Separazione carriere, sì alla Camera: rissa in aula dopo l’esultanza del governo
- Postato il 18 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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La giornata parlamentare si è accesa in modo esplosivo. Alla Camera dei deputati, pochi minuti dopo mezzogiorno, è scoppiata una rissa che ha costretto il presidente di seduta, Sergio Costa, a sospendere i lavori. Tutto è iniziato quando Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, si è alzato in piedi celebrando la “grande vittoria” della maggioranza sul terzo via libera alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. A fare eco, il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha alzato i pugni al cielo. L’esultanza ha mandato su tutte le furie Pd, Avs e Movimento 5 Stelle, che hanno reagito con grida e proteste.
A guidare l’attacco è stata la capogruppo democratica Chiara Braga, che ha accusato Tajani di essersi unito a cori inopportuni. Nel frattempo, dai banchi della destra si sono levati applausi anche per Raffaele Fitto, assente al voto europeo sulle sanzioni a Israele. La tensione è degenerata: esponenti dell’opposizione come Fornaro, Cuperlo, Stumpo e Amendola hanno raggiunto i banchi del governo, dando vita a uno scontro fisico che ha richiesto l’intervento dei commessi per ristabilire l’ordine.
Le reazioni della maggioranza
Dopo la sospensione, le prime parole sono arrivate dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha esaltato il voto come un passaggio storico: “In attesa dell’ultimo ok dal Senato, andiamo avanti con determinazione per consegnare al Paese una riforma attesa da anni”.

Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha commentato duramente le scene in Aula, definendo la bagarre un tentativo dell’opposizione di “annacquare l’amarezza della sconfitta” e di distogliere l’attenzione dal successo della maggioranza. Per Nordio, infatti, il voto rappresenta una tappa fondamentale per una giustizia più equilibrata e funzionale.
Le accuse incrociate
Tajani, al centro delle polemiche, ha cercato di ridimensionare l’accaduto, negando di aver applaudito. Ha parlato però di un “risultato storico” e ha difeso la posizione di Forza Italia, definendo la riforma “la quintessenza delle riforme”. Allo stesso tempo ha accusato i parlamentari del Pd e del Movimento 5 Stelle di essere stati loro a portare la tensione sotto i banchi del governo, arrivando perfino a minacciare. “Non mi faccio intimidire da venti deputati del Pd e cinque stelle”, ha dichiarato, prendendo le distanze dalle accuse di protagonismo.
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