare mandato al relatore su un provvedimento è una prassi che a volte viene messa in pratica, soprattutto su decreti che devono essere convertiti il prima possibile, ma la forzatura sarebbe evidente perché questa è una riforma che modifica la Costituzione e l’ordinamento giudiziario. Quindi, per eccellenza, il dibattito e la discussione dovrebbero essere garantiti, oltre al diritto delle opposizioni di manifestare la propria contrarietà.
Tagliare i tempi della discussione, però, serve al governo per provare a rispettare i tempi che ha individuato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Quest’ultimo, infatti, vorrebbe approvare la riforma entro l’autunno in entrambe le Camere per celebrare il referendum a inizio 2026. Questo, in caso di approvazione popolare, permetterebbe al governo di scrivere le norme attuative della riforma ed eleggere i due Csm nuovi entro i tempi stabiliti, cioè a inizio 2027.
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